La prima puntata dell’undicesima stagione di AHS (American Horror Story) titola “sta arrivando qualcosa”: Something’s Coming. Che cos’è che sta arrivando?
Anni ‘80
La serie, ambientata a New York, racconta della discriminazione ai danni della comunicà lgbt che persiste lungo tutto il decennio degli anni ‘80. Una discriminazione che isola la comunità che si trova a non poter chiedere aiuto ne a medici e nemmeno alle forze dell’ordine. I personaggi che si incontrano sono spaventati, disillusi e spesso anche infuriati. Il focus si concentra sugli uomini omosessuali che iniziano a sparire, ad interessarsi a queste sparizioni sono una manciata di persone legate al giornale di Gino, il protagonista indiscusso della serie interpretato da Joe Mantello.
Gino e Patrick
Gino si espone in prima persona perché non riesce a tollerare l’indifferenza di tutti quelli che lo circondano. Vive come alienante il fatto che non solo gli etero ma anche gli omosessuali stessi preferiscano ignorare morti e sparizioni a favore di una vita sregolata fatta di eccessi. Ecco perché Gino scrive e indaga mettendo a rischio tutto quello che ha compreso sé stesso. Ed ecco anche perchè non può tollerare il comportamento del suo compagno Patrick, interpretato da Russell Tovey. Patrick è un poliziotto che per gran parte della stagione mente ed ha paura di fare outing. per cercare di rimanere al sicuro si rifiuta anche di cooperare con Gino come infiltrato, questo però non fa desistere il giornalista che ancora più motivato riesce a portare alla luce più di una verità.
Hannah Wells
Altro protagonisto, meno centrale di Gino e Patrick è la dottoressa Hannah Wells (Billie Lourd) che scopre una strana malattia autoimmune che lentamente inizia ad affliggere molti dei suoi pazienti omosessuali. Hannah ha un legame speciale con uno di questi ragazzi che prima del manifestarsi di questa strana malattia le dona il proprio seme per permetterle di avere un bambino: Adam (Charlie Carver).
Adam e Theo
Adam, che inizia collaborare al giornale di Gino, inizia una relazione con il famoso fotografo Theo, interpretato da Isaac Cole Powell. Adam e Theo hanno un rapporto totalmente diverso da quello della coppia più matura formata da Gino e Patrick. Il rapporto tra Adam e Theo si basa sulla sincerità e sulla fiducia reciproca.
Sta arrivando qualcosa
Intorno a questi personaggi ne ruotano molti altri, tra i quali un assassino seriale, un sadico frustrato e l’AIDS che nella serie viene rappresentato come un uomo molto muscoloso dal volto coperto. La denuncia da parte dei realizzatori della serie si concentra molto sul fatto che fino agli inizi degli anni 90 l’AIDS fosse una malattia legata alle abitudini sessuali considerate per gente dissoluta o perversa. La convinzione che fosse una malattia che veniva solo a prostitute e omosessuali prese piede velocemente. Ecco perché la malattia viene impersonata da un uomo fisicamente molto prestante (Matthew William Bishop) che indossa un passamontagna che ne nasconde l’identità.
Una danza macabra
Il finale si presenta come un dia de los muertos unito alla nostra tipica rappresentazione della danza macabra. Le maschere hanno una sola funzione, quella di mostrare quanto quella moltitudine di morti per l’opinione pubblica non avessero alcuna rilevanza. Uomo dopo uomo, tutti senza un’identità definita, abbandonano la vita e gli unici a soffrire per questa catastrofe sono le poche persone intorno a loro. Questa parte occupa apposta più tempo di quanto potrebbe sembrare utile alla buona riuscita dell’episodio eppure non c’è alcun errore. La dilatazione del tempo qui deve rappresentare un decennio di ipocrisia e menefreghismo che non deve essere dimenticato.
La serie in italiano vi aspetta su Disney+
Lavoro come grafica-creativa, illustratrice e content editor freelance.
Sono diplomata in grafica pubblicitaria e parallelamente ho studiato disegno e copia dal vero con Loredana Romeo.
Dopo il diploma ho frequentato beni culturali presso l’università di lettere e filosofia e parallelamente seguivo un corso di formatura artistica, restauro scultoreo e creazione ortesi per il trucco di scena.
A seguire l’Accademia Albertina di Belle Arti con indirizzo in grafica d’arte (che mi ha permesso di approfondire: disegno, illustrazione, incisione, fumetto).
Sono sempre stata interessata e assorbita dal mondo dell’arte in tutte le sue forme e dopo la prima personale nel 1999-2000 non ho mai smesso di interessarmi alle realtà che mi circondavano.
Nel 2007 ero co-fondatrice e presidente dell’Associazione Arte e Cultura Culturale Metamorfosi di Torino e in seguito ho continuato e continuo a collaborare con vari artisti e ad esporre.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme, il portare avanti le credenze e le tradizioni familiari hanno fuso insieme nella mia mente in modo indissolubile: filosofia, letteratura, esoterismo, immagine e musica.