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Allievo del Verrocchio (1435-1488) e maestro di Raffaello (1483-1520), Pietro Vannucci conosciuto con l’appellativo di Perugino (1446-1523) è stato uno dei maggiori pittori della sua epoca. “Il Meglio Maestro d’Italia” come lo ha definito Agostino Chigi nel 1500.
Proprio con questo titolo : Il Meglio Maestro d’Italia, a cinquecento anni dalla sua morte la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia dedica a questo illustre figlio una grande esposizione. Dal 4 marzo all’11 giugno 2023 la mostra, curata da Marco Pierini, direttore della Galleria, e Veruska Picchiarelli, conservatrice del museo perugino, ospita nelle sette sezioni che la compongono, oltre sessanta dipinti fra le migliori opere del pittore umbro.
Apporti internazionali
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Prestigiosi prestiti ricalcano in mostra l’ascesa della carriera di questo grande artista, dagli esordi nella città natale ai successi a Firenze e a Roma. Opere provenienti da ogni parte d’Italia, come la “Crocifissione” della Cappella Chigi in Sant’Agostino a Siena, la Pala di San Domenico da Fiesole dagli Uffizi, e da musei internazionali tra cui il Louvre di Parigi dal quale proviene “Lotta fra Amore e Castità” una tempera su tela datata 1503, inizialmente realizzato per lo studio mantovano di Isabella d’Este; o il celebre “Sposalizio della Vergine” dipinto per la cappella del Santo Anello del duomo di Perugia e ora conservato al Musée des Beaux-Arts di Caen in Francia. E le sue “Madonne” le bellissime Madonne del Perugino con le figure sinuose e i volti espressivi e quelle acconciature così elaborate che, si dice, fossero ispirate a quelle che faceva all’amata moglie.
Fonte foto: Michelangelo Buonarroti è tornato
Una nuova scoperta
Una recente scoperta è presente nell’esposizione: un ritratto conservato agli Uffizi e fino a poco tempo fa ritenuto un omaggio del Perugino al volto del maestro Andrea del Verrocchio, è risultato invece, dopo alcuni studi e confronti (in particolare con un autoritratto affrescato sulle pareti del Nobile Collegio del Cambio di Perugia), essere proprio un autoritratto del Vannucci.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.