Francesca Innocenzi è uscita il 16 dicembre dello scorso anno con Diario di una stalker mancata edito da Progetto Cultura. In copertina una mano femminile aperta su un foglio scritto a mano quasi a nasconderne il contenuto ottiene l’effetto di incuriosire sul contenuto.
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L’autrice
Nata a Jesi, Francesca Innocenzi è laureata in lettere classiche e dottore di ricerca in poesia e cultura greca e latina di età tardoantica. Oggi insegna alle scuole superiori pur coltivando fin da bambina la passione per la scrittura sia in prosa che in poesia. Ha pubblicato le raccolte di poesia Giocosamente il nulla (Edizioni Progetto Cultura 2007), Cerimonia del commiato (Edizioni Progetto Cultura 2012), Non chiedere parola (Edizioni Progetto Cultura 2019), Canto del vuoto cavo (Transeuropa 2021). Altri suoi lavori editi sono la raccolta di prose liriche Il viaggio dello scorpione (Il Filo 2005); la raccolta di racconti Un applauso per l’attore (Manni 2007); la plaquette Formulario per la presenza (Edizioni Progetto Cultura), i Quaderni di poesia (Le gemme, 2022); il saggio Il daimon in Giamblico e la demonologia greco-romana (Eum 2011); i romanzi brevi Sole di stagione (Prospettiva 2018) e Diario di una stalker mancata (Edizioni Progetto Cultura 2022). Tra il 2007 e il 2012, sempre per Progetto Cultura si è occupata di una collana di poeti esordienti, La scatola delle parole, e di alcune pubblicazioni antologiche: Versi dal silenzio. La poesia dei Rom (2007); L’identità sommersa. Antologia di poeti Rom (2010); Il rifugio dell’aria. Poeti delle Marche (2010).
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I suoi riferimenti
Francesca Innocenzi ama molto anche il teatro, una sua passione tardiva, ma quello che ha sempre sentito di voler fare è indubbiamente scrivere. A trasmetterle la passione per la letteratura il padre, a sua volta insegnante, con il quale parlava sovente di grandi poeti come Leopardi. La scrittura l’ha aiutata nel suo percorso di crescita a conoscere meglio sé stessa pur non avendola, inizialmente praticata con continuità. La Innocenzi ritiene, infatti, che qualsiasi percorso artistico costituisca, in primis, un percorso di autoconoscenza e che sia particolarmente utile occuparsi di più generi ed infatti altre sue attività sempre legate allo scrivere sono essere redattrice del trimestrale di poesia Il Mangiaparole, della rivista online Poesia del nostro tempo e collaborare con vari blog letterari. Ha ideato, inoltre, e dirige il Premio di poesia Paesaggio interiore. Sicuramente è una persona che non si annoia.
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Francesca Innocenzi e la poesia
Predilige la metrica dell’haiku, di origine giapponese, per la quale ogni poesia è composta di soli tre versi rispettivamente di 5, 7, 5 sillabe, pur se usa prevalentemente il doppio haiku, a sei versi. Ci tiene a chiarire che lei segue solo la metrica di questa forma poetica e non tutte le altre regolo di contenuto che si basano sulla stagionalità della natura perché le interessa parlare della realtà umana e, quindi, della società in generale. Crede molto nel potere della poesia di aiutare le persone a conoscersi meglio e per questo ha dichiarato:
“Sinceramente sento di consigliarla a tutti. La poesia serve ad avvicinarsi a sè stessi, è uno spazio per andare oltre quel modo di comunicare cui siamo abituati, forse assuefatti dal linguaggio del social, dei media, in cui tutto è veloce ma privo di simbolo. L’interpretazione è molto importante, dare un giusto valore alle parole, ai simboli. La poesia può essere questo, può farci riscoprire la valenza della metafora, anche per le nuove generazioni abituate ad un linguaggio assolutamente profano”.
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Diario di una stalker mancata
Si tratta di un racconto lungo, solo 88 pagine nel quale la storia non viene narrata ma si evince da un susseguirsi di messaggi di testo che la protagonista scrive per l’uomo di cui è innamorata e che l’ha respinta. Le ha intimato di lasciarlo in pace in malo modo come se lei fosse una cattiva persona. Sarà davvero così?
Non è facile capire cosa sia successo tra i due, ciò che viene detto subito è che lei decide di raccogliere questi messaggi in un quadernino in quanto se li mandasse a lui verrebbe denunciata per stalking. Messaggio dopo messaggio prende corpo la storia di come i due si sono conosciuti e di come sia nata una bella confidenza che nella mente di lei sembrava destinata a diventare ben altro. Davvero solo nella sua mente?
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Non è un romanzo autobiografico
Innocenzi ci tiene a precisarlo così come a evidenziare il fatto che la scrittura serve a questa donna per curare il suo male d’amore. Si era cullata in un sogno che alla fine si è infranto. Nasce persino il dubbio che lei si sia fatta un film tutto suo all’insaputa di questo lui che viene ora presentato come crudele e senza cuore. Questa donna, dice l’autrice, l’ha cercata affinché lei ne narrasse la storia e così ha fatto attraverso le parole di questo personaggio fatto d’inchiostro che potrebbe certamente mentire, o forse no. A noi non è dato sapere. Certo è che frase dopo frase nasce una certa empatia nei suoi confronti e ci si sente calati nella storia come se fosse la nostra. Nascono spontaneamente molte domande su quando un sentimento si trasforma in persecuzione e su e quale sia il confine tra cortesia, amicizia, innamoramento e paranoia.
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Francesca Innocenzi mostra attraverso queste pagine che non servono grossi volumi per far entrare i lettori in armonia con la narrazione. Come per la poesia anche in questo romanzo ha scelto una metrica minimal ma, secondo me, di grande effetto. Ne consiglio davvero la lettura.
Monica Giovanna Binotto è un nome lungo e ingombrante ma è il mio da 57 anni e ormai mi ci sono affezionata. Ho sempre amato leggere. Fin da bambina. E anche scrivere, ma senza mai crederci veramente. Questo mi ha aiutato negli studi. Ho una laurea in Economia e Commercio e una in Psicologia dello Sviluppo. Da cinque anni faccio parte di un gruppo di lettrici a voce alta, le VerbaManent, con il quale facciamo reading su tematiche importanti sempre inquadrate da un’ottica femminile e mi occupo di fare ricerche e di scrivere e assemblare i copioni. Negli ultimi due anni, per colpa o merito di questa brutta pandemia che ci ha costretti in casa per lunghi periodi, ho partecipato a diverse gare di racconti su varie pagine Facebook e mi sto divertendo tantissimo anche perché ho conosciuto tante belle persone che condividono i miei stessi interessi.