Canto del vuoto cavo, di Francesca Innocenzi

Canto del vuoto cavo, di Francesca Innocenzi

Vi sembrerà di esservi risvegliati nella realtà. Una realtà molto più complessa, in cui la comprensione dell’altro non è un utopia, questo grazie all’aiuto della poetessa Francesca Innocenzi nella sua nuova raccolta poetica il Canto del vuoto cavo. 

Conosciamo la scrittrice 

Vi ritroverete immersi nel punto di vista dell’autrice, inizierete a vedere il mondo con i suoi occhi. Francesca Innocenzi, originaria di Jesi in provincia di Ancona, si è laureata in Lettere classiche e ha intrapreso un dottorato di ricerca in Poesia, cultura greca e latina di età tardoantica. Ad oggi insegna in una scuola di secondo grado, ma non si è fermata e ha fatto della sua passione un lavoro, pubblicando per la prima volta nel 2005 una raccolta di prose liriche il viaggio dello scorpione, da lì ha continuato con delle raccolte di racconti come Un’applauso per l’attore, per poi dedicarsi alle sillogi poetiche, ai saggi o ai romanzi, come Sole di stagione pubblicato nel 2018. 

Francesca in questi anni si è dedicata anche alla direzione di collane di poesia, ha curato alcune pubblicazioni antologiche e soprattutto è redattrice del trimestrale di poesia il Mangiaparole. 

La scrittrice è una vera risorsa, infatti collabora insieme al sito letterario Poesiadelnostrotempo. Per finire è ideatrice e dirige il premio letterario Paesaggio interiore, per incentivare autori emergenti alla scrittura e allo studio della letteratura. 

Canto del vuoto cavo, di Francesca Innocenzi

Canto del vuoto cavo

Gli amanti della poesia, che adorano immergersi nei sentimenti di chi scrive, leggendo questa raccolta di poesie composta da 60 componimenti brevi, riusciranno a pieno nel proprio intento. La tecnica utilizzata è quella dell’haiku. 

Il tutto non è composto solo dal componimento giapponese, ma anche dalle sue molteplici varianti, tra cui 40 haiku doppi e 20 tanka. Al suo interno troverete diverse parole di lingua straniera, come il tedesco, il francese, il latino e anche il greco, proprio per approfondire quella che è la conoscenza dell’essere umano.

Partendo dal titolo, riuscirete ad entrare nel pieno dell’opera, comprendendo così tutti sui trittici e dittici, ricchi di temi legati alla consapevolezza del passato per giungere alla comprensione del difficile presente. Infatti il vuoto, citato nel titolo, è legato all’idea di mancanza, una sorta di lacuna nella vita di chi scrive, senza comunque precludere delle nuove possibilità. 

In particolare, è una raccolta che parla a tutti, non ha un genere o un numero ben definito: proprio per questo, l’autrice evita la prima persona, sia singolare che plurale.

Affronterete le varie fasi del genere umano, in particolare l’avvento dei quarant’anni, con uno sguardo al passato e uno al presente, anche con vari appigli al difficile periodo della pandemia. 

Uno stile molto personale e allo stesso tempo anche universale. Tutti i temi, come l’oppressione del genere umano, la pandemia, il passato, la perdita, gli stereotipi e molto altro vengono affrontati anche grazie alla presenza del mito.