5 cose da vedere tra Formia e Gaeta

5 cose da vedere tra Formia e Gaeta

Lo splendido lungomare che collega le due cittadine laziali Formia e Gaeta è di certo uno dei tratti più belli della costa tirrenica  dell’Italia centrale, già fin troppo apprezzata e densamente popolata durante l’estate. Il Golfo di Gaeta infatti si caratterizza per le  coste basse che si alternano con promontori alti e rocciosi, per l’ abbondanza di spiaggia in cui prendono alloggio numerose file di ombrelloni, zone al riparo dal moto ondoso e con varietà di fauna ittica, panorami splendidi e mari che si possono navigare con facilità con qualsiasi imbarcazione.

In autunno

Durante lautunno, in particolare in questo autunno così caldo e mite, sono favorite le lunghe passeggiate sulla spiaggia  sia sul lungomare di Serapo – la parte a ridosso del promontorio del Monte Orlando – sia sul lungomare di Gianola-Santo Janni, che corre accanto all’Appia, con i frangiflutti discontinui che hanno salvato negli anni la spiaggia aumentandone l’estensione.

Fote foto: personale Lungomare di Serapo

Da Gaeta a  Serapo al porto di Caposele

Se poi da Serapo si procede verso il promontorio di Gaeta, oltre al Castello Angioino- Aragonese, la Chiesa e il Tempio  di S. Francesco e il Mercato del Pesce, ci si imbatte nella spiaggia di Vindicio in cui il porto naturale di Caposele è stato da sempre considerato il piccolo ma affascinante porticciolo il cui fondale, nella parte centrale, consente l’approdo delle imbarcazioni con medio e basso pescaggio. E’ questo il luogo da cui partono le regate per ogni genere di imbarcazioni a vela, dalle derive a quelle da diporto, ma soprattutto il posto in cui giace una vasta area archeologica risalente al I secolo d.C.. Qui si trovano i resti di un’antica villa romana appartenuta ai principi Caposele e alla famiglia Rubino.  L’area portuale fu acquistata nel 1852 da parte di Ferdinando II, a capo del Regno delle Due Sicilie, che diede mandato al suo architetto, Giacomo Guarinelli, di effettuare opere murarie ad emulazione dell’ “Opus reticolato romano” relativamente ai moli e alla Garitta posta ad angolo, che doveva avere la funzione di controllo esterno affidato al soldato di turno.

Il lungomare di Gianola a Formia

Se si prosegue sul lungomare, oltre a quello costeggiato dalla Via Appia, si arriva fino a Gianola-Santo Janni, ossia fino alla sezione balneare propriamente detta della città di Formia: qui è necessaria di certo un’altra lunga passeggiata che si estende lungo la spiaggia sabbiosa ed ampia, che, inoltre,  ha la particolarità di avere alle spalle un panorama montuoso importante, caratterizzato dalla Montagna del Redentore di cui si intravede il crocifisso di notte, illuminato di azzurro.

Il Castello di Gianola

Al termine del lungomare si trova invece il Castello di Gianola, da lungo tempo chiuso, ma aperto in occasioni particolari, con ad esempio nelle giornate del FAI, per il quale l’Avvocato Orefice, proprietario della tenuta, è pronto ad accompagnare il pubblico alla scoperta delle opere d’arte contenute in essa, come ad esempio statue di cervi, leoni di bronzo, marmi e bassorilievi pregiati, capitelli e dipinti antichissimi  tra i quali un papiro con la terre di mola del Seicento.

L’Oasi Blu del WWF

Conclude la nostra passeggiata l’ “Oasi blu” del WWF, un’area naturale protetta istituita a partire dal 1988. Ha una superficie di 5 ettari ed è situata a quasi 2 chilometri dalla Spiaggia bianca dei sassolini. La flora è caratterizzata da numerose specie vegetali delle quali quella predominante è di certo la “macchia mediterranea” con prevalenza di querce da sughero e lecci. La macchia bassa invece è composta da erica, mirto e ginestre, mentre sulle rocce a picco sul mare cresce il finocchio di mare. La fauna è caratterizzata da  volatili, mentre ricci, donnole, volpi e rettili vari sono i piccoli mammiferi dispersi nell’oasi. Lo scenario più bello, però,  resta quello del Porticciolo romano, in realtà di epoca medievale, costruito nel 1930   per l’allevamento ittico, probabilmente di proprietà del Cavaliere formiano Mamurra, amico di Gaio Giulio Cesare vissuto durante l’epoca repubblicana dell’antica Roma. Tra oasi verde e rovine romane si apre dunque uno scenario incantevole in grado di coniugare bellezza naturale e rovine romane.