La vivacità culturale del tessuto urbano di Napoli e della sua popolazione si arricchisce ora di un nuovo tassello. Dopo via Montesilvano e vico Buongiorno, due luoghi che dal degrado e dalla malavita sono stati riportati alla fruizione pubblica e alla promozione dell’arte e del riscatto formativo, anche vico Donnaregina diviene sinonimo di aggregazione nel segno delle donne.
Grandi murales dove protagoniste sono appunto le donne. Volti femminili di protagoniste della storia napoletana ma non solo. Donne che rappresentano simboli di emancipazione, di lotta e di resilienza.
La scelta per l’inaugurazione, l’otto marzo, ha voluto essere ancora una volta un omaggio all’ingegno e alla creatività al femminile ma anche al dolore e ai soprusi che hanno dovuto subire e ancora subiscono le donne nel corso della storia.
Il luogo
Fonte foto: Cose di Napoli
Il vicoletto Donnaregina, nel cuore della città partenopea, è prossimo a un antico complesso monastico formato da due chiese: la vecchia, in stile gotico, e la nuova, barocca, Santa Maria di Donnaregina. Attualmente sconsacrate e anche sedi di eventi culturali e del locale Museo Diocesano.
Ma la stradina adiacente era un territorio cupo e abbandonato a se stesso, mal frequentato e dimenticato. Ora, con l’apporto dei ragazzi del quartiere e di volontari, con l’attiva collaborazione tra istituzioni, artisti, commercianti ed enti pubblici, tra i quali Davide D’Errico (co-fondatore de “Il vicolo della cultura”) la viuzza riprende vita, si popola di negozietti e di opere di Street art.
I volti
Fonte foto: Valeria Sironi
La giovane artista napoletana Trisha Palma è l’artefice delle effigi che animano i muri del vicolo. Come il volto di Matilde Serrao, giornalista e cofondatrice del quotidiano Il Mattino di Napoli; o quello di Matilde Cerasuolo, combattente per la resistenza della città durante le “quattro giornate di Napoli”; o ancora Guerriera Guerrieri che salvò i libri di Palazzo reale dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Ma sono presenti anche i volti di Rita Levi Montalcini, Frida Kahlo, Artemisia Gentileschi e della scrittrice recentemente scomparsa Michela Murgia.
È dedicato soprattutto alle giovani generazioni questo rifiorire di eventi e di propositi culturali, affinché al degrado e alla malavita si sostituisca una coscienza sociale e civile del vivere insieme.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.