Le bellissime foto di Gyula Halàsz, in arte Brassai (1899-1984), fotografo, scrittore e cineasta ungherese ma vissuto per lungo tempo in Francia, sono ospitate nelle sale espositive di Palazzo Reale a Milano sino al 2 giugno prossimo.
Soprannominato da Henry Miller “l’occhio di Parigi”, Brassai, dopo la pubblicazione del suo libro:”Paris de nuit”, ha celebrato la capitale francese con moltissimi scatti che testimoniano scorci di vita quotidiana dagli anni trenta agli anni sessanta del secolo scorso. Ma è soprattutto la Parigi notturna, le luci e le ombre sui celebri monumenti, le figure umili o misteriose che di notte popolavano la Ville Lumiere ad aver attratto l’attenzione di questo grande fotografo che è riuscito a fermare attimi di grande intensità poetica e formale.
Fonte foto: Palazzo Reale Milano
Brassai
«Ero alla ricerca della poesia della nebbia che trasforma le cose, della poesia della notte che trasforma la città, della poesia del tempo che trasforma gli esseri»
Brassai
Nel fertile humus culturale della Parigi del primo novecento, il giovane fotografo conosce e frequenta gli artisti che popolavano il quartiere di Montparnasse dove anche lui viveva. Lavora come fotogiornalista ma si diletta anche a eseguire ritratti dei suoi amici come Picasso, Dalì e Matisse. Nel 1933, insieme al connazionale Charles Rado (1899-1970), fonda l’agenzia fotografica “Rapho”, la più antica agenzia umanistica che raggruppa un pull di fotografi ungheresi.
È dagli anni quaranta che i suggestivi scatti in bianco e nero, testimoni di un’epoca oltre che della notte parigina vengono esposte nei più importanti musei: dal Museum of Modern Art (MoMA) di New York all’Art Institute of Chicago, in Illinois.
La mostra
Fonte foto: Palazzo Reale Milano
260 fotografie, immagini iconiche e liriche, tuttavia scevre da leziosità, compongono questa esposizione milanese dal titolo: “Pour l’amour de Paris” che racconta la città amata da Brassai, gli scorci inattesi, le atmosfere notturne, le nebbie improvvise e i personaggi avvolti dalla magia di Parigi. Oggi le sue fotografie sono considerate opere d’arte e questa mostra, tramite anche le visite guidate programmate, vuole immergere i visitatori nella stessa poesia.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.