“Non sono quello che sono” è il nuovo film scritto e diretto dall’attore e regista italiano Edoardo Leo, presentato al Festival di Locarno lo scorso 6 agosto. Ambientato nei primi anni 2000, il film è una storia senza tempo in cui il bene e il male si mescolano in un vortice di inganni, tradimenti e folle gelosia.
Prodotto a Groenlandia Film, IIF e Vision Distribution, “Non sono quello che sono” arriverà in sala in autunno, grazie a Vision e conta nel cast, oltre a Edoardo Leo (ottimo interprete del successo Era ora), anche Jawad Moraqib, Ambrosia Caldarelli, Antonia Truppo, Matteo Olivetti, Michael Schermi, Vittorio Viviani.
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Edoardo Leo torna di nuovo dietro la macchina da presa, ma questa volta in solitaria, dirigendo quello che è il suo nono film da regista. Con “Non sono quello che sono”, l’attore e regista, indaga l’attualità attraverso un’ineccepibile riscrittura contemporanea dell’Otello di Shakespeare. Iago, Otello, Desdemona sono purtroppo ancora tra noi e parlano anche dialetto romano…
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Oltre al grande lavoro svolto dietro le quinte, Edoardo Leo appare anche sullo schermo, interpretando, per l’occasione Iago, mentre a rivestire i ruoli principali ci sono Javad Moraqib (Otello) e Ambrosia Caldarelli (Desdemona), insieme a Antonia Truppo, Matteo Olivetti e Michael Schermi. La direzione della fotografia è a cura di Marco Bassano (I migliori giorni, I peggiori giorni) e il montaggio di Consuelo Catucci, la quale ha già collaborato con Leo per Lasciarsi un giorno a Roma (2021). Le musiche originali del film sono di Gianluca Misiti, collaboratore di Leo da diverso tempo e candidato al David di Donatello per la migliore canzone originale per Buongiorno papà (2013), altro film di Edoardo Leo.
Come nasce l’idea di realizzare un film come “Non sono quello che sono”
“L’idea di lavorare all’Otello di Shakespeare nasce quindici anni fa da un articolo letto su un quotidiano”, ha spiegato Edoardo Leo nelle note di regia del film “Non sono quello che sono”. “Un uomo, accecato da una folle gelosia, uccide sua moglie e poi si suicida. È allo stesso tempo la sinossi di una delle opere teatrali più famose nel mondo e triste cronaca dei nostri giorni. Da lì è partita una lunga ricerca per pensare un adattamento contemporaneo che fosse il più possibile rispettoso dell’originale”.
“Dal confronto tra le numerose traduzioni italiane della tragedia, fatte in epoche diverse, è maturata la convinzione che per restituire la ‘parola’ di Shakespeare, il dialetto (romano e napoletano) fosse paradossalmente il più vicino a rappresentare la forza di quel linguaggio. Un lavoro di traduzione che è durato molti anni e mi ha permesso di filmare Otello senza ‘toccare’ il testo che è stato, tranne per i tagli necessari, integralmente riportato”.
Diversi e attuali sono i temi affrontati, come sottolinea ancora uno dei registi e interpreti più apprezzati di ultima generazione: “Razzismo, violenza, invidia sociale, maschilismo, femminicidio, un’indagine sul male di una modernità sconcertante per una drammaturgia che ha più di 400 anni. Racchiusa nella frase di Iago che più di tutte suggerisce la profondità dell’analisi psicologica che questo testo opera sui suoi personaggi e ancora su di noi indagando nelle nostre contraddizioni. E che dà il titolo a questo film. “Non sono quello che sono“.
Studentessa di Didattica e Mediazione culturale del patrimonio artistico. Amante della musica, teatro, della danza, dell’arte in ogni sua manifestazione, appassionata di Monet, Klimt- Secessione viennese ed arte contemporanea orientale.