Niki de Saint Phalle al Mudec di Milano è la prima retrospettiva antologica ed anche prima esposizione monografica dell’artista franco-americana Niki de Saint Phalle, organizzata in un museo italiano.
In collaborazione con la Niki Charitable Art Foundation, la mostra prevede l’esposizione al pubblico di un nucleo di 110 opere, cui si affianca un significativo numero di vestiti della Maison Dior, che testimoniano i suoi trascorsi di modella e restituiscono l’ampiezza degli interessi e delle forme di espressione provate dall’artista.
Chi è Niki de Saint Phalle
Niki de Saint Phalle, “donna e artista”, come lei stessa amava definirsi, è stata una pittrice, scultrice, performer ed autrice di film sperimentali. Le sue opere monumentali, tra cui parchi e sculture pubbliche, si intrecciano con una riflessione più personale ed intima. Da un lato, è vista come una celebrità indipendente e orgogliosa della sua arte; dall’altro, la sua fragilità fisica e le numerose disuguaglianze e discriminazioni sociali a cui ha assistito nel corso della vita ne fanno emergere la sua umanità e sensibilità nei confronti dei più fragili.
Vissuta in un’epoca di grandi cambiamenti sociali e artistici, dal movimento femminista degli anni ’60 e ’70 al Nouveau réalisme di cui fu protagonista, Niki de Saint Phalle è stata una delle artiste che maggiormente ha sfidato gli stereotipi di genere attraverso l’arte, esprimendo la propria identità attraverso la femminilità, la sensualità e l’amore per la vita come creazione.
L’artista Niki de Saint Phalle è conosciuta dal pubblico italiano soprattutto per aver progettato il sorprendente e colorato parco artistico del Giardino dei Tarocchi a Garavicchio, nel comune di Capalbio, ispirato al Parco Guell di Gaudí e al Giardino di Bomarzo.
Fonte foto: Travel on Art
Com’è organizzata la mostra
Organizzata in otto sezioni, la mostra milanese ricostruisce la carriera della poliedrica artista – fu pittrice, scultrice, performer e regista – dagli inizi fino agli ultimi lavori, evidenziando la grande vitalità delle sue opere, su tutte le grandi e colorate sculture polimorfe Nanas, il cui senso di leggerezza e spensieratezza contrasta con una biografia segnata da gravi dolori e difficoltà: come gli abusi subiti dal padre e una crisi nervosa che in giovane età la costringe al ricovero in un ospedale di Nizza. Ed è proprio nella pittura che Niki di Saint Phalle individua una dimensione terapeutica, il benessere ricavato la porterà a dedicare di dedicarsi completamente all’arte dopo le pregresse esperienze nel mondo della letteratura, del teatro e della moda. Conosce così i massimi esponenti del Nouveau Realisme tra cui Jean Tinguely, che nel 1971 diventa suo marito e con cui realizza alcuni dei suoi progetti più originali come la Fontana Stravinsky di Parigi e il Giardino dei Tarocchi di Gararavicchio.
Fonte foto: Exibart
La mostra di Niki di Saint Phalle al Mudec di Milano offre un’opportunità imperdibile per conoscere non solo la personalità artistica di Niki di Saint Phalle, una delle figure più originali e indipendenti del Novecento, ma anche il suo lato più intimo e sensibile.
Studentessa di Didattica e Mediazione culturale del patrimonio artistico. Amante della musica, teatro, della danza, dell’arte in ogni sua manifestazione, appassionata di Monet, Klimt- Secessione viennese ed arte contemporanea orientale.