L’arte Optical e l’arte Cinetica si basano su rigorose metodologie operative attuate per indurre in chi osservi uno stato di spiazzamento visivo dovuto alle connessioni create tra linee e colori, tra superfici, griglie geometriche, intersezioni e rapporti che vengono calcolati matematicamente per ottenere una sorta di illusione ottica e di conseguenza un diverso stimolo visivo.
fonte foto: Matteo De Fina
Nata negli anni sessanta del novecento e sviluppatasi nei decenni successivi, la Op Art vede tra i suoi esponenti nomi come Victor Vasarely (1906-1997) che ne fu il pioniere, Alberto Biasi, l’argentina Martha Boto (1925-2004), Franco Costalonga (1933-2019), Heinz Mack, Manfredo Massironi (1937-2011), lo spagnolo Francisco Sobrino (1932-2014), l’architetto italo cileno Victor Simonetti e Marina Apollonio.
La mostra
fonte foto: Archivio Marina Apollonio
Ed è proprio al lavoro di Marina Apollonio, alle sue sperimentazioni di materiali e tecniche innovative, alla sua determinata ricerca portata aventi sin dai primi anni sessanta, che la mostra “Marina Apollonio. Oltre il cerchio”, realizzata nella prestigiosa cornice di Palazzo Vernier dei Leoni che ospita in Venezia la Collezione Peggy Gugenheim, vuole rendere omaggio.
L’esposizione, visitabile sino al 3 marzo 2025, vuol essere la prima grande retrospettiva che indaga in più di sessant’anni di carriera dell’artista triestina.
Curata dalla storica dell’arte Marianna Gelussi, presenta più di cento opere provenienti da istituzioni museali nazionali e internazionali, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il MART di Rovereto, la Neue Galerie di Graz, la Kunsthalle Recklinghausen e il Ritter Museum di Waldenbuch, in Germania, il Museum Haus Konstruktiv di Zurigo, la Fondation Villa Datris de l’Isle-sur-la-Sorgue, in Francia, nonché dalla collezione privata dell’artista stessa.
All’interno del palazzo veneziano le opere pittoriche, scultoree sia statiche che in movimento dell’Apollonio dialogano idealmente con la raccolta permanente del museo, dove una sala è dedicata esclusivamente ai lavori dei maggiori rappresentanti dell’Arte Optical e Cinetica.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.