Anche se la prima impressione è quella che la centralità dei personaggi femminili sia data dal fatto che Murakami si avvale del sostegno della sua compagna in ogni cosa e che pertanto questo attaccamento, alla figura femminile, si rifletta semplicemente anche nei suoi romanzi, non è così. Non dobbiamo infatti dimenticare che la cultura giapponese differisce profondamente da quella occidentale e che tutto ciò che riguarda la sfera privata è davvero privata. Così come, a ben guardare, tali personaggi non hanno costantemente una funzione salvifica o di svolta all’interno della trama. Ne abbiamo un esempio in La ragazza dello sputnik.
Dunque qual è il legame tra Murakami e la figura femminile? Per dare questa risposta dobbiamo appoggiarci a quella che è la visione del femminile nel tessuto culturale giapponese. Ecco che qui si svela come nel femminile si riponga la conoscenza del sapere e la capacità di rivelare la verità. Ricordiamoci però che essendo indissolubilmente legata alla luna, la donna è anche colei che detiene il mistero e che pertanto sceglie quando e cosa svelare.
Quindi in Murakami troviamo la consapevolezza di un uomo che vede nella figura femminile tanto qualcosa di salvifico, divino e materno. Tanto quanto una creatura che volontariamente cela, totalmente coinvolta dall’esperienza materiale. Forse è giusto dire che i personaggi femminili che popolano i suoi romanzi sono il risultato di un attento mix in cui l’esperienza porta queste donne, in tutto umane, a scegliere in che modo relazionarsi con gli altri personaggi e in che modo affrontare le situazioni. La possibilità di sviscerare così bene il femminino è possibile sì grazie alla dimensione onirica dei suoi romanzi, ma anche a qualcos’altro. La passione per il Jazz,la letteratura straniera, il cinema americano e il Noir danno a queste donne degli antieroi e finiscono anche per esserlo loro stesse: “Eravamo tutti e due privi di qualsiasi saggezza, e anche della capacità di ottenerla. Non avevamo nessun sostegno a cui appoggiarci. Eravamo vicini ad un azzeramento totale. Poveri esseri continuamente sospinti da un nulla a un altro nulla”.
L’alone di malinconia caratteristico di chi popola i suoi mondi riesce ad armonizzarsi con l’allegria e la vivacità di questa femminilità che giunge per permettere alle storie di svilupparsi. Anche l’intimità che ci pare conforme al nostro modo di vedere le cose è data da questa dimensione onirica. Qui infatti può manifestarsi l’Honne, quella parte solitamente celata e legata all’emozionalità che per cultura i giapponesi sono soliti manifestare solo in un contesto familiare intimo, e che si sviscera unicamente attraverso un approccio spirituale.
Lavoro come grafica-creativa, illustratrice e content editor freelance.
Sono diplomata in grafica pubblicitaria e parallelamente ho studiato disegno e copia dal vero con Loredana Romeo.
Dopo il diploma ho frequentato beni culturali presso l’università di lettere e filosofia e parallelamente seguivo un corso di formatura artistica, restauro scultoreo e creazione ortesi per il trucco di scena.
A seguire l’Accademia Albertina di Belle Arti con indirizzo in grafica d’arte (che mi ha permesso di approfondire: disegno, illustrazione, incisione, fumetto).
Sono sempre stata interessata e assorbita dal mondo dell’arte in tutte le sue forme e dopo la prima personale nel 1999-2000 non ho mai smesso di interessarmi alle realtà che mi circondavano.
Nel 2007 ero co-fondatrice e presidente dell’Associazione Arte e Cultura Culturale Metamorfosi di Torino e in seguito ho continuato e continuo a collaborare con vari artisti e ad esporre.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme, il portare avanti le credenze e le tradizioni familiari hanno fuso insieme nella mia mente in modo indissolubile: filosofia, letteratura, esoterismo, immagine e musica.