Nuvole su Marte

Qualche giorno fa, sono arrivate alla NASA delle foto scattate da Curiosity, il rover che staziona sul pianeta rosso da una decina d’anni. Le immagini che stanno appassionando gli scienziati, riguarda la presenza di nuvole nell’atmosfera di Marte; la particolarità è che di solito la loro presenza è diradata, a causa dell’atmosfera rarefatta che c’è sul pianeta, oltretutto si accumulano perlopiù attorno all’equatore.

Osservando le foto che il rover ha scattato in continuazione da gennaio fino a qualche giorno fa, si nota – invece – che le nubi si sono formate prima del previsto, e a un’altitudine maggiore, cosa che influisce sulla loro composizione.

Di solito si formano a 60 km dal suolo e sono composte da acqua ghiacciata; quelle fotografate da Curiosity, si trovano molto più in alto – non è ancora stato stabilito quanto – motivo per cui le temperature sono molto più basse, con la conseguenza che sono formate da ghiaccio secco, cioè  anidride carbonica allo stato solido, che si forma ad almeno ottanta gradi sotto lo zero.

Al tramonto, si verifica un fenomeno – perlopiù visivo – grazie al quale le nubi sono chiamate nottilucenti, perché i cristalli di ghiaccio che le formano, catturano gli ultimi raggi solari dando l’impressione di farle brillare di luce propria, prima di dissolversi nel buio della notte.

Tra i molteplici scatti, ci sono anche le nuvole iridescenti o madreperla, chiamate così per la particolarità di avere dei colori cangianti, dovuti alla grandezza delle particelle che le compongono, tutte all’incirca della stessa misura. 

Sono in corso degli studi per riuscire a individuare la loro esatta strutturazione e a spiegare con completezza il fenomeno. Si può comunque supporre che anche nell’Universo alcune dinamiche climatiche si stanno modificando e gli scienziati si stanno dando da fare per capire cosa e perché stia succedendo.

Ma quand’è che abbiamo iniziato a esplorare Marte?

Innanzitutto c’è da dire che, è molto difficile da visitare: sono state tentate almeno quaranta missioni, oltre la metà delle quali sono fallite. È difficile da credere, ma alcuni scienziati spaziali sono convinti della presenza del demone marziano, una forza immaginaria che sabota i veicoli spaziali in rotta per il Pianeta Rosso!

Comunque sia, la prima missione portata a termine fu quella lanciata dalla Nasa il 28 novembre 1964, la navicella si chiamava Mariner 4, passò a 9844 km dal pianeta e scattò 22 immagini. Nel 1971 la sonda russa Mars 2 fu la prima a orbitare intorno a Marte, cosa che successe anche alla sorella Mars 3 che riuscì oltretutto a far atterrare una navicella che fu operativa solo per 20 secondi, dal momento che – pare – sia stata distrutta da una tempesta di polvere marziana.

Le missioni che fecero dell’esplorazione di Marte il loro obiettivo principale, furono quelle delle sonde gemelle Viking verso la metà degli anni settanta: composte da un orbiter e da un lander – navicelle che girano intorno e che sostano sulla superficie di un corpo celeste – scattarono le prime foto della sua superficie. Dopo una pausa di oltre vent’anni, venne lanciata nel 1996 Mars Global Surveyor, che raggiunse l’orbita nel 1997. Nello stesso anno, la politica del faster, cheaper, better, ovvero più in fretta, a minor prezzo e meglio, diede modo al Mars Pathfinder di posarsi sulla superficie del Pianeta Rosso.

Sojourner, il piccolo rover, è anch’esso atterrato e ha proceduto lentamente sulla superficie per molte settimane, analizzando rocce e catturando l’immaginazione del pubblico. Purtroppo quella missione non si è stata fortunata, così come le quattro missioni successive, colpite – ad alcuni scienziati piaceva immaginarlo – dal demone marziano che le ha rese inutili o danneggiate in maniera irreparabile. L’orbiter e i lander russi Mars ’96, che trasportavano diversi esperimenti europei, sono andati persi nell’incidente di lancio nel 1996. Il Mars Climate Orbiter statunitense si è perso all’arrivo su Marte nel 1999; la stessa cosa è successa alle sonde statunitensi Mars Polar Lander e Deep Space 2 nel medesimo anno.

Tuttavia, nel 2001, la sonda americana Mars Odyssey è riuscita a raggiungere l’orbita, in modo da poter effettuare osservazioni globali di Marte. Il 2003 ha segnato un rinnovato interesse per Marte, con un crescendo di missioni verso il Pianeta Rosso: il lancio da parte dell’Agenzia Spaziale Europea di Mars Express insieme a Beagle e i due rover della NASA, Spirit e Opportunity, fino ad arrivare al lander Curiosity, di cui si è gia parlato in quest’articolo e la sonda Perseverance atterrata nel febbraio di quest’anno.