“In ognuno di noi esiste un angelo” ci insegna Colette Miller, un’artista che, da dieci anni a questa parte, dipinge delle ali di angelo a grandezza naturale sui muri delle città di tutto il mondo. Perché non immaginare, per un attimo, di essere per davvero degli angeli? Da questa domanda è nato il progetto che ha reso celebre la Miller, ossia il Global Angel Wings.
Chi è, però, Colette Miller? Quale è la sua storia? Cerchiamo di scoprire qualcosa di più in quest’articolo.
Immagine di Colette Miller dal suo sito ufficiale
Colette Miller “cittadina del mondo”
Sua madre, olandese, è cresciuta tra il suo Paese di origine e l’Indonesia, mentre suo padre è americano, più precisamente statunitense. Questa famiglia, comunque, si è rivelata un po’ la “ricetta perfetta” affinché la piccola Colette potesse viaggiare per il mondo e, dunque, conoscere tantissime di quelle culture ed entità tanto da portarla alla consapevolezza di essere davvero una cittadina del mondo.
I suoi numerosi viaggi in Europa, Cina, Africa Orientale e Meridionale, Medio Oriente, alture tibetane e l’intero continente americano l’hanno portata non solo ad arricchire il proprio bagaglio culturale, ma anche a “lasciare il suo segno” ovunque andasse con le sue opere murarie. In particolare, con le sue ali angeliche, che hanno fatto la loro prima comparsa esattamente dieci anni fa.
Opera di Colette Miller dal suo portfolio
Il progetto Global Angel Wings
Quando nasce questo progetto? Ebbene, le prime ali d’angelo firmate Miller fanno la loro comparsa nel 2012. “Nascono” tra le strade che si intrecciano nei sobborghi di Los Angeles, città in cui risiede dal 1999. La nomea di città degli angeli non è stata, però, la fonte d’ispirazione che ha portato la Miller a ideare queste enormi ali.
Infatti, il motivo sembrerebbe un altro: mentre era bloccata nel traffico, la donna ha provato ad immaginare quanto sarebbero stati più belli i muri grigi della città se fossero stati “adornati” di ali angeliche, un elemento che a suo parere poteva essere un qualcosa di edificante per l’umanità. Infatti, non è insolito sentirla dire che “esiste un angelo in ognuno di noi“!
Di lì a poco, le ali d’angelo della Miller sarebbero diventate un’icona globale, comparendo dapprima in altre località americane (Washington DC, Virginia, West Virginia, Miami, Hollywood e New York) e poi letteralmente in giro per il mondo. È possibile trovare i murales alati in Australia, in particolare a Sydney, Melbourne e Perth, in Messico (Juarez), a Cuba (L’Avana) e addirittura in Africa, dove compaiono in tre città del Kenya (Nairobi, Kogelo e Koyale). In Europa è possibile trovarli a Parigi, in Inghilterra e anche da noi: due opere di Colette si trovano a Brescia e a Palermo.
“My art is inspired by my heart, dreams, philosophies, memories, psychic or intuitive forces and color and movement. I never consider a painting finished until I reach a point of love for the piece, a certain wholeness and completeness; where nothing essentially nags at me, telling me its not done. I believe successful art tends to invoke a type of meditation or mind travel.”
Colette Miller, citazione presa dalla sua biografia
Colette Miller all'opera. Foto di Alfredo Melidoro
Un paio di curiosità
Tra il 1986 e il 1987, Colette entrava a far parte della band thrash metal Gwar. Nella sua breve attività vestiva i panni di Amazina, un personaggio che potremmo riassumere come “la donna guerriera che si scagliava contro l’imperante stereotipo del corpo femminile estremamente sessualizzato”, che negli Anni ’80 era ancora ben diffuso nella società americana.
Il suo progetto Global Angel Wings, che ad oggi compie dieci anni e attraversa quattro continenti, non è certo passato inosservato. Infatti, la sua viralità è dovuta soprattutto alle star della musica e dello spettacolo. Anche la celebre coppia Ferragnez è “caduta” nel tranello delle ali d’angelo, e non solo: artisti come Bianca Balti e i Red Hot Chili Peppers hanno contribuito a portare in auge il progetto della Miller.
Classe 1996. Sono appassionata di molte cose, tra cui la fotografia.
Nasco in un borgo del Centro Italia e quando ne ho la possibilità faccio dei piccoli viaggi (o gite fuori porta, come preferite) nei luoghi più disparati della mia terra, ossia proprio l’Italia Centrale.
Quella di Hermesmagazine è la mia prima esperienza in assoluto da pubblicista; dietro le quinte ho curato, insieme ad altre persone, i testi di alcuni articoli per il sito leviedelcinema.it (Rassegna del film restaurato che si tiene non molto lontano da casa mia). Nel tempo libero gestisco una piattaforma personale in cui ho catalogato i miei scatti in giro per il Centro Italia (e non solo) e in cui scrivo qualcosa riguardo i miei spostamenti.