Giorgio Vasari, l'inventore del Rinascimento

Giorgio Vasari, l’inventore del Rinascimento

Il 1500 è stato un secolo fra i più significativi della Storia d’Italia. Nel 1492 inizia, secondo le consuete periodizzazioni, l’età moderna. La fine del medioevo veniva accompagnata da una definizione di nuovi equilibri nella gestione politica della penisola, Francia e Spagna asburgica si contendevano i vari regni italiani e gli equilibri venivano rotti in maniera assidua. Un susseguirsi di protagonisti come Lorenzo e Piero de Medici o Savonarola, che segnavano la fine del secolo precedente fino ad arrivare al Ducato di Milano, guidato da Francesco di Valois.

Proprio a cavallo tra i due secoli si erano affermati i grandi artisti come Leonardo, Raffaello, Michelangelo. Proprio loro segnavano l’innovazione. Finalmente si definiva un nuovo modo di fare arte. Una nuova maniera. Da lì il termine coniato da un grande personaggio del XVI secolo che fu un artista, un architetto ma soprattutto il primo importante storico dell’arte, Giorgio Vasari che per definire la moderna concezione artistica coniò il termine Manierismo indicando il periodo che va dal 1520 al periodo della controriforma. Questo termine finì per significare la ripetizione delle tecniche inventate dai grandi innovatori. Si generò così con il tempo il significato spregiativo, in quanto il termine manierista iniziò a significare qualcosa di ricalcato, ripetuto. Come il tentativo di riprodurre qualcosa di eccelso usando le medesime tecniche. 

Chi era Giorgio Vasari?

Vasari è lo studioso d’arte più importante di tutti i tempi.  Fu, come direbbe il Prof. Claudio Strinati, un grandissimo intellettuale. Organizzatore di eventi, una delle prime figure che si occuparono di promuovere l’arte, raccontarla, renderla interpretabile. Infatti il suo capolavoro assoluto resta un’opera storiografica intitolata “Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architettori” pubblicato per la prima volta nel 1550. Proprio in quel testo vengono coniati per la prima volta i termini Rinascimento, Gotico, oltre che il sopra citato Manierismo.

Vasari fu anche un artista. Le sue innovazioni si dimostrarono in particolare nel campo dell’architettura, specificamente nella costruzione di apparati teatrali come quello contenuto nel Salone dei Cinquecento all’interno del Palazzo Vecchio di Firenze, o il Complesso degli Uffizi a Firenze, il Palazzo della Carovana a Pisa.

Se ci si imbatte nei dipinti del Vasari, si scopre che il suo stile, aderente allo stesso manierismo da lui descritto e a cui attribuiva un ruolo positivo, non riesce a eguagliare l’idea di maniera cui tende. La capiva perfettamente e via via che la sua produzione andava avanti il livello delle sue opere è andato crescendo. Ma non possiamo definire Vasari un pittore di rilevanza come lo furono molti altri all’epoca. Vasari si può dire che abbia definito una nuova forma di innovazione, quella critica. Proprio negli anni in cui tanto era stato fatto, c’era bisogno di inventare un modo per collocare le opere e gli artisti, per definire una storiografia, periodizzare, nominare. Vasari assunse un ruolo di mestierante in ambito artistico, a causa della crisi famigliare che lo vide, dopo la morte del padre, costretto a occuparsi della madre e dei fratelli. Il suo essere artista fu penalizzato dalla necessità economica che incombeva su di lui. Riuscì a trascendere nella critica e nell’architettura. Si può dire che fu il vero inventore del Rinascimento,  una lente storica ancora oggi consolidata e senza la quale la modernità non avrebbe potuto edificarsi e brillare.

“Le vite” è un testo eccezionale proprio perché la storia dell’arte è raccontata all’interno delle biografie, nella contingenza dei vissuti artistici. Opera dedicata a Cosimo de Medici a cui fu dedicata tutta la prima parte. Nella seconda tra i tantissimi artisti affrontati i più noti sono Cimabue, Giotto, Duccio di Boninsegna; nella terza compaiono Paolo Uccello, Donatello, Beato Angelico, Brunelleschi, Leon Battista Alberti; nella quarta Leonardo da Vinci, Giorgione, Rosso Fiorentino; nella quinta artisti meno noti tra cui compare il Pontormo; nella sesta Michelangelo, Bronzino e lo stesso Vasari per ultimo. È interessante come Vasari, nato aretino e morto fiorentino, si sia concentrato essenzialmente sull’arte toscana. Forse l’influenza di Cosimo de Medici è stata significativa per tracciare il filo di una Storia d’Italia che oscura altre storie, altre vite di altre zone di cui purtroppo sappiamo ben poco.