La mostra antologica di Giuseppe Pirozzi sarà aperta al pubblico fino al 6 gennaio 2025 all’interno del Cellaio storico edificio situato nel Museo di Capodimonte a Napoli, e presenterà attraverso circa 80 opere, i momenti salienti della carriera dello scultore.
Giuseppe Pirozzi dichiara: Sono molto contento del riconoscimento che questa mostra rappresenta all’interno del contesto cittadino e in questo museo di prestigio. Il luogo scelto: il Cellaio, è un edificio integrato perfettamente nel Bosco, questo rispecchia il mio lavoro perché da sempre la natura ha fatto parte delle mie opere. Capodimonte è un luogo a me molto caro perché ho abitato qui vicino, mia moglie insegnava all’Istituto Caselli e il mio studio si trovava a villa Fagella, nei pressi del Bosco, dove c’erano molte residenze d’artista. Associo Capodimonte all’ex Soprintendente Raffaello Causa che, accanto all’arte antica, ha saputo valorizzare i giovani artisti. Infatti, con lui, nel 1961 partecipai alla mostra chiamata Giovani artisti italiani’ alla casina Pompeiana.”
Giuseppe Pirozzi: un dialogo intimo con le opere
Il progetto offre agli spettatori in visita, un dialogo intimo con le opere, attraverso un viaggio nel tempo a partire dagli anni Cinquanta.
Le opere provenienti dallo studio dell’artista e da varie collezioni, evidenziano inoltre l’evoluzione delle tecniche, delle forme, degli strumenti e dei linguaggi che l’autore ha utilizzato durante il suo percorso artistico.
Giuseppe Pirozzi: l’inaugurazione della mostra
L’esposizione coincide inoltre con l’aggiunta alla collezione del Museo di Capodimonte di sette opere donate da Giuseppe Pirozzi, presentate all’inaugurazione che si è svolta il 16 settembre.
Il Direttore del Museo di Capodimonte, prof. Eike Schmidt dichiara: «È un onore inaugurare una mostra dedicata a Giuseppe Pirozzi nell’anno in cui ha compiuto il suo novantesimo compleanno. Pirozzi è tra gli artisti che hanno maggiormente contribuito al rinnovamento della scena napoletana, recependo e rielaborando le tendenze internazionali attraverso un percorso straordinario di oltre sette decenni.»
La mostra nasce dalla collaborazione con l’artista, e con il contributo di sua figlia Francesca e dei curatori del Museo di Capodimonte, che hanno selezionato le opere e i materiali dell’archivio.
Sono una musicista e sono laureata in culture digitali e della comunicazione, scrivo da sempre e sono stata responsabile di una redazione di musica, di cui scrivo prevalentemente. Scrivo anche di arte, libri, cultura generale, folklore e tradizioni. Sono appassionata anche di storia antica e contemporanea.