Sino al 7 dicembre prossimo, presso la Fondazione Carlo Levi a Roma sarà aperta l’esposizione “Carlo Levi, la famiglia, gli anni venti” per celebrare i centoventi anni dalla nascita di uno dei narratori e pittori italiani del novecento più degni di nota: Carlo Levi (Torino 29 novembre 1902- Roma 4 gennaio 1975).
Poliedrico e acuto, noto soprattutto per il libro “Cristo si è fermato a Eboli” (1945), politicamente appassionato, Carlo Levi è stato anche un pittore di talento. Anzi è proprio la pittura che intraprende e coltiva a segnare i suoi anni giovanili e le sue prime esperienze artistiche.
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Fu durante il fascismo, quando per le sue idee politiche sarà confinato in Basilicata -lui torinese di nascita, vissuto sino ad allora in ambienti culturali stimolanti-, che avverte forte il disagio delle genti di quelle terre meridionali ancora sotto il giogo della miseria e dell’ignoranza. Sarà proprio in questo frangente che Levi partorirà il suo romanzo capolavoro, poi dato alle stampe nel ’45, ricco di intensità emotiva e di verità scomode sulla “questione meridionale”, di cui si occuperà anche in seguito come giornalista e in qualità di direttore del quotidiano romano “Italia libera” .
Questa esposizione romana vuole invece porre l’accento sul Levi pittore, sulla sua vita intima e familiare. 28 dipinti e molte fotografie inedite, provenienti dal fondo fotografico della Fondazione, raccontano la formazione e lo sbocciare di una vocazione artistica che lo porterà anche alla Biennale di Venezia negli anni 1932,1948,1950,1952 e nel 1954 e 1956 quando aderisce al gruppo neorealista.
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Paesaggi della sua città, ritratti e nature morte si distinguono per le scelte cromatiche e per le tecniche compositive che accompagnano l’evidente evoluzione artistica nel tempo. Dalle diafane, intimiste figure della fine del secondo decennio del novecento, alle caratterizzazioni più incisive, quasi espressioniste degli anni trenta.
La mostra e il catalogo sono a cura di Claudia Terenzi; i testi di Claudia Terenzi, Andrea Levi e Stefano Levi Della Torre.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.