Molti artisti nel corso dei secoli si sono cimentati con il tema della Natività. Dal primo presepe vivente che San Francesco ha allestito nel paesino di Greccio, per far rivivere l’emozione della nascita del Cristo, l’iconografia religiosa ha espresso in molte versioni la scena del Natale.
Se già nelle catacombe si sono ritrovate scene della Madonna con in braccio il Bambino, e Arnolfo di Cambio (1245-1302) nel 1283 scolpì le prime statuette del presepe come noi lo conosciamo, è Giotto (1267circa-1337), intorno al 1303 che dipinse la prima rappresentazione pittorica della nascita del Messia, nella Cappella degli Scrovegni in Padova, nel contesto degli affreschi narranti la vita di Gesù.
Fonte foto: cappella degli Scrovegni
Anche Piero della Francesca (1412circa-1492), colui che per primo attuò la tecnica della prospettiva nelle rappresentazioni pittoriche, si cimentò con il soggetto della nascita del Cristo nel 1470-1475. Il quadro, olio su tavola, oggi è fruibile presso la National Gallery di Londra. Un gruppo corale angelico accompagna la scena ambientata in un paesaggio rurale.
Fonte foto: PartecipArt
Sempre alla National Gallery è custodito anche il dipinto a tempera su tela della Natività di Sandro Botticelli (1445-1510) del 1501 Una raffigurazione molto scenografica con tripudio di angeli che celebrano, festanti, la nascita del Bambinello.
Caravaggio (1561-1610) nel 1600 realizzò una grande tela (268×197 cm) a tema, con il realismo tipico del pittore, per l’Oratorio di San Lorenzo a Palermo, nella quale compaiono vicino al Bimbo appena nato e alla Madonna, i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi. Purtroppo il prezioso dipinto fu trafugato nel 1969 e mai più ritrovato. Un altro splendido olio del pittore lombardo raffigurante l’adorazione dei Magi del 1609, si trova presso il Museo Regionale di Messina.
Fonte foto: Museo Regionale Messina
Forse una delle più riprodotte tra tutte le rappresentazioni della Natività è “Adorazione del Bambino” (1619) l’olio su tela dell’olandese Gerrit van Honthorst (1590-1656) che operò in Italia e a Roma in particolare, conosciuto qui come Gherardo delle Notti. Molto visibilmente influenzato dalla tecnica caravaggesca della luce radente, il quadro è ora conservato presso il Museo degli Uffizi di Firenze.
Fonte foto: Museo degli Uffizi
In ultimo vorrei ricordare una versione contemporanea e, per certi versi, simbolistica, realizzata da Marc Chagall (1887-1985) nel 1941, nella quale sono presenti tutti i riferimenti alla vita del Cristo e alle manifestazioni del culto assieme ad una bellissima Madonna bianca che tiene in braccio il Bambino.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.