Uno francese e l’altro spagnolo. Uno dal carattere più mite, l’altro dall’animo sempre in fervore. Due uomini diversi, eppure accomunati da uno stesso destino comune: entrambi sono annoverati fra gli artisti più influenti e importanti del XX secolo. Parliamo di Henri Matisse e Pablo Picasso. Sebbene li legasse una profonda amicizia, non è un segreto che fra i due ci fossero anche dei dissapori, forse dovuti proprio alla rivalità artistica che, inevitabilmente, si pone anche fra i cuori più magnanimi.
Sono molti, infatti, i casi di competizione fra i più grandi pensatori e artisti del tempo; ricordiamo, ad esempio, la concorrenza che si fecero Leonardo e Michelangelo per decorare il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Oppure quella fra Vincent Van Gogh e Paul Gauguin. Insomma, non c’è da stupirsi di fronte a tali dinamiche.
Ma vediamo nel dettaglio il caso di Matisse e Picasso, indagando le motivazioni alla base della loro eterna rivalità.
Un background differente
La prima differenza che intercorre fra Matisse e Picasso va ricercata nella loro personalità. Il primo, di origini borghesi, è sempre stato un uomo pacato e tranquillo, con una vita piuttosto ordinaria. La sua passione per l’arte tardò ad arrivare, e si fece viva soltanto intorno ai ventuno anni. Picasso, di contro, era celebre per la sua esistenza sregolata e movimentata: ebbe tante donne, non si precluse mai alcuna esperienza, e iniziò a dipingere molto prima del collega francese, intorno ai quindici anni.
Fonte foto: arte.sky.it
Matisse era un uomo piuttosto tormentato, pieno di insicurezze e di paure. È risaputo che soffrisse di pesanti attacchi di panico, legati anche alle perplessità sulla sua arte. Picasso, invece, mostrava una certa sicurezza e spavalderia, ed è forse anche questo suo atteggiamento che rendeva il collega profondamente insofferente.
Nonostante percorsi di vita diversi, nel 1906 ebbero il loro primo incontro nello studio di Picasso, al tempo ventiquattrenne, mentre Matisse aveva già 36 anni. I due vivevano delle vite molto diverse, anche per via della grande differenza d’età: Matisse era sposato, mentre Picasso passava le giornate in compagnia di belle donne.
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La loro frequentazione continuò in Costa Azzurra, e i due artisti non nascosero mai la differenza delle loro esperienze, sia umane che artistiche. Ad ogni modo, li legava una profonda stima reciproca, sempre ricalcata da entrambi.
Allora perchè esistono diversi aneddoti che confermerebbero la loro rivalità? Si tratta solo di malelingue, oppure c’è sotto qualcosa di più? Come direbbe Manzoni “ai posteri l’ardua sentenza“, quindi noi ci limitiamo a raccontarvi alcuni degli episodi più significativi del rapporto fra i due artisti. Tirate voi le somme.
Alcuni aneddoti
Dopo il loro primo incontro, Matisse e Picasso decisero di sancire la conoscenza scambiandosi un’opera: l’artista francese decise di tenere con sé una natura morta dell’amico, mentre Picasso scelse il ritratto che il pittore francese aveva fatto all’amata figlia Marguerite. Un gesto sicuramente affettuoso, ma aspettate di sapere cosa successe successivamente.
Gli amici di Picasso non tardarono a raccontare la brutta fine che fece il quadro di Matisse: sembra che una sera fu utilizzato per spegnere mozziconi di sigaretta e preso di mira come bersaglio per giocare a freccette. Alcuni hanno ipotizzato che il sentimento di rabbia di Picasso fosse dovuto soprattutto alla sua attrazione nei confronti di Marguerite e all’impossibilità di starle accanto, prima per la malattia della ragazza e poi per altri fattori esterni.
Matisse morì nel 1954 e Picasso non si presentò al suo funerale. Ma sappiamo con certezza che non ne rimase indifferente. Françoise Gilot, la compagna dell’artista spagnolo, raccontò che girava senza tregua per la casa mormorando: “Matisse è morto, Matisse è morto…”
Nel 1955, poi, gli rese omaggio attraverso l’opera Les Femmes d’Alger, in cui sono presenti elementi che rimandano allo stile di Matisse. L’opera oggi appartiene alla Ganz Collection di New York.
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Insomma, non c’è dubbio sul fatto che il loro fu un rapporto di amore e odio, ma non dimentichiamo che nessuno dei due negò mai la stima nei confronti dell’altro, e forse fu anche questa rivalità a renderli due degli artisti più amati di sempre.
Da bambina leggevo i fumetti di Dylan Dog, poi – senza nemmeno accorgermene – sono entrata nel vortice dei grandi classici e non ne sono più uscita. Leggo in continuazione, in qualsiasi momento, e se non leggo scrivo. Scrivo per riempire gli spazi bianchi e vuoti della mente, ma anche perché è l’unica cosa che mi fa sentire viva. Cosa voglio diventare da grande? Facile: una giornalista.