oltre Caravaggio

Oltre Caravaggio: il ‘600 in mostra a Napoli

È stata prorogata sino al 31 marzo l’esposizione alla Pinacoteca di Capodimonte in Napoli: “Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli a cura di Stefano Causa, docente di Storia dell’arte moderna e contemporanea presso l’Università degli studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa” e Patrizia Piscitello, responsabile Ufficio mostre e prestiti del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

La mostra

oltre Caravaggio

        Fonte foto: Vesuvio Live

Il panorama artistico del seicento napoletano è stato qui analizzato e presentato, inserito nel contesto storico e sociologico, nonché prendendo in considerazione i rapporti degli artisti del tempo con l’esterno, in basa agli scambi culturali, i viaggi e la presenza in città di personaggi provenienti da ogni parte d’Europa.

Nelle 24 sale del museo dedicate a questa esposizione l’itinerario storico e artistico è ben delineato. Napoli nel XVII secolo era una delle megalopoli più popolose del mondo e un centro di potere importante, per questo le frequentazioni e le sfere di influenza culturale e le provenienze erano le più varie e cosmopolite del tempo.

Gli apporti esterni

oltre Caravaggio

Fonte foto: Il Giornale dell'Arte

È in questa prospettiva che vengono inseriti nella rassegna, dedicata al XVII e XVIII secolo, artisti come appunto il lombardo Caravaggio (1571-1610) che nelle sue peregrinazioni ha lasciato in Napoli una importante testimonianza del suo lavoro, gli emiliani Giovanni Lanfranco (1582-1647), Domenichino (1581-1641) e Guido Reni (15756-1642), il bergamasco Cosimo Franzaro (1591-1678), i romani Artemisia Gentileschi (1593-1653) e Gregorio Guglielmi (1714-1773), lo spagnolo Juseppe de Ribera (1591-1652) che visse e lavorò lungamente nella città partenopea,  i francesi Simon Vouet (1590-1649) e Pierre-Jacques  Volaire ((1729-1799)  e il belga Francois Duquesnoy (1597-1643).

La produzione artistica napoletana ha tratto ispirazione da questi grandi maestri, rielaborando un proprio stile iconografico e compositivo, esportando a sua volta nel resto d’Europa un linguaggio che ha contribuito all’evoluzione dello stile Barocco. Come è il caso di Luca Giordano (1634-1705) indiscusso caposcuola del Barocco napoletano, che venne chiamato a lavorare a Venezia, Firenze e in Spagna, influenzando a sua volta la pittura locale.