Anche quest’anno il Gruppo 78 insieme al comune di Trieste ha inaugurato, lo scorso 27 agosto, il festival “Robotics”, giunto ormai alla sua quarta edizione.
Sino al 24 settembre prossimo la manifestazione ospiterà diversi interessanti appuntamenti presso il Museo Revoltella e nel Magazzino 26 (sede tra l’altro del Museo del mare) del porto della città friulana.
Vengono qui esplorati i rapporti tra natura e nuove tecnologie, arte e rivoluzione robotica; gli impatti paradossalmente analogici che esistono tra le nuove frontiere delle bio-scienze e la creatività della natura umana.
Le mostre
Fonte foto: Il Piccolo
“Natura Bio-robotica” è il titolo dell’esposizione che accoglie una serie di video-proiezioni, video-performance, installazioni, quadri e fotografie dei più rinomati artisti sia nazionali che internazionali, nonché le opere del “Gruppo78”, molto attivo in questo genere di indagine linguistico-artistica. La
È anche presente una mostra personale del noto artista romano Davide Quayola che opera nell’ambito di una ricerca volta a interpretare l’iconografia classica reinventandone le caratteristiche visive e trasformandole, con l’aiuto delle nuove tecnologie, in oggetti altri. Il programma prevede anche la performance di Rhyzomas, che unisce danza, ritmica e scultura e la presentazione del volume “Zombie & Cyborg: il postumanesimo di Stelarc“, a cura di Maria Campitelli e Valentino Catricalà, primo saggio in lingua italiana dedicato al conosciuto body artist cipriota Stelarc (Stelios Arkadiou).
Tra gli altri eventi del programma, anche workshop aperti a tutti su prenotazione.
Fonte foto: Innovation Post
Il rapporto tra arte e tecnologia
Nella crisi ormai conclamata dell’arte contemporanea i mezzi di espressione tecnologica possono essere utilizzati sia per veicolare in modo “nuovo” vecchie idee o concetti già culturalmente digeriti, facendoli passare per innovazioni, sia per cercare di sorprendere lo spettatore con la capacità così duttile dell’intelligenza artificiale di produrre “effetti speciali”. Questo è quello che accade nella maggior parte della così detta “web art”.
Ma esiste ancora un aspetto, forse insito in ogni afflato artistico che produce capolavori, che è quello dell’introspezione e della capacità di indurre alla “coscienza di sé” che proprio il rapporto artistico tra l’uomo e le infinite possibilità della robotica possono, a mio avviso, veramente esplorare e sviscerare. Come nelle esperienze immersive ( non naturalmente dettate dalla volontà di stupire) o nelle, più minimali interazioni con qualcosa d’altro da sé.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.