200 anni fa ci lasciava il poeta romantico John Keats

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Nonostante il Romanticismo sia nato in Germania, solitamente a essere ricordati sono poeti romanzieri romantici inglesi, forse perché maggiormente studiati a scuola. Fra i più celebri vi è sicuramente John Keats, facente parte della seconda generazione dei romantici inglesi. Essendo passati 200 anni dalla sua scomparsa, ripercorriamo oggi la sua vita e le sue opere. Nato nel 1795 a Londra, John Keats si interessò alla letteratura fin dalla tenera età, ma, terminata la scuola, divenne un apprendista chirurgo. Nel 1816, dopo aver terminato gli esami di medicina, decise però di abbandonare la carriera medica e di dedicarsi completamente alla poesiaConobbe importanti scrittori dell’epoca come Percy B. Shelley e sviluppò un grande interesse per l’arte e la mitologia greca, che influenzò profondamente la sua opera. Scrisse infatti numerosi odi, che si rifacevano proprio alla letteratura classica. Fra queste vi sono: To Psyche (Ode a Psiche); Ode to a Nightingale (Ode ad un Usignolo); Ode on a Grecian Urn (Ode su un’Urna Greca).

 

Nella poetica di Keats è importante e ricorrente il tema della bellezza. Per lui, la bellezza è sia fisica che spirituale. La percezione della bellezza fisica coinvolge tutti i cinque sensi, suscita gioia e porta alla bellezza spirituale. Queste due bellezze sono collegate fra di loro, perché la prima è soggetta al tempo e destinata a scomparire, mentre la seconda è eterna. Keats identifica la bellezza come l’unico sapere, termina infatti Ode su un’Urna Greca con queste parole: “La bellezza è la verità, la verità è la bellezza. Questo è tutto ciò che sai sulla Terra, questo è tutto ciò che hai bisogno di sapere”. Si può quindi considerare come un precursore degli Esteti, che consideravano il suo culto per la bellezza come l’espressione del loro motto “Arte per l’amore dell’arte“.

 

John Keatsmorì poi a Roma di tubercolosi il 23 febbraio del 1821, 200 anni fa, per l’appunto. Le sue opere, però, sono immortali, proprio come la bellezza spirituale.