Abbiamo già parlato della crisi delle librerie e in particolare riguardo alla “Mondadori“, con un nostro articolo precedente, avevamo annunciato la chiusura entro la fine dell’anno del Megastore di Milano. Oggi purtroppo vi segnaliamo che, dopo mezzo secolo, ha chiuso anche a Como la storica libreria “Mondadori”,in via Vittorio Emanuele. L’addio alla città è apparso nei primi giorni di febbraio sulle vetrine tutte rosse con un laconico saluto dei gestori ai propri clienti: “Grazie per le pagine sfogliate insieme in questi 50 anni“.
Seppure non si conoscano i dettagli precisi delle ragioni che hanno portato alla sua chiusura, rimane l’amarezza per la scomparsa di un luogo che ha davvero offerto cultura per 5 decenni. Si ipotizza che la chiusura sia dovuta a motivi economici: non sarebbe stato raggiunto l’accordo per l’affitto dopo un anno (il 2020), molto complesso anche per le librerie. Ma potremmo anche dire che è colpa del Covid, delle restrizioni, delle persone che leggono sempre meno, di Amazon e di chi sa quali altre mille ragioni. Le preoccupazioni sono evidenti: le chiusure delle librerie sono, in termini economici, perdita di occupazione. I dipendenti che ci lavorano restano con un dramma pesante da affrontare e in questo periodo risulta ancora più gravoso. Inoltre se chiudono librerie con grandi nomi, come appunto la “Mondadori”, si rischia che il problema diventi di quelli a “effetto domino” e che questo scoraggi una ripresa degli investimenti nel settore. Purtroppo il futuro sembra essere poco sereno, in ogni campo, ma in questo in particolare.
Pur augurandoci che si possa trovare una soluzione a questo triste declino, resta il fatto che uno dei simboli storici di Como ha deciso di abbassare la saracinesca e, dopo Milano, fa un po’ paura. Quando una libreria chiude, piccola o grande che sia, è sempre un colpo al cuore per gli amanti della lettura e della cultura.
Mi rimetto in gioco sempre. Cerco ogni giorno il meglio da me e per me. Curiosa, leggo e scrivo per passione. Imparo dal confronto, dalle critiche costruttive e rinasco cercando di superare i miei limiti. È così che approdo a nuove mete dopo scelte di studio e lavoro completamente diverse, quali la contabilità e un impiego in amministrazione in un’azienda privata e mi dedico a ciò che avrei dovuto fare fin dall’inizio.