Stella è una ragazza ribelle, contro le regole e vivace, con alle spalle una storia di violenza abbastanza drammatica. Ha genitori che non sono stati in grado di assicurarle una crescita serena ed un’infanzia distrutta, come quella di molti bambini che vivono in situazioni analoghe. Per questo, i servizi sociali decidono di prelevare Stella e portarla in una comunità educativa in cui entra in contatto con educatori, che all’inizio paiono in grado di capirla e volerle bene, ma che poi mettono in atto un metodo educativo molto discutibile. Stella, inoltre stringe amicizia con gli altri utenti della casa famiglia, che a loro modo cercano di evadere come ogni ragazzo della loro età. Al compimento del diciottesimo anno, però, la sua vita viene stravolta da un particolare progetto di crescita volto ad evitarle un “ipotetico” riformatorio. Succederà qualcosa che però renderà la sua vita, ancora più difficile, e la porterà a vivere un momento critico con sè stessa. Riuscirà la nostra Stella, a trovare la sua luce dentro di se, anche in zona d’ombra senza cercare il sole?
Recensione
Una storia molto difficile. Un racconto scomodo. Un racconto che si legge anche se ci sono dei momenti in cui vorresti fermarti e respirare. In quanto ad ogni pagina voltata si vorrebbe comprendere il motivo della violenza e gli atteggiamenti di chi fondamentalmente dovrebbe fare del bene alla nostra protagonista, e invece pare approcciarsi in modo totalmente anti-educativo. Pagina dopo pagina il male si confonde con il bene. E la domanda che ci si pone è solo una “perchè?” Si tratta di un libro che alterna carezze e schiaffi e non si è mai troppo sicuri da quale parte effettivamente sarebbe meglio stare.
Stella, è un nome che porta con sè qualcosa di luminoso, qualcosa che splende. E’ un corpo celeste che brilla di luce propria. Quando però si splende ci si brucia anche. E ci si ustiona parecchio. Soprattutto quando è proprio il mondo intorno a te ad accenderne la miccia per farti esplodere. Un libro non scontato, ricco di colpi di scena che ricerca, nel paradosso, di esternare tutte le emozioni che entrano in gioco. Un metodo educativo che diventa una gabbia, una ragazza troppo grande per essere “addestrata” alle regole. Un dualismo di luce e ombre che porta con sé tutte le luccicanze del dolore, di chi cerca il sole e non sa che molto probabilmente, deve trovarlo attraverso vari “step” dolorosissimi, come quelli descritti in “Come un girasole all’ombra”, nella propria anima. Nel suo essere.
Quello che colpisce maggiormente e che allo stesso tempo, fa più male, è l’accettazione passiva di questa ragazza, la quale adotta certi atteggiamenti prevaricatori di altri personaggi ed il suo lento spegnersi e rassegnanrsi ad ogni capitolo che segue.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.