Francesca Ghezzani, professionista dai mille volti

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Fonte foto: Francesco Tacchini

Giornalista, Responsabile di un ufficio stampa… Francesca Ghezzani è una professionista dai mille volti, che ha saputo sfruttare al meglio il suo prezioso bagaglio culturale per metterlo a servizio della comunità. Attraverso questa intervista comprenderemo le dinamiche del suo lavoro e il percorso che l’ha portata all’attuale carriera.

Francesca Ghezzani

L’intervista

 

Ciao Francesca, ti va di spiegare ai nostri lettori chi sei e cosa fai?

“Certo, con immenso piacere e altrettanta gratitudine! Classe 1981, nasco con la passione per la comunicazione e il “dietro le quinte” nel sangue. Mi laureo in Scienze Linguistiche e Tecniche dell’Informazione e della Comunicazione con una tesi dal titolo “L’informazione nel palinsesto della TV italiana e tedesca: analisi dei programmi di approfondimento” e conseguo poi la Specializzazione in Tecniche di Produzione nell’Audiovisivo e nel Multimediale.

Inizio la professione giornalistica nel 2003, mentre frequento ancora l’Università, nel ruolo di autrice di programmi di approfondimento e redattrice per il Tg, successivamente alla passione per il giornalismo televisivo affianco nel tempo collaborazioni radiofoniche e con testate nazionali, con cui collaboro come freelance o, talvolta, direttore responsabile.

Parallelamente, ho lavorato con istituti in qualità di docente di comunicazione ed eventi e da anni opero nelle vesti di addetta stampa, senza mai tralasciare il giornalismo puro.”

L’esordio televisivo

Come è iniziata la tua carriera da giornalista televisiva?

“È cominciata il 29 maggio del 2003, data che ricordo perfettamente perché nel momento in cui ho messo piede negli studi televisivi ho conosciuto colui che sarebbe diventato mio marito e che, ai tempi, lavorava lì in regia.

Mi presentai per lavorare in redazione e non per andare in video, non avevo alcuna aspirazione in tal senso né esperienza, invece mi ritrovai catapultata a leggere delle notizie davanti a una telecamera insieme a un’altra ragazza: lei mora, io bionda. L’editore scelse me… Ho sempre scherzato su questo episodio, immaginando mio marito sposato oggi con l’altra donna, se solo avesse preferito lei.”

La decisione di seguire gli autori e promuoverli

Quando hai deciso, invece, di lanciarti anche nella promozione degli autori?

“Lavoro nell’ambito degli uffici stampa da ancor prima di diventare ufficialmente giornalista iscritta all’Albo. Gli esordi risalgono al 2005, quando mi occupavo a Milano della promozione del cinema italiano ed europeo all’estero. Un lavoro fatto di Pr che mi richiedeva di essere continuamente presente ai maggiori Festival cinematografici di tutto il mondo, stimolante, invidiato da molti, ma massacrante e che non vedevo adatto sul lungo termine, nutrendo da sempre il sogno di costruirmi una famiglia e diventare mamma.

Nel 2015, proprio mentre ero in dolce attesa, mia madre stava per uscire sul mercato editoriale con un suo romanzo. Fu così che, durante uno dei nostri pranzi domenicali, mi proposi di aiutarla mettendo a frutto l’esperienza pregressa e i vari contatti maturati negli anni. Nel giro di poco, realizzai quanto fosse necessario aiutare con onestà gli autori meritevoli a far parlare di sé in un mercato inflazionato come quello editoriale e dalle dinamiche non sempre cristalline. L’amore per la cultura e i libri ha fatto il resto.”

Francesca Ghezzani oggi

Qual è la tua routine lavorativa? Come ti dividi tra i tuoi lavori?

“Eh, bella domanda! Diciamo che devo organizzarmi al meglio per rispettare tutte le scadenze e incastrare ogni impegno, professionale e personale. Una sorta di tetris stressante ma anche estremamente soddisfacente. Redigo settimanalmente un planning “salvavita” e con tanto lavoro su me stessa ho imparato a mettere dei paletti al telefono che squilla e alle continue notifiche che arrivano per tenere divise la sfera personale da quella lavorativa e non togliere qualità al poco tempo libero a disposizione. Non sempre ci riesco, però diciamo che sono migliorata tanto negli anni. La mattina porto a scuola mia figlia e, se non urgente, evito di rispondere prima di allora ai vari messaggi, poi mi concentro davvero sul lavoro dando priorità alle priorità e facendo un bel respiro quando tutto sembra essere importante in egual misura. Passo mille volte al giorno dall’ufficio stampa alle scalette di radio e tv, poi torno alle interviste, poi rimetto mano a mail e messaggi, è un continuo rimbalzo che può sembrare effettivamente dispersivo, ma che alla fine è basilare, perché bisogna avere una mente elastica e una spiccata dote di problem solving per lavorare nel mio ambito e gestire la pressione esterna.”

Quali sono le difficoltà di un ufficio stampa oggi?

“Essendo anche giornalista e vivendo quindi simultaneamente i due ruoli da entrambe le parti della scrivania, non ho particolari problemi: in fondo, sono miei colleghi tanto i giornalisti quanto gli addetti stampa. Diciamo che in un continuo flusso di notizie e comunicazioni bisogna essere bravi a mandare dei press kit in linea alle necessità di redazione e a capire quando le non risposte sono a tutti gli effetti delle risposte e quando è, invece, il momento di risollecitare.

Trovo più difficile, ad esempio, far comprendere che oggi il giornalismo va di pari passo alla tecnologia e che un’uscita su un giornale cartaceo resta sì indubbiamente prestigiosa ma ormai le testate sono sempre più digitali e che questo ha anche i suoi vantaggi; oppure, sempre a titolo di esempio, che se non ci sono particolari premesse è difficile per un esordiente puntare a testate di prima fascia e, pertanto, è necessario essere determinati ma non egoriferiti. Inoltre, non da ultimo, rammento che ci sono determinate dinamiche del sistema editoriale, spesso deludenti, che vanno conosciute se si intende pubblicare e buttarsi nella mischia.”

I social network come strumento di promozione

Secondo te l’utilizzo dei social network può aiutare nella promozione o è controproducente?

Se fatto con strategia e determinazione assolutamente sì. Anche qui bisogna conoscere almeno un minimo, senza pretendere di essere un professionista, le caratteristiche dei vari social, gli orari e i giorni più adatti per fare un post, l’uso fondamentale delle immagini e la capacità di sintesi nello scrivere. Insomma, se usati nel modo corretto sono un grande veicolo in più di visibilità anche per rilanciare la rassegna stampa stessa, ma se utilizzati nel modo sbagliato rischiano l’effetto boomerang. Volete un esempio tra tutti? L’ennesimo scrittore o scrittrice che ci propina il proprio “Bestseller” il giorno del nostro compleanno corredando gli auguri con il link di acquisto del libro, magari senza neppure essere tra i nostri contatti. Il venire immediatamente bannati è il rischio minore che si corre!

Insomma, per dirla con altre parole, strategia, intelligenza e signorilità non possono assolutamente mancare.”

Il rapporto con gli autori e i progetti futuri

Parliamo del rapporto con gli autori: che tipo di legame instauri con loro?

“Solitamente stupendo, seppure talvolta ci sia bisogno di incoraggiarli così come di ridurne le aspettative. Non si creda che il lavoro di ufficio stampa editoriale, così come per la figura dell’agente letterario, dell’editor, dell’editore stesso, si limiti a creare occasioni di visibilità e a organizzare interviste e ospitate. È molto di più, ma fare un viaggio in tandem consente di crescere insieme e getta le basi per rimanere piacevolmente in contatto anche dopo il periodo di promozione di un’opera.”

Quali sono i tuoi progetti lavorativi a lungo termine?

“Continuare a seguire con cura e passione i miei autori e i loro ‘figli di carta’, come li chiamo io. Sul fronte televisivo riprendere il prossimo settembre la quinta stagione di “Fatti e Storie da raccontare” sentendo come in ogni edizione il calore delle persone da casa e portare avanti quello che viene definito “il giornalismo costruttivo”, missione per me importantissima. Non da ultimo, c’è il sogno di co-condurre con un personaggio televisivo molto apprezzato da Rai, Mediaset e La7 un programma, sarebbe una bella soddisfazione professionale e il suggello della nostra pluriennale amicizia.”


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