It ends with us, la storia di violenza domestica scritta da Colleen Hoover, diventa un film e imperversa la polemica. Ma procediamo con ordine.
It ends with us – Il libro
Lily Bloom ha alle spalle un’infanzia difficile: il rapporto con il padre è sempre stato burrascoso e molti traumi hanno deviato il suo percorso di vita. Dopo il funerale di quest’ultimo, la giovane donna sembra però riuscire a ritrovare l’equilibrio, a ricostruire la sua quotidianità e a realizzare i suoi sogni aprendo il negozio di fiori che aveva sempre sognato. Tuttavia, l’incontro con il neurochirurgo Ryle Kincaid la porta a nuove sofferenze e a subire abusi psicologici e fisici.
It ends with us è stato pubblicato per la prima volta in Italia nel 2022 per la casa editrice Sperling&Kupfer. La traduzione è stata cura da Roberta Zuppet.
Coleen Hoover è una scrittrice statunitense autrice di molti bestseller di genere Young Adult. Il suo esordio è avvenuto con Tutto ciò che sappiamo dell’amore (2013).
It ends with us diventa un film
Il 21 agosto 2024 It ends with us è uscito in tutte le sale italiane, mentre dal 9 agosto era già possibile vederlo negli Stati Uniti. Dopo il successo letterario del 2022, adesso la storia si presta a divenire un caso cinematografico. Il ruolo della protagonista è stato assegnato a Blake Lively, mentre il marito violento è interpretato da Ryan Reynolds.
I temi trattati dall’opera e le polemiche
Hoover, attraverso il suo stile lineare e asciutto, ha deciso di trattare un tema molto complesso e delicato, ovvero quello della violenza domestica. La protagonista subisce, infatti, dapprima anni di violenze e soprusi in famiglia e poi, proprio quando crede di esserne uscita, si ritrova intrappolata in un amore tossico e manipolatore. Le dinamiche narrate dall’autrice sono attuali e, purtroppo, più consuete di quanto si possa credere. Il libro è stato un successo internazionale, ma la sua trasposizione cinematografica sembra già fare scontenti i lettori e il motivo è molto serio. La polemica riguarda lo stile narrativo scelto dalla regia già a partire dal trailer che, a detta di molti utenti, sembra voler romanticizzare l’abuso. Inoltre, la stessa Blake Lively è stata duramente criticata perché ha sfruttato l’attenzione creatasi attorno a sé per sponsorizzare la sua linea di prodotti per capelli anziché spendersi per sensibilizzare i suoi followers sui temi dell’abuso.
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.