La donna degli alberi è un romanzo che affascina il lettore per due motivi: il primo è che riesce a catapultarti in un mondo introspettivo che non ti aspetti, quello di una donna che decide di vivere un esperienza di solitudine. Ed il secondo è che a raccontare questo “dentro” in modo dettagliato e sensibile, c’è un uomo, non una donna: Lorenzo Marone, l’autore di questo romanzo.
La donna degli alberi, trama
La donna di cui si racconta in questo romanzo è sola, inquieta ma soprattutto sta scappando da qualcosa. In fuga per un non definito motivo, che sarà del tutto una questione che nemmeno interesserà il romanzo. Non vuole più restare dove non c’è amore. Ha deciso quindi di lasciare la città, nella quale tutto passa senza nemmeno accorgersene. Tutto è frenetico. Tutto è in vendita. Lei, la donna, ed è tornata nella vecchia baita dell’infanzia, sul Monte. Qui vive senza passato, attende che la neve seppellisca i ricordi e segue la ciclicità della vita, dello scorrere del tempo.
Fonte: Feltrinelli
C’è un inverno da attraversare, il freddo da combattere, la solitudine soprattutto, da farsi amica. Ci sono i rumori degli alberi e le creature che popolano il bosco: una volpe curiosa e un gufo reale che bubola sotto il tetto. E c’è l’uomo dal giaccone: lo straniero
La recensione
I personaggi
Tra le tante particolarità di questo libro c’è anche quella di non dare nome ai personaggi, neppure alla protagonista, che sono raccontati in modo strettamente caratteriale e riprendendo quello che poi è una loro peculiarità o caratteristica. Quello che però mi è davvero sembrato di respirare in quelle pagine è stato l’essere perfettamente in grado di saperli raccontare insieme, ma mantenendo una ‘individualità‘ tale da caratterizzare davvero bene ogni modo di essere. Lo Straniero dal giaccone rosso si prenderà cura della sua solitudine.
La Rossa, La Guaritrice, La Benefattrice
La Rossa, ovvero padrona della locanda, le terrà la mano nelle notti più tetre, nei momenti più difficili, perché anche il restare soli fa male, ed anche la natura a volte non guarisce del tutto l’anima, sapete? A volte riesce pure a spezzarla. La Guaritrice le insegnerà ad ascoltare la voce del vento, delle foglie, dello scrosciare della pioggia, del battere di una goccia sul davanzale, e persino il suo che fa il proprio. La Benefattrice, invece, ad assaporare il gusto di quella terra passata, ma sempre pronta a donarle nuovi frutti.
Lo straniero
Anche la solitudine porta un amore. Un amore che si sente. Che non si racconta, ma che si vive. È un amore fatto di passione, di momenti che sembrano farsi strada, tra gli alberi, tra i sentieri impervi delle montagne, e colui che le fa battere il cuore, sembra essere tutte queste cose qui. Eppure il mondo non è perfetto, forse nemmeno la natura lo è, forse nemmeno l’amore…
Gli animali
A questo cielo immenso e profondo non chiedere nulla di terreno, se avessi il coraggio potrei pregarlo di darmi un briciola di fede, che non l’ho avuta in eredità dai miei. A una di queste stelle che precipitando si fanno polvere potrei domandare di darmi lo sguardo dei bambini, farmi stare nel mondo a modo loro, fidarmi della vita non per necessità ma per scelta. Vorrei poter vedere la luce al mio fianco, la scintilla che evapora nella sera e mi fa compagnia, riconoscere l’angelo che mi viene a trovare, l’amico invisibile che mi dorme accanto e forse sorride, sentirlo sulla pelle come il vento e seguirlo mentre mi sussurra di andare, farmi spingere in avanti da lui, a incontrare le creature dello spirito che si muovono leggiadre sulla Terra per non svegliarci, la schiera di ospiti che abitano silenziosi la mia casa e il bosco.
Gli animali sono una parte quasi necessaria in questo racconto, ed è splendido il modo dell’autore nel raccontarli, con dolcezza ma anche rendendoli terribilmente e amorevolmente più umani di coloro che lo sono davvero tra queste pagine.
Lo consiglio perché
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.