L'ultima spiaggia

L’ultima Spiaggia: una vacanza per lo spirito

L’ultima Spiaggia, scritto da J. Patrick Lewis e illustrato da Roberto Innocenti, è nella sua totalità un albo d’autore capace di incantare adulti e bambini. Si tratta infatti di una di quelle storie senza tempo e che nella sua celebrazione del potere dell’immaginifico ha raccolto e raccoglie ancora oggi consensi in ogni fascia d’età.

La storia

Edito in Italia da La Margherita Edizioni nel 2005, viene ufficialmente dato alle stampe nel 2002 con il titolo originale The Last Resort. L’Ultima Spiaggia rimane intramontabile grazie allo stile unico e ricercato di Roberto Innocenti che amplifica il sapore surreale che J. Patrick Lewis vuole farci intuire in modo lampante, ad esempio mettendo come concierge un pappagallo. Si tratta della storia di un artista che di colpo si accorge di essere stato abbandonato dalla propria ispirazione: fino al giorno prima le idee scorrevano nella sua testa come un fiume in piena mentre, al momento in cui la storia ha inizio, una siccità creativa tormenta a tal punto l’artista che quest’ultimo decide di partire per un viaggio senza meta. In realtà la meta è ben chiara nel grande disegno universale. Infatti il caso porta il povero artista a cercare la sua immaginazione alloggiando in un singolare albergo sulla spiaggia. Qui tutti gli ospiti presenti hanno perso qualcosa e osservandoli il nostro protagonista si rende conto che in qualche modo tutti i presenti gli sono familiari. Leggendo la storia anche il lettore scopre di conoscere gli ospiti, forse non tutti se non si è lettori assidui, ma i più sicuramente. Non vi racconterò la fine ma posso scrivere che si chiude nel migliore dei modi.

l'ultima spiaggia
Varianti di copertina

Le scelte stilistiche

Come accennato sopra, lo stile di Roberto Innocenti rende questa storia incantevole in ogni sua sfaccettatura; l’illustratore sceglie infatti una taratura cromatica che evidenzia la personalità di ogni ospite esaltandone l’unicità. C’è poi l’immortalità di un tratto pulito che va intensificandosi solo su alcuni personaggi o in alcuni punti specifici di alcuni di essi. Il tutto viene egregiamente impreziosito dalla regia, poiché anche le inquadrature sono state scelte in base a ciò che gli autori volevano si vedesse della personalità dei vari ospiti dell’albergo.

Si tratta di un albo che difficilmente si legge per poi lasciarlo da parte, ci si torna sopra, un po’ come si torna ad una meta turistica non troppo distante da casa nella quale si riesce a ritrovare pace e armonia. Anche per questo credo posso essere messo sotto l’albero di Natale insieme ai titoli che vi ho suggerito, sempre qui si Hermes Magazine, nell’articolo Un libro illustrato anche per gli adulti.