J.K. Rowling, l’amatissima autrice di uno dei mondi fantasy più apprezzati degli ultimi vent’anni, è recentemente finita più e più volte nell’occhio del ciclone a causa delle sue affermazioni apparentemente contrarie alla comunità transfemminista, arrivando ad affermare che i sessi sono “preterderminati alla nascita”, dichiarazione portata avanti negli ultimi mesi, al punto da aver spinto l’autrice a restituire il premio Ripple of Hope per i diritti umani, assegnatole solo un anno fa dall’associazione Robert F. Kennedy, in seguito alle lamentele della promulgatrice del premio, Kerry Kennedy, che aveva commentato le affermazioni della donna come volte a sminuire “l’identità delle persone trans e non binarie”. Ma J.K. Rowling è davvero transfobica?
Gli indizi
Se i commenti dell’autrice non fossero abbastanza chiari, pare che le sue stesse opere suggeriscano che la risposta potrebbe essere positiva. Lo stesso soprannome di J.K. Rowling, Robert Galbraith, sembra essere quello di uno psichiatra americano, che dopo aver sperimentato e portato a termine la terapia di conversione gay su diversi soggetti, ha affermato di essere riuscito correttamente ad attuare la conversione del suo paziente omosessuale. Con questo pseudonimo, con il quale J. K. Rowling scrive ben dal 2013, la donna ha iniziato una serie di libri thriller i cui soggetti sono andati più volte sotto l’occhio del ciclone. Nel secondo libro della stessa saga, ad esempio, The Silkworm, vede la battuta del suo protagonista, Strike, nei confronti di una donna trans, che al momento del suo arresto dirà:“La prigione non sarà divertente per te… non prima dell’operazione”.
Troubled blood
L’ultimo libro di J.K. Rowling, dal titolo “Troubled blood”, è uscito il 15 settembre nel Regno Unito ed è stato fin da subito soggetto a molteplici polemiche. Quinto libro che vede come protagonisti Cormoran Strike e il suo partner Robin Ellacott. In questo libro Strike e Robin verranno ingaggiati per scoprire cosa sia successo a una dottoressa scomparsa ben quarant’anni prima.
La critica
Al centro delle polemiche sembra ci sia uno dei protagonisti principali della vicenda. Pare che in “Troubled blood”, infatti, il serial killer utilizzi abiti da donna per passare come innocuo. Dennis Creed, il serial killer dall’altissimo quoziente intellettivo, per diversi anni aveva rapito e torturato delle donne, utilizzando vari travestimenti femminili e parrucche, per apparire meno pericoloso ai loro occhi, nonché per giustificare il possesso dei cimeli, gli oggetti femminili sottratti alle sue vittime, alla sua vicina. Lo stesso travestimento dell’uomo era stato giustificato dall’autrice all’interno del libro:“Se indossi una parrucca, un po’ di rossetto, pensano che tu sia innocuo, strano… forse gay”. Nonostante le sue ben 944 pagine , il thriller è stato definito dal Daily Telegraph come un libro che suggerisce che “la morale del libro sembra essere: non fidatevi mai di un uomo travestito”. In seguito all’intervista, il profilo Twitter della Rowling è stato sommerso da twitt che accusavano l’autrice di transfobia ed omofobia, con tanto di hashtag #RIPJKRowling, in poche ore in cima alle classifiche del Regno Unito.Sebbene J.K. Rowling abbia commentato le accuse della Kennedy dichiarando che “implicavano erroneamente che io fossi transfobica”, le sue affermazioni inerenti a una data “preterminazione alla nascita dei sessi” e gli indizi sparsi nei suoi libri hanno indotto una parte del pubblico a pensare che effettivamente ci sia una maliziosità nelle parole della famosa Johanne.