“Variazioni senza tema”: tra ironia e arte al Teatro San Ferdinando

“Variazioni senza tema”: tra ironia e arte al Teatro San Ferdinando


fonte foto: Comunicato Stampa

Tra umorismo e leggerezza al Teatro San Ferdinando di Napoli, venerdì 18 Novembre si è tenuta la presentazione del nuovo libro di Manlio Santanelli, Variazioni senza tema, un’antologia tutta dedicata alla luna e ai lunatici, edita  da Caracò. 

In questo interessante viaggio ci sono stati presentati dieci racconti per dieci illustrazioni, tutti diversi ma ugualmente interessanti.

Chi è Manlio Santanelli? 

Manlio Santanelli è uno dei maggiori drammaturghi italiani ed un simbolo per quello che è il teatro napoletano. Una persona pratica, che bada all’uso del mezzo piuttosto che del fine, creando termini e detti per puro divertimento. 

Si laurea in Filosofia del diritto e lavora per tanti anni alla Rai nel settore della prosa, per poi dedicarsi a tempo pieno alla scrittura teatrale. 

Tra i suoi principali testi ricordiamo: Uscita di Emergenza, col qualche ha vinto il premio IDI e il premio Associazione Nazionale Critici italiani; Regina Madre, definita da Ionesco, come una delle più belle opere teatrali degli ultimi decenni; La Venere dei terremoti editata da Caracò, infine nel 2019 pubblica tramite la casa editrice GM Press, il suo primo romanzo Una furtiva lacrima. 

Manlio è uno a cui piace divertirsi e mettersi in gioco sempre con nuove sfide linguistiche e non. 

Il viaggio come tematica centrale

In Variazioni senza tema i dieci racconti sembrano tutti intraprendere dei viaggi, di cui si conosce la partenza, ma non l’arrivo. 

I protagonisti dei racconti sembrano partire tutti dalla “piazza della divaganza”, per poi arrivare a intraprendere strade diverse, in cui tutti noi un po’ ci rivediamo. 

Immergiamoci nel Libro di Santanelli.

Dieci x Dieci

Il libro parte sicuramente dal genio creativo di Manlio Santanelli, ma a renderlo ancora più affascinante è la prefazione a cura di Maria Teresa Chialant, che approfondisce ciò che i vari racconti autonomi vogliono raccontare, traendo da essi alcuni punti comuni, come l’amore e l’odio per la città di Napoli e gli animali. Scrive Chialant:

“Già il titolo Variazioni senza tema indica la propensione dell’autore al gioco linguistico, non fine a sè stesso ma come una sfida a frasi fatte e a espressioni idiomatiche consolidate, proponendone di nuove, nelle quali la seconda metà dell’enunciato contraddice quanto ci si aspetta dalla prima, così sfatando luoghi comuni e producendo un effetto di straniamento”.

Presentazione di “Variazioni senza tema”

fonte foto: Comunicato Stampa

A contribuire notevolmente alla costruzione dell’opera sono state le illustrazioni di Carmine Luino, che all’inaugurazione del libro, ha specificato che il suo è stato un lavoro di sintesi, rispetto quelle che erano le parole di Manlio a cui vi si possono attribuire infinite immagini. Dieci immagini tutte svolte con lo stile del papercut, ritagliando e colorando i fogli che daranno vita all’immagine, adagiata su uno sfondo bianco. 

Presentazione di “Variazioni senza tema”

Uno scatto che ritrae le opere di Luino

Luino non è solo un grande artista è anche il co-fondatore della casa editrice Caracò, colei che ha dato voce a questa importante opera. Luino, all’inaugurazione, ha fatto le veci di Alessandro Gallo, presentato la neo-casa editrice. Partita 12 anni fa, Caracò, è nata dall’idea di un gruppo napoletano, inseguito trasferitosi a Bologna, con cui Manlio ha già collaborato ne’ La Venere dei terremoti, pubblicata nel 2012.  Alessandro Gallo commenta così:

“Per noi, casa editrice con un pezzo di cuore a Napoli ritornare a pubblicare Santanelli significa stringere ancora le mani sulle nostre radici storiche, antropologiche e soprattutto culturali. Manlio per noi è stato e sarà ancora una bussola che ci ha permesso, come i personaggi di questa sua ultima opera, di farci giocare, riflettere, amare anche, le tante e troppe contraddizioni umane”.

L’Inaugurazione 

L’inaugurazione tenutasi al Teatro San Ferdinando di Napoli il 18 Novembre, è stata moderata da Katia Ippaso, attrice e giornalista teatrale. La presentazione dell’antologia dedicata alla luna e ai lunatici, ha accolto anche la mostra delle illustrazioni di Carmine Luino. 

Il tutto è partito con la lettura della prima parte del capitolo “E la luce fu”, dedicato proprio alla creazione, la seconda lettura si è tenuta sul capitolo “Il pertuso”, da cui si può trarre il riferimento allo scomparire all’interno di un buco, attribuendo ad esso diverse metafore. Infine l’ultima lettura è stata fatta su’ “La Cabala”. 

A leggere la prima parte di ogni capitolo: Antonella Morea, Stefano Cocifoglia, Stefano Jotti, i quali hanno incuriosito ancora più il pubblico al riguardo. 

L’autore risponde

All’incontro, l’autore ha risposto con fredda ironia, in proprio stile Santanelli, alle domande di Katia Ippaso. Tra queste scopriamo nello scrittore un rapporto con quest’opera strettamente connesso all’uso del suono, come se i dieci racconti potessero essere sia delle sonate da camera che un’opera sinfonica unica. Santanelli utilizza la realtà e scrive utilizzando la forma al posto del contenuto. 

La giornalista ha chiesto a Manlio come gli sia venuto in mente di far entrare in scena un’anaconda; la sua risposta ha connesso Napoli con l’Amazzonia, spiegando che la presenza di questo esotico animale non solo lo divertiva molto, ma ha anche sdrammatizzato sull’uso di possedere animali feroci da parte di quella che è la malavita, viscida proprio come l’anaconda.

L’autore ha spiegato, infine, di concentrarsi molto su quella che erano eventi assurdi, mescolandoli con divertimento e ironia.