Da Ghostbusters II a Ghostbusters 2016

Fonte immagini: dalla rete. © 1984-2021 Columbia pictures, Sony

 

Ghostbusters II è del 1989: nonostante i suoi 215 milioni di dollari di incasso venne considerato un flop sotto molti punti di vista, pertanto di Ghostbusters III non si parlò. Tuttavia, esattamente come per il secondo film, un soggetto di Ghostbusters III fu scritto da Dan Aykroyd praticamente subito.

 

Esso avrebbe contenuto tutto quello che non c’era stato nei primi, e (ancora) molto altro. Nello specifico, avrebbe parlato di una dimensione parallela e alternativa in cui esisteva un mondo al contrario, quello dei morti e dei fantasmi. I nostri avrebbero dovuto avventurarsi da un punto di accesso di Manhattan dal quale si sarebbero ritrovati a Manhellton, dove avrebbero incontrato copie malvagie di tutta l’umanità (compresi loro), con a capo del mondo il Diavolo. Finalmente avremmo avuto spiegazioni sul cosa fossero i fantasmi, da dove venissero, come la loro storia si intrecci con i destini dell’umanità. Da quest’inferno dantesco i nostri sarebbero poi usciti più volte “a rivedere le stelle” da vari accessi sparsi per il mondo, situazione che avrebbe poi portato alla necessità di tenere sotto controllo tali portali, ponendo le basi per la creazione della Ghostbusters International.

 

Ma come per il secondo film, oltre Aykroyd solamente la produzione era interessata a realizzare questo nuovo capitolo. Rick Moranis era ormai completamente rapito dalla serie Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi (e poi si sarebbe ritirato dal cinema, e solo forse lo rivedremo nel nuovo film), Sigurney Weaver era tornata nel ruolo di Ripley della saga di Alien, Bill Murray si era ormai dato a un tipo di cinema più impegnato e persino Ramis era ormai più interessato alla carriera da regista che da attore; e c’è anche il fatto che dopo un litigio durante le riprese di Ricomincio da capo (1993) Murray e Ramis non si parlarono per vent’anni…

 

E tutti avevano il timore di bruciarsi definitivamente le carriere. Ad un certo punto però Bill Murray propose alla produzione variazioni autoriali di sceneggiatura talmente interessanti da riuscire a tenere aperto uno spiraglio a lungo, probabilmente troppo. La richiesta era semplice: Peter Venkman sarebbe morto all’inizio del film, e avrebbe condotto i compagni attraverso l’inferno come un novello Virgilio.

 

Il film così com’era sarebbe costato però uno sproposito (200 milioni di dollari), e pertanto continuava ad essere rimandato; tanto che un primo tentativo di rilanciare il franchise venne tentato nel 1997, con la nuova serie tv a cartoni, Ghostbusters Extreme: seguito diretto dei film e del cartoon, ma stavolta fuori continuity, tanto da poterla tranquillamente ignorare (anche perché passata del tutto inosservata). Dal 2002 invece avrebbe iniziato a pensare ad un videogioco.

 

Poi, a partire dal 2007, la confusione: si susseguono notizie riguardo al nuovo capitolo della storia; Aykroyd annunciò la possibilità più che concreta di realizzare il film interamente in computer grafica (per poter riprendere i personaggi esattamente da dove lasciati), idea che fa storcere il naso a più di un appassionato; poi lo stesso ritratta più volte, parla di un film con attori reali, fa spesso il nome di Alyssa Milano come membro importante del cast, poi parla di un passaggio di consegne tra vecchio gruppo e uno nuovo, si fa strada l’ipotesi che la Milano possa far parte di tale gruppo nuovo, che potrebbe anche essere tutto al femminile. Si riapre la questione di Ghostbusters International, e si riprende, rivedendola, la trama di Ghostbusters III. Fino a questo punto NESSUNO parla di muoversi fuori continuity (come per Ghostbusters Extreme).

 

Tuttavia, nel settembre 2008 Sony annunciò di aver affidato la sceneggiatura a Lee Eisenberg e Gene Stupnitsky (tagliando curiosamente fuori Aykroyd e Ramis da questa fase), e la regia a Reitman. Nel 2009 esce il videogioco, che di fatto dopo mille traversie avrebbe preso il posto del film in CG di cui si parlava (che era ormai chiaro non avrebbe incontrato il benestare del pubblico): lo dimostra il fatto che l’unico ruolo di Alyssa Milano fu prestare la voce al il personaggio chiave del videogioco (esattamente come fecero tutti gli altri acchiappafantasmi originali).

 

Murray nel febbraio 2010 conferma finalmente la sua presenza nel film sotto forma di fantasma. Poco dopo tuttavia Harold Ramis spiegò che il film si trovava in stato di stallo a causa della mancanza di interesse da parte della produzione, ma che l’uscita era comunque fissata per il 2011. Più avanti Aykroyd avrebbe segnalato invece il Natale 2012. Nel febbraio 2014 tuttavia Harold Ramis sarebbe venuto a mancare, e curiosamente solo pochi mesi dopo sarebbe stata data l’ufficialità dell’uscita del nuovo film del franchise; e finalmente fu chiaro che da tutto quello di cui si era parlato erano stati sviluppati due progetti paralleli che si erano contaminati a vicenda strada facendo sulle informazioni: Ghostbusters-il videogioco (in CG, ovviamente) era una cosa, e il Ghostbusters al femminile di Paul Feig (Answer the call), che sarebbe uscito poi nel 2016, un’altra. Solo che questo sarebbe stato un reboot, gettando nella delusione TUTTI i fans, nessuno escluso. Il film fu ampiamente criticato (sebbene non sia affatto brutto, va detto), arrivando persino a far tacciare i suoi detrattori di sessismo. Ma il vero problema del film è solo uno: quello di non essere in continuity. Gli spettatori volevano sapere che fine facevano Venkman, Stanz, Spengler e Zeddmore, non vedere una nuova storia ambientata in una realtà parallela. Poco importa che gli attori siano apparsi in piccoli cameo: non erano QUEI personaggi.

 

Il film, costato 144 milioni di dollari, non si avvicinò neanche al doppio di incasso. Per la cronaca, il flop Ghostbusters II incassò più di sette volte quel che era costato.

 

Sempre per la cronaca, invece, del progetto del film di Eisenberg, Stupnitsky e Reitman, di cui anche gli attori erano pienamente convinti, non si seppe più nulla.