Definito come “pietra miliare” della Nouvelle Vague, il regista e critico cinematografico Jean-Luc Godard è venuto a mancare lo scorso anno alla veneranda età di 91 anni. La sua lunga carriera, cominciata nel 1954 col suo primo corto Opération béton, si è da subito contraddistinta per le sue significative innovazioni linguistiche apportate alla cinematografia.
Conosciuto soprattutto per le pellicole Fino all’ultimo respiro (À bout de souffle) del 1960 e Il disprezzo (Le Mépris) del 1963, Godard nacque nel 1930 da una famiglia di origine svizzera, entrò nel mondo cinematografico negli Anni ’50 come critico per le riviste Arts e Cahiers du cinéma. Qualche anno più tardi, appunto, intraprese la carriera di regista e sceneggiatore, portando la Nouvelle Vague francese al di fuori dei confini nazionali.
In quest’articolo elencheremo i cinque film più belli da lui prodotti, ma prima dobbiamo spiegare cos’è la Nouvelle Vague, così da avere un’infarinatura generale sull’argomento.
Cos’è la Nouvelle Vague?
Si definisce Nouvelle Vague quel movimento cinematografico che ha avuto origine nella Francia di metà Anni ’50, il cui stile consisteva nella realizzazione di pellicole che fossero quanto più prive possibili di “artificiosità”. Infatti, si trattava di un qualcosa che aborriva l’uso di costose attrezzature, di produzioni e scenografie pompose e complesse e di nomi “troppo” noti.
Potremmo definirlo come una sorta di Neorealismo italiano d’oltralpe, ma le differenze con quest’ultimo sono davvero sostanziali. Infatti, sebbene si cercasse, in entrambi i generi, di ritrarre un’immagine vera e di raccontare storie di vita che fossero reali e vicine alla “gente comune”, in Italia non si disdegnava affatto l’uso, ad esempio, di attrezzature costose e performanti, così come non si rinunciava a volti cinematografici noti. Basti pensare, infatti, a quanti attori italiani hanno esordito e vengono ancora oggi ricordati dai vecchi film.
Questo, nella Nouvelle Vague, non sarebbe dovuto accadere. Eppure, registi come Jean-Luc Godard, François Truffaut e Éric Rohmer sembrano aver fatto esordire più di un attore e un attrice nei loro film.
I cinque film più belli di Jean-Luc Godard
Cominciamo a strutturare l’elenco dei cinque maggiori successi del regista Godard. Non si tratterà di una classifica che va “dal migliore al peggiore” o viceversa. Comunque, si sa già quale delle sue pellicole considerare come aprifila.
1) Fino all’ultimo respiro
Considerato come un vero e proprio manifesto della Nouvelle Vague, Fino all’ultimo respiro, pellicola del 1960, racconta la storia del ladro e truffatore Michel Poiccard che, dopo aver messo a segno un colpo rubando un’auto, uccide un poliziotto. Intenzionato a fuggire in Italia, incontra però a Parigi una sua vecchia fiamma, l’americana Patricia, alla quale rivelerà pian piano la sua vita da delinquente. Michel vorrebbe portarla con sé in Italia, ma la donna, pur ricambiando l’amore, non è intenzionata a seguirlo.
2) Due o tre cose che so di lei
E “lei” sarebbe Parigi. Due o tre cose che so di lei parla, infatti, a una Parigi degli Anni ’60, travolta da una profonda mutazione urbanistica, culturale e sociale. Tuttavia, “lei” è anche la protagonista Juliette Janson, madre di una bimba e moglie di un tale Robert. Il film segue 24 ore della vita della protagonista tra lavori casalinghi, l’accompagnare la bambina all’asilo, i suoi incontri occasionali extramatrimoniali e un’intervista da lei rilasciata con alle spalle un nuovo quartiere in costruzione.
3) Il disprezzo
Tratto dall’omonimo romanzo del 1953 scritto da Alberto Moravia, questo film, realizzato nel 1963 in collaborazione con il produttore Carlo Ponti, ha avuto una serie di magagne nella sua distribuzione in Italia. La pellicola racconta la le turbolente vicende dello scrittore Paul Javal, che si trova a Roma con sua moglie Camille perché convocato dal produttore americano Jerry Prokosch. Quest’ultimo, attratto dalla donna, le si atteggia in modo malizioso, ma suo marito, anziché prendere provvedimenti, la lascia sola con l’uomo. Così, Camille comincerà a provare disprezzo e rancore nei confronti di suo marito.
4) Nouvelle Vague
Film del 1990, Nouvelle Vague non è un documentario sul movimento cinematografico da lui portato in auge. Bensì racconta di una contessina italiana che, trovato un uomo dagli abiti dimessi e dall’aria spenta e depressa, tenta di rianimarlo facendolo entrare nei suoi ambienti sfarzosi. Purtroppo, i suoi sforzi sono vani, così ella lascerà che l’uomo si lasci andare nelle acque del Lago di Garda. Tuttavia, poco dopo lo vedrà riapparire con un carattere totalmente diverso.
5) Le petit soldat
Sarebbe dovuto uscire nel 1960, subito dopo l’eccellente film Fino all’ultimo respiro. Tuttavia, per “colpa” della censura, uscirà nelle sale tre anni più tardi. In questa pellicola, Godard ha voluto raccontare la storia di Bruno Forestier, membro dell’OAS (un’organizzazione di estrema destra che, negli anni dell’indipendenza dell’Algeria, combatteva proprio la resistenza locale) che riceve l’incarico di uccidere un giornalista. L’uomo si innamorerà di una ragazza che, però, verrà rapita dagli stessi terroristi dell’OAS affinché Bruno porti a termine il suo lavoro.
Classe 1996. Sono appassionata di molte cose, tra cui la fotografia.
Nasco in un borgo del Centro Italia e quando ne ho la possibilità faccio dei piccoli viaggi (o gite fuori porta, come preferite) nei luoghi più disparati della mia terra, ossia proprio l’Italia Centrale.
Quella di Hermesmagazine è la mia prima esperienza in assoluto da pubblicista; dietro le quinte ho curato, insieme ad altre persone, i testi di alcuni articoli per il sito leviedelcinema.it (Rassegna del film restaurato che si tiene non molto lontano da casa mia). Nel tempo libero gestisco una piattaforma personale in cui ho catalogato i miei scatti in giro per il Centro Italia (e non solo) e in cui scrivo qualcosa riguardo i miei spostamenti.