Mya: un sogno da vivere…che può diventare realtà!

Mya: un sogno da vivere…che può diventare realtà!

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Sotto una pioggia torrenziale, arrivano alla spicciolata quasi  tutti gli altri attori del cast. Ci sono il gentilissimo  e accogliente Maverick Lo Bianco – nel film Lucio, che accompagna alle tastiere la bella voce della protagonista – che, da produttore oltre che da attore, ci racconta come il  suo sequel iniziale   “Mediterraneo”, sponsorizzato da “Never”, voglia riscoprire e tramandare le origini  della cultura, dell’arte, e di quella Magna Grecia su cui si fonda il nostro patrimonio tanto apprezzato all’estero – non a caso è stato girato a Tropea con immagini marine da mozzare il fiato!  I valori della famiglia da non disperdere ma tramandare all’estero e ai posteri gli sono ben chiari, visto che la famiglia lo segue, lo accompagna e si stringe ben felice a lui in tutte le foto.

"Mya: un sogno da vivere": Flora Vona e Maverick Lo Bianco

Il cast

Poi è la volta di Elena Presti, la bellissima e disinibita madre di Mya, che nei ricordi onirici della cantante da piccola è la  méta che vorrebbe imitare, irraggiungibile a volte, ma dolce ed affettuosa, tanto quanto rimpianta per l’orribile gesto del suicidio a cui  assiste. Così il mito dell’ “artista maledetto”, che, soprattutto se donna, subisce manipolazioni psicologiche e violenze fisiche rivive proprio in quell’estrema disperazione in cui spesso cadono  gli artisti: da qui il messaggio del film: la resilienza e la richiesta di aiuto sono necessarie quando si sta affondndo per non perdersi definitivamente.

Si affianca a lei  il Dottor Raffaele Sammarco, psicologo nel film come anche nella vita, esperto e fondatore di Ricerca Scientifica in  Psicologia Subliminale, che ci spiega come dagli errori si può imparare a diventare migliori, fortificando noi stessi e, attraverso un percorso ben preciso, riuscire a ritrovare equilibrio, stabilità e armonia nella propria esistenza, “perché- afferma – tutti abbiamo il diritto di essere felici”!

"Mya: un sogno da vivere": il cast

La trama

Infatti la protagonista, dopo il suo percorso formativo davvero accidentato per cercare il successo e la fama a tutti i costi, si ritroverà a cantare  in un pub, a partecipare al concorso canoro contro l’amica-rivale Blonde, dopo l’approccio dell’agente Fulvio, interessato piuttosto al suo corpo che a lei, per cadere infine nella rete dell’impresario discografico Bonetti, che la preferirà all’amica ma a costo di sfruttare ogni momento libero allontanandola dai suoi affetti più cari.. Per partecipare alla piccola tournée da lui proposta, finisce infatti per trascurare il figlio tredicenne Carlo, ora affidato ad una coppia di amici, ora lasciato solo e infine vittima di un terribile incidente. E’ a questo punto che Mya reagirà ai soprusi, alla rete delle dipendenze in cui sta cadendo, a chi si dichiara amico ma vuole solo approfittare di lei e ai ritmi incalzanti dell’estenuante vita di una star che però la travolgono e la portano al fondo. Riuscirà però a   recuperare l’amore del figlio e di un padre erroneamente considerato il mandante del suicidio materno.

L’arrivo della protagonista

Insomma sono già arrivati tutti, inclusi gli sceneggiatori – Andrea Cacciavillani– e lo special guest Gianluca Grignani che ha inserito nella colonna sonora del film anche alcuni brani inediti. Finalmente, appena ha spiovuto un pochino, arriva sul red carpet  la protagonista, Flora Vona, con i suoi splendidi e fluenti capelli rosso fuoco e il profondo décolleté: sinuosa e fluente nell’incedere, vestita di paillettes,  nei panni della cantante Mya sembra davvero la bellissima Jessica Rabbit in persona!

"Mya: un sogno da vivere": la protagonista Flora Vona

L’ispirazione

A chi le chiede del film,  racconta come il soggetto sia stato ispirato nel suo stadio embrionale alla figura di Amy Winehouse, cantante precorritrice del soul bianco scomparsa prematuramente a Londra nel 2011 a soli  27 anni, la cui vicenda l’ha turbata profondamente. A causa di numerosi drammi e disagi vissuti nella vita dalla cantante londinese – dalla droga, ai disagi infantili, all’alcool, all’anoressia – non si è resa conto del suo talento travolgente, del suo successo e delle potenzialità che aveva, perdendosi tra le sofferenze e gli stenti fino ad arrivare a  suicidarsi. Il nome Mya è infatti l’anagramma di Amy; inoltre il suo personaggio  si collega idealmente  anche alla storia di Whitney Houston e a quella di Mia Martini: star della musica apprezzate in tutto il mondo, ma nella quotidianità donne infelici e sofferenti che non hanno saputo chiedere aiuto per risollevarsi e brillare della luce dei loro talenti. Dunque il film non è né un dossier né può definirsi autobiografico: è invece il giusto tributo in memoria delle donne – e in particolare alle donne che si sono distinte nel campo delle arti – che non sono riuscite a superare la barriera degli ostacoli della vita, precipitando nel baratro, affinchè tutti possano  comprendere che, grazie alla resilienza e alla possibilità di avere un giusto aiuto,  ci si può  rialzare ed “affrontare le sfide della vita come vere guerriere”!  Allora tutti al cinema dal 20 maggio in poi per non perderci “Mya: un sogno da vivere” diretto dal regista  Federico Moccia.


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