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Dal Dolby Theatre di Los Angeles, un’altra notte degli Oscar se ne è andata, dall’impronta classica e a tratti soporifera, risoluta come non si vedeva da tempo. Senza troppi orpelli, i premi sono stati perlopiù divisi tra due film: Everything Everywhere All At Once e Niente di nuovo sul Fronte Occidentale, rispettivamente 7 e 4 statuette.
Il presentatore Jimmy Kimmel è atterrato sul palco con un paracadute – citando uno dei film in gara, Top Gun: Maverick – aprendo la serata con un sardonico ricordo del famoso Slapgate, cioè il memorabile ceffone che Will Smith l’anno scorso, proprio nel corso dello stesso evento, diede a Chris Rock a seguito di una battuta su sua moglie Jada Pinkett.
Kimmel afferma “questa volta non ci saranno spargimenti di sangue”, e in effetti sono mancati dei veri e propri momenti sorprendenti. I 95esimi Oscar sono filati lisci, in maniera fin troppo prevedibile e a tratti anche noiosa. Chi non è stato con lo sguardo attaccato allo schermo, nella disperata attesa di una gag, di una caduta ( celebre quella di Jennifer Lawrence), di un inaspettato errore dalla regia, una reazione eccessiva o uno scandalo bello e buono?
Grazie Pedro Pascal per averci regalato i tuoi sguardi molto eloquenti
Tra l’altro lascia a bocca aperta anche il fatto che film come The Fabelmans e Gli Spiriti dell’isola, con altrettanti registi degni di nota come Spielberg e McDonagh, siano stati lasciati completamente a bocca asciutta, abbandonando la cerimonia con zero statuette.
Comunque sia, le emozioni non sono mancate. Tra i perbenismi e le battute poco riuscite di Kimmel ( come quel “Dicono che Hollywood non ha più idee, e forse un po’ è vero visto che quest’anno Spielberg ha fatto un film su Spielberg”, riferendosi al suo film autobiografico), emerge sicuramente la bellezza del cinema e la bravura di chi senza dubbio quei premi li ha meritati.
Il ritorno di Ke Huy Quan
“Mamma, ho appena vinto un Oscar!”
Le emozioni partono da Ke Huy Quan, il quale in un pianto liberatorio che ha commosso tutti ha celebrato la vittoria come Miglior attore non protagonista per il plurinominato Everything Everywhere All At Once.
Nei suoi occhi l’estrema e sincera contentezza di un bambino, lo stesso bambino che ricordiamo in Indiana Jones e nei Goonies, film che lo hanno iniziato alla carriera cinematografica e che lo vedevano collaborare, tra l’altro, con Harrison Ford e Steven Spielberg, presenti entrambi alla cerimonia e visibilmente entusiasti per il loro “piccolo amico”.
L’attore, che a soli sette anni lasciò il Vietnam con la madre e tre fratelli in cerca di un futuro, diretti in un campo profughi di Hong Kong, ha raccontato:
“Il mio viaggio è cominciato su una barca, ho passato un anno in uncampo profughi e sono finito qui sul palco più importante di Hollywood. Dicono che le storie così sono solo per il cinema, ma sono storie reali, è questo il vero sogno americano”
E poi ha continuato
“ Devo tutto a mia moglie che mi ha sempre ricordato ‘il gran giorno arriverà’. Non smettete di credere nei vostri sogni”
E noi non possiamo che aggiungere “Ti vogliamo bene, Ke!”
La rivincita di Jamie Lee Curtis
La scalata di Everything Everywhere All At Once prosegue con la vittoria di Jamie Lee Curtis nella categoria di Miglior Attrice non protagonista.
Si può definire un premio anche alla carriera, quello di Jamie Lee. 64 anni, una splendida forma, e una certa importanza per l’industria cinematografica che, come per molti, non le è mai stata riconosciuta abbastanza.
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“Anche se mi vedete sola su questo palco non lo sono, perché ho centinaia di persone intorno a me”
dichiara l’attrice durante il discorso di ringraziamento. La dedica va alla famiglia, a tutto il cast e a tutti coloro che hanno sempre sostenuto i suoi film nel corso degli anni. Tony Curtis e Janet Leigh, i suoi divi-genitori scomparsi ormai da tempo, saranno certamente orgogliosi di questa vittoria meritata.
Il successo di Niente di nuovo sul fronte Occidentale
A fronteggiare la marea di premi vinti da EEAAO c’è stato un solo film. La pellicola tedesca Niente di nuovo sul fronte occidentale di Edward Berger. Il film ha conquistato quattro statuette: miglior film internazionale, miglior fotografia, miglior scenografia e colonna sonora. La fotografia è stata firmata da James Frend, la scenografia da Christian M. Goldbeck e da Ernestine Hipper. La statuetta per la migliore colonna sonora è andata al compositore e pianista tedesco Volker Bertelmann.
Un film crudo e schietto, in cui il protagonista Paul vive l’orrore della Prima Guerra Mondiale e perde le sue speranze nel futuro vedendo i suoi compagni morire uno dopo l’altro, traditi e trattati come carne da macello. Un film che mostra gli effetti del lavaggio del cervello attuato dalla propaganda nazista e poi, invece, lo sconvolgimento totale della visione romantica della guerra.
La “fragilità libera” di Lady Gaga
Le voci dicono che Lady Gaga non potesse esibirsi, perché impegnata sul set di Joker: Folie à Deux. Invece eccola lì, splendida nella sua semplicità – vestita solo di una t-shirt, di un paio di jeans e quasi completamente struccata – e con la sua voce pazzesca che si libera nel canto di Hold my Hand, brano contenuto nella colonna sonora di Top Gun: Maverick.
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Dopo il celebre successo del duetto insieme a Bradley Cooper, con il brano vincitore dell’Oscar 2019 Shallow, la cantante ha di nuovo incantato gli Academy Awards offrendo uno spettacolo unico. Poco prima dell’esibizione ha dichiarato:
“Penso che tutti abbiamo bisogno di molto amore per attraversare questa vita, e tutti abbiamo bisogno di un eroe. Ma si può essere eroi anche essendo fragili.”
Il riscatto di Brendan Fraser
È da quando abbiamo saputo del suo ritorno al cinema, dopo lunghi anni di assenza dalle scene, che speravamo solo il meglio per quel bravo ragazzo di Brendan Fraser. Dopo varie operazioni chirurgiche ( dovute ad infortuni sul set de La Mummia, di cui uno quasi mortale) , medicine, una molestia sessuale subita nel 2003 – di cui siamo venuti solo recentemente a conoscenza – e un ingrassamento che lo fece sprofondare in depressione, il 2023 è l’anno della rinascita. Già commosso al Festival del Cinema di Venezia, dopo una standing ovation per la sua intensissima interpretazione in The Whale, anche qui Fraser si mostra visibilmente grato per il suo premio come Miglior Attore Protagonista.
Foto: Ilriformista.it
“Ho cominciato 30 anni fa a lavorare nel cinema: le cose non sono andate sempre bene, c’era qualcosa che non riuscivo ad apprezzare, ma ora sono qui e sono riconosciuto. Poter risalire in superficie non è facile, ma ci sono delle persone che me lo hanno permesso. Come i miei figli e il mio manager”.
Ha aggiunto poi :
“Solo le balene possono nuotare in acque profonde. Ho iniziato questa attività 30 anni fa ed è stato facile all’inizio, ma non ho sfruttato le opportunità come avrei dovuto e poi tutto si è fermato. Quindi vorrei ringraziarvi per avermi permesso di tornare, per avermi permesso di risalire e di raggiungere la superficie per essere avvistato di nuovo.”
La Big Tripletta di Everything Everywhere All At Once
La serata trionfale era cominciata tra le lacrime di Ke Huy Quan e finisce con l’abbraccio tra quest’ultimo e Harrison Ford, il quale annuncia l’ultimo premio, quello più imponente di Miglior Film per Everything Everywhere All At Once.
Abbiamo amato tutti questo momento
Già Michelle Yeoh è salita sul palco come vincitrice del titolo di Migliore Attrice Protagonista. Prima asiatica a vincere questo premio, titolo tra l’altro meritatissimo per la sua strabiliante performance. Già i Daniels hanno ritirato poi anche il premio alla Miglior Regia.
La bellissima Michelle Yeoh Foto: people.com
Insomma, EEAAO è un film che, volenti o nolenti, è entrato nella storia – anche perché non era mai successo nella storia degli Oscar che un film vincesse 7 premi tra quelli considerati più significativi (film, regia, sceneggiatura e attori). Solo tre volte in passato ci si era fermati a cinque con Accadde una notte, Qualcuno volò sul nido del cuculo e Il silenzio degli innocenti – e si apre alle nuove generazioni con il tema del multiverso e il suo linguaggio iperstratificato.
Un film che corre veloce, come veloce è la vita. Un film che vede la sua forza anche in una grande opera di promozione, nell’entusiasmo e nel sostegno reciproco tra tutti coloro che ci hanno lavorato.
Nel totale, una serata senza fuori programma, con risultati supponibili ma tutto sommato soddisfacenti. Nella memoria ci resteranno gli occhi lucidi di Brendan Fraser e la gioia dei vincitori che fanno grande il cinema.
Tutti i premi degli Oscar 2023:
Miglior film – Everything Everywhere All at Once.
Miglior attrice protagonista – Michelle Yeoh, Everything Everywhere All at Once.
Miglior attore protagonista – Brendan Fraser, The Whale.
Miglior attrice non protagonista – Oscar Jamie Lee Curtis, Everything Everywhere All at Once.
Miglior attore non protagonista – Ke Huy Quan, Everything Everywhere All at Once.
Miglior regia – Daniel Kwan e Daniel Scheinert, Everything Everywhere All at Once.
Miglior montaggio – Paul Rogers, Everything Everywhere All at Once.
Migliore canzone originale – Naatu Naatu, RRR.
Miglior sonoro – Top Gun: Maverick.
Migliore sceneggiatura non originale – Sarah Polley, Women Talking.
Miglior sceneggiatura originale – Daniel Kwan e Daniel Scheinert, Everything Everywhere All at Once.
Laureata in Archeologia, Storia delle Arti e Scienze del Patrimonio Culturale alla Federico II di Napoli. All’età di 5 anni volevo fare la “scrittrice”, mentre adesso non so cosa di preciso mi riserverà il futuro. Ma una cosa certa è che la scrittura risulta essere ancora una delle mie attività preferite, una delle poche che mi aiuta di tanto in tanto ad evadere dal mondo.