Da qualche tempo su Netflix spopola una serie tv diversa dal solito: Orange is the new black. Tratta dall’omonimo romanzo e liberamente romanzata. L’autrice, una donna americana, racconta la sua esperienza all’interno di un carcere federale in cui sconta una pena di 15 mesi, dopo essere stata incriminata per spaccio di droga. Questa serie apre le porte a un mondo a molti sconosciuto, un mondo pericoloso, diverso e, molto spesso, abbandonato a se stesso, alle sue regole e agli abusi di potere.
La protagonista varca le sbarre di un carcere per la prima volta, inizialmente in minima sicurezza, affrontando un periodo molto duro e abituandosi piano piano e inevitabilmente a questa nuova realtà. Ha a che fare con tantissime donne e guardie, le prime hanno commesso svariati reati e, per la maggior parte, ormai non hanno più niente da perdere e le seconde sono molto rigide e a volte insensibili.
Una puntata dopo l’altra viene denunciato il trattamento verso queste donne che, se pur criminali, assassine, fuorilegge e malviventi, sono comunque persone e ritengono di meritare un po’ di umanità per il resto del periodo che resta da scontare. Condizioni igieniche pessime, cibo immangiabile, scarsità o totale assenza di corsi di studio e tantissimi tagli, in modo che al vertice ci sia un maggiore guadagno a discapito delle detenute.
Sono evidenziate le differenze raziali, di culto, di orientamento sessuale e di istruzione. Questa discriminazione è di tutti verso tutti, in mancanza di altro ci si attacca ad un’insignificante comunanza con altre detenute. Viene denunciato il trattamento poco umano e professionale di alcune guardie, che molto spesso abusano delle detenute, le picchiano e le maltrattano solo perché tengono il potere, gestendo, anche, un grande traffico di droga, uno dei pochi diversivi per molte donne che non hanno più speranza.
Una serie molto significativa e importante per questo tempo in cui si pensa che le discriminazioni appartengano al passato e invece sono visibili e tangibili qui e ora. Il carcere dovrebbe essere, innanzitutto, un istituto di correzione, che rilascia persone migliori e capaci di vivere una vita onesta, una volta fuori, ma più che altro serve, molto spesso, a indurire ancora di più gli animi e a far credere di non essere persone con un futuro e una possibilità, ma solo rifiuti della società.
Orange is the new black è una serie vera e profonda che ci permette di vedere oltre la nostra zona di comfort, spaziando in situazioni disperate che mettono in luce le tante diversità che la società purtroppo accoglie.
“Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti o che non hanno mai inciampato. A loro non si è mai svelata la bellezza della vita.”
( Boris Pasternak )