Alla scoperta dei laghetti di Marinello: una riserva incontaminata nel nord della Sicilia

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Fonte immagine: sicilias.it

 

Amanti del mare, a rapporto! Oggi, vi parlo di un posto particolare, non molto conosciuto, della nostra splendida Sicilia. Si sa, l’isola è ricca di località caratteristiche, spiagge incontaminate e città che ancora indossano le vestigi dei popoli che le hanno colonizzate; eppure, esistono ancora luoghi “segreti”, non conosciuti ai più, tutti da scoprire.

Mi riferisco, qui, ai laghetti di Marinello (in provincia di Messina), divisi dal mare e dalla costa da una lingua di sabbia fine. La particolarità del luogo risiede soprattutto nelle sue caratteristiche ambientali: non sono molte, infatti, le zone salmastre costiere nella Sicilia del Nord. Questa sua caratteristica è dovuta a diversi fattori, tra i quali giocano un ruolo predominante l’abbassamento del fondale marino, dovuto all’azione del Mar Tirreno – che ha trasportato lungo la costa detriti di sabbia e ghiaia –, le particolari condizioni meteorologiche e le correnti marine che interessano questa particolare porzione insulare.

Questa zona lagunare ha visto la formazione dei suddetti specchi d’acqua salmastra, così rari per la loro ubicazione, tra il 1865 e il 1895, grazie alle variazioni morfologiche del territorio circostante. Solo nel 1998, però, la porzione di costa che la comprende è stata dichiarata “Riserva Naturale Orientata Laghetti di Marinello”, della quale fa parte anche la suggestiva Grotta di Donna Villa, difficilmente raggiungibile, però, a causa della sua posizione a strapiombo sul mare.

 

Un luogo, diverse leggende

 

 

Come se non bastasse la suggestiva morfologia di questa riserva naturale, a rendere ancora più affascinante il luogo sono le leggende che lo circondano. Una riguarda la Grotta di Donna Villa: si narra che, un tempo, fosse abitata da un’incantatrice che attirava a sé i marinai che navigavano le sue acque per divorarli; quelle rare volte in cui le sue vittime riuscivano a scappare, la maga si disperava e graffiava con forza le pareti della cavità, lasciando solchi che ancora oggi si possono scorgere nella roccia.

Altre storie circondano, invece, il Santuario della Madonna Nera, il quale veglia sui laghetti di Marinello dall’alto del promontorio di Tindari. La più nota narra di una donna che, perso il figlio nelle acque circostanti mentre pregava la Madonna di Tindari, riuscì a ritrovarlo grazie ad un miracolo della Santa: questa pare avesse fatto ritirare il mare, permettendo alla donna di riabbracciare il suo piccolo; la formazione dei laghetti sarebbe la prova di tale miracolo.


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