Dieci secondi (e mezzo) per una visita alla città eterna

Fonte foto in evidenza: Il messaggero

 

Solo dieci monumenti per riassumere in dieci secondi la bellezza di Roma Caput Mundi? Pare quasi un insulto alla città eterna. Come si può pensare di condensare una storia millenaria in una manciata di monumenti storici? Però, per quanto tutte le strade portino a Roma, non tutti i turisti hanno il tempo (e soldi) di fermarcisi a sufficienza per visitarla come si deve. Ecco qui allora una selezione delle beltà storiche romane che assolutamente non ci si può perdere.

 

Concedetevi un secondo alla volta la splendida capitale:

 

Primo Secondo: il Colosseo

 

Fonte: Parco Archeologico del Colosseo

 

L’Anfiteatro Flavio è il simbolo di Roma, della sua forza costruttiva e di combattimento. Ad oggi è visto ufficialmente come una delle nuove sette meraviglie del mondo. Qui, gli antichi romani si dedicavano allo svago, assistendo agli spettacoli dei gladiatori oppure alle rappresentazioni drammatizzate dei miti. È il più grande monumento romano che sia mai giunto fino alla nostra era. Il nome, che potrebbe trarre in inganno, non sta ad identificare le poderose dimensioni dell’anfiteatro, bensì si riferisce al Colosso di Nerone, una statua in bronzo raffigurante l’ex-imperatore alta quasi 33 metri e mezzo posizionata proprio vicino al Colosseo. Purtroppo quest’ultima è andato perduta, lasciando solo il basamento. Beh, poco male visto che ci è rimasto comunque qualcosa di veramente stupefacente.

 

Secondo secondo: i Fori Imperiali

 

Fonte:Turismo

 

Una visita del Colosseo va obbligatoriamente completata con una passeggiata tra i Fori Imperiali. Entrando nei fori vi farete un’idea di come si svolgeva la vita della città e degli antichi abitanti della capitale. I fori, per chi non lo sapesse, infatti, altro non erano che le piazze principali delle polis, dove sorgevano gli edifici pubblici importanti, dove si svolgeva l’attività di commercio ed il mercato e si trattavano affari. In particolare i Fori Imperiali si distinguono da tutto quello che venne costruito a Roma, in quanto sono stati costruiti in anni diversi nell’arco di un secolo e mezzo, dal 46 a.C. al 113 d.C., offrendoci anche una capillare testimonianza dell’evoluzione dell’architettura e delle costruzioni in quel preciso periodo storico. La maestosa bellezza di Roma, però rimane sempre la stessa, ora ed allora.

 

 

Terzo Secondo: il Pantheon

 

Fonte: Pinterest

 

M. Agrippa L. F. Cos. Tertium fecit”. Questa iscrizione posta nella parte del Pantheon che ti accoglie prima di entrare al suo interno per visitarlo, tradotta in italiano dal latino recita più o meno così: “Lo costruì Marco Agrippa, figlio di Lucio, nell’anno del suo terzo consolato”. Questo monumento, da circa duemila anni, introduce all’espressione massima della gloria di Roma. La sua storia religiosa e di costruzione si lega in modo indissolubile allo sviluppo della città eterna di cui è immagine (e somiglianza) nei secoli. Il Pantheon fu anche d’ispirazione ai più grandi architetti facenti parte del Rinascimento, tanto che Raffaello volle farne il luogo dove ergere la sua tomba. Nel 27 a.C. Agrippa, decise di far costruire questo tempio, in onore delle sette divinità planetarie. Ad esse si deve il nome di Pantheon, che, in greco, significa “di tutti gli Dèi”. L’edificio originario, che doveva essere di dimensioni più piccole rispetto a quello attuale, fu successivamente riedificato da Adriano tra il 118 ed il 125 d.C. che nel ricostruirlo, non prestò attenzione l’orientamento dell’edificio e costruì davanti al nuovo tempio una grande piazza porticata.

 

Piccola chicca: dovete sapere che nel Pantheon piove davvero! La pioggia che cade entra attraverso l’oculus sopra la cupola del tempio, un buco di quasi 9 metri di diametro, aperto al cielo. Fortunatamente il pavimento di questa struttura ha 22 tombini, che permettono alle goccioline di filtrare.

 

Quarto Secondo: il Bunker di Mussolini

 

Fonte: Museo Villa Torlonia

 

C’è una Roma in superficie che è difficile non vedere nella sua splendida bellezza e c’è una Roma sotterranea che non tutti invece conoscono: quella dei bunker. Tre furono i rifugi antiaerei scavati nel terreno che Benito Mussolini fece costruire per ripararsi dai bombardamenti contro di lui: il bunker di Villa Torlonia, in corrispondenza della sua residenza privata, il bunker di piazza Venezia, sotto il suo studio, e quello dell’Eur (ingresso in Piazza Adenauer 8, sotto il Palazzo degli Uffici). Quest’ultimo presenta una peculiarità non indifferente: non fu costruito solo ed esclusivamente per il Duce, ma fu pensato come una soluzione di emergenza per gli alti funzionari che soprintendevano i lavori di realizzazione dell’Esposizione Universale che dette successivamente il nome al quartier. Esposizione che non fu mai realizzata. Il bunker, costruito tra il 1937 e il 1939, è situato a ben a 32,90 metri sotto il livello del mare e si sviluppa su una superficie di circa 475 mq. Un progetto che assecondava le più moderne tecniche antiaeree di quell’epoca, questo rifugio avrebbe potuto consentire la permanenza di circa 300 persone per un periodo di almeno 4 mesi. Il bunker, da qualche anno, viene periodicamente aperto in occasione di eventi, mostre o visite guidate per conoscere una Roma più vicina a noi.

 

 

Quinto Secondo: Terme di Caracalla

 

Fonte: Terme di Caracalla

 

Come è ben noto, i romani amavano le terme (e come dargli torto?). Al loro genio ed ingegno architettonico non era mai sfuggita una sorgente che sia una di acqua calda. D’altronde, i bagni pubblici erano un piacere che potevano concedersi davvero tutti, non solo i ricchi. E difatti proprio le Terme di Caracalla erano frequentate dal popolino, più che dai ceti sociali elevati. Nonostante questo piccolo dettaglio, gli edifici non mancavano di eleganza, pulizia e importanza. La bellezza di ciò che è rimasto consiste soprattutto nel fatto che essi sono pervenuti fino a noi così come i romani le vedevano, ovvero senza troppe aggiunte inutili occorse in epoche future.

 

Sesto Secondo: l’altare della Patria

 

Fonte: NoidiRoma.com

 

Il maestoso Altare della Patria è il vero emblema d’Italia nel mondo, in quanto rappresenta cambiamento, del Risorgimento e della Costituzione ma anche del sacrificio altrui per l’amore verso la propria bandiera. Venne commissionato nel 1885 da Umberto I di Savoia figlio di Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia, nel primo colle su cui fu fondata Roma, tra il Colosseo, da sempre simbolo della Roma Imperiale e il Vaticano segno del potere della Chiesa. Ovvero è collocato nel bel mezzo di entrambi i poteri più importanti su cui si sono fondate le radici della città eterna: politica e religione. Un bianco candido colora l’edificio marmoreo, alto ben 81 metri, nasconde molti significati allegorici che raccontano geograficamente e storicamente l’intera Italia. Posto nel mezzo a memoria della Prima Guerra Mondiale nel 1921 è stata posizionata nel centro, vicino la Statua di Roma la tomba del Milite Ignoto, ovvero un soldato caduto in guerra, di cui non si conoscono le carte anagrafiche, in memoria di tutti i caduti e i dispersi nelle varie battaglie di guerra.

 

Settimo Secondo: il buco di Roma – Villa del Priorato di Malta

 

Fonte: fanpage.it

 

La villa, che è la sede storica del Sovrano militare ordine di Malta, l’ordine religioso cavalleresco completamente dipendente dalla Santa Sede, e uno dei pochi ancora sopravvissuti tra tutti quelli istituiti nel Medio Evo. L’appartenenza allo stato del Vaticano è ben esplicitata grazie ad una peculiare caratteristica della piazzetta: dal buco della serratura è possibile osservare, perfettamente inquadrata, che manco i tecnici dello spettacolo fanno delle riprese così perfette, la cupola della meravigliosa basilica San Pietro. In modo molto equivoco questo particolare punto di osservazione è stato chiamato “il buco di Roma“.

 

Ottavo Secondo: Trattoria Fortunata (e la sua carbonara)

Fonte: tripadvisor

 

Ovviamente nel vostro viaggetto fisico così come in quello virtuale, un secondo per gustarci (anche solo con la mente) una prelibatezza come la Carbonara a Roma è d’obbligo. Quindi su consiglio della direttrice di questo magazine andate tutti da “Fortunata”. Pare che Roma si racconti grazie alla goduria che vi inebrierà il palato e le papille gustative.

 

Nono secondo: ponte Milvio

 

Fonte: Social Juornal

 

Ponte Milvio è uno dei monumenti più antichi e iconografici della Roma che conosciamo. Fu edificato probabilmente tra il IV-III secolo a.C. tutto in legno e solo in seguito venne fatto ricostruire in mattoni dal magistrato romano Molvius, da cui attinge il suo nome. Fu restaurato e riedificato svariate volte, e fu soprannominato dai Romani “Ponte Mollo” perché dava l’impressione che dondolasse. Fu anche teatro di molte battaglie nei secoli dei secoli. E arrivando ai nostri giorni, questo ponte assume un aspetto più tradizionale. Viene infatti soprannominato “ponte degli innamorati” in quanto molte giovani coppie romane vi si recano per appendere dei lucchetti con le iniziali dei propri nomi, scritte sopra ai lampioni sul ponte. Poi buttano la chiave nel Tevere, in segno di amore eterno proprio come Step e Babi i protagonisti del libro tre metri sopra il cielo diventato un cult negli anni 2000 fecero in una famosa scena del lungometraggio. Nonostante il grande romanticismo, questo gesto a lungo andare ha danneggiato i lampioni del ponte a tal punto che il comune ha dovuto spostare i lucchetti su delle colonne costruite proprio per sostenere i lampioni danneggiati. Ancora oggi molte coppie portano avanti la tradizione, non si sa se tutte però abbiano mantenuto la struggente promessa.

 

Nono secondo e mezzo: Castel Sant’Angelo

 

Fonte: Internet

 

Castel Sant’Angelo a Roma è sicuramente uno dei monumenti più rappresentativi della città eterna. Immancabile tappa per quelli che desiderano ammirare uno dei panorami più travolgenti ed emozionanti di Roma per gli appassionati di fotografia. La grande fortezza si affaccia nella sua maestosa presenza sul Tevere regalando agli occhi dei turisti uno tra gli  scorci pià superlativi della capitale Per questo, se state pensando di fare un giro a Roma non può di certo mancare al vostro programma una sosta a  Castel Sant’Angelo.

 

Decimo ed ultimo secondo: la finestra con la luce accesa di Papa Francy, simbolo del pediluvio serale

 

Fonte: PapaBoys

 

Tra il collonato del Bernini e la famosissima Basilica di San Pietro simbolo del cristianesimo cattolico e culla del sonno eterno dei Papi che si sono susseguiti nella storia, ecco una finestra accesa. La finestra del Papa Francy, che dopo una camminata tra San Pietrini e ponti sul lungotevere per portare il messaggio divino ai suoi adepti, ogni sera, si concede come i comuni mortali, il pediluvio serale. Ecco, qui termina la visita in dieci secondi (che non bastano per nulla) tra le bellezze romane.

 

Buon pediluvio a tutti quanti.