Firenze

Firenze tra misteri e leggenda

Foto di Mario Léveillé da Pixabay

Un protettore irascibile

Leggenda vuole che il primo protettore della città di Firenze fu Marte. Il dio veniva venerato e la sua statua in marmo che lo rappresentava armato e a cavallo, era sita in un tempio a lui dedicato. Una volta convertita al cristianesimo la città cambiò il suo protettore e Giovanni Battista si trovò a scalzare il dio della guerra. I cittadini spostarono la statua di Marte e laddove sorgeva il tempio venne costruito il Battistero. Nonostante la statua dedicata al dio non venne distrutta Marte rimase profondamente deluso dal tradimento della città e iniziò a farvi imperversare battaglie e guerre e la statua a lui dedicata svanì nel nulla. C’è chi accusa Attila di averla distrutta.

Dante

Essendo a Firenze è doveroso soffermarsi su Dante e le varie storie che lo riguardano e che sanno un po’ di aneddoto e un po’ di leggenda urbana d’altri tempi. Iniziamo dalla storia che vede Dante indomito eroe di un neonato che durante il battesimo per immersione nel Battistero (che tanto fece adirare Marte) scivola dalle mani dell’ecclesiastico che incredulo rimane immobile. Dante si lancia con tanta foga sulla fonte battesimale da rovesciarla a terra per salvare il piccolo. In segno di tale storia rimane nella scheggiatura della fonte.

C’è poi il sasso che oggi si ricorda grazie a una lapide sita proprio nel posto in cui prima stava il sasso. Pare che Dante adorasse sedersi lì ogni volta che poteva. Si sedeva e iniziava a pensare, un giorno mentre Dante era seduto a godersi il fresco un passante gli chiede al volo: «O Dante, qual è la cosa che ti piace di più?», Dante senza pensarci sopra risponde: «Un ovo!». Un anno dopo il medesimo passante ritrovando Dante sul suo sasso e gli chiede: «E con che cosa?» e Dante: «Col sale». Abbiamo così il Dante eroe, il Dante pensatore che risponde a tutto dando importanza anche alle questioni più leggere, adesso vediamo il Dante nella memoria e lo facciamo parlando della maschera in stucco colorato di Dante, quella posta nella cappella di Santa Maria Maddalena nel palazzo di Bargello. Si vocifera che tale maschera venne ricavata direttamente dal calco del viso di Dante e che si tratti di una vera e propria maschera mortuaria.

L’enigma dimenticato di Villa Il Pitto

Sita in via San Marcellino Villa Il Pitto ospita un vero e proprio quesito per i visitatori, a custodirlo è uno dei putti del fregio decorativo. Tale enigma è tale che un recente proprietario aveva chiesto a svariate riviste d’enigmistica di lavorare alla soluzione, questa richiesta si conclude con un nulla di fatto. Dopo ben venti anni di ragionamento è il proprietario stesso ad arrivare alla soluzione, ecco qui la sua soluzione: «Con te in mente abbraccerò in fin di vita i ginocchi di Cristo e di Maria».

Il principe alchimista

Ricordato dagli storici come regnante libertino, Francesco I De Medici aveva nella sua dimora, Palazzo Vecchio, uno studiolo comunicante direttamente con la sua camera da letto; da qui un corridoio segreto portavano direttamente fuori da palazzo. Lo studiolo, caratterizzato dalla presenza di una piccola finestra amata agli alchimisti perché costringeva all’utilizzo di un’illuminazione artificiale, veniva utilizzata dal principe per alterare pietre e lavorare sui cristalli. A scanso di equivoci Francesco I commissiona al Vasari e ai suoi allievi degli armadi destinati a contenere piccoli oggetti preziosi. Tali armadi dovevano essere progettati e decorati in base ai quattro elementi, considerando una parete e quindi ogni armadio, per elemento.

Il Fantasma di Palazzo Vecchio

Tra le stanze del palazzo leggenda vuole che si aggiri il fantasma di Baldaccio, famoso eroe di guerra, che nel settembre del 1441 venne pugnalato a morte proprio qui per poi essere gettato dalla finestra e infine decapitato in piazza della Signoria. Le cronache dell’epoca ci rivelano come l’assassinio del condottiere sia stato voluto da Orlandini che poco prima era stato accusato da Baldaccio di essere un uomo corrotto, di dubbio valore e malvagio.

La collezione da brivido di Palazzo Torrigiani

Il palazzo, conosciuto anche come La Specola grazie al granduca Pietro Leopoldo che vi fece allestire all’interno un osservatorio astronomico e meteorologico, ospita una collezione di cere anatomiche. Tali cere, così come i diffusissimi disegni di studi anatomici servivano a comprendere il funzionamento del corpo umano, la sua struttura e come agire in caso di bisogno, dato che la religione e il comune pensiero si opponevano allo studio diretto sui cadaveri. La Specola ospita circa 600 preparati anatomici in cera di sorprendente realismo (ne consegue che si tratti anche di una collezione non adatta a chi è facilmente impressionabile). Tra le cere di questa collezione c’è anche quella che fu capace di provocare ammirazione nel marchese De Sade “Lo Spellato”

Come sempre ho dovuto fare una grande scrematura, dato che le nostre città sono piene di misteri, leggende, intrighi, fantasmi e magia. Per il momento finiamo qui ma Firenze ha ancora molto da dire.