Alta 167,5 metri, la Mole Antonelliana fa capolino fra i palazzi storici torinesi. E’ uno dei simboli piemontesi per eccellenza e, insieme al fiume Po, il punto di riferimento principale della città di Torino. Per oltre vent’anni l’edificio ha ospitato il Museo del Risorgimento, dopodichè al suo interno sono state allestite diverse mostre, e infine, da luglio del 2000 è la sede del Museo Nazionale del Cinema. Quest’ultimo nel 2019 ha superato i dieci milioni di visitatori e per l’occasione, l’edificio si è illuminato di Rosso.
Storia
La storia della Mole Antonelliana comincia nel 1848, quando viene promulgato lo Statuto Albertino e di conseguenza, concessa la libertà di culto alle religioni non cattoliche. Dopo aver acquistato il terreno corrispondente all’attuale via Montebello, nel 1862 la comunità ebraica decide di erigere una nuova Sinagoga, affidando i lavori all’architetto Alessandro Antonelli. Il progetto concordato prevedeva che l’edificio raggiungesse 47 metri di altezza e che includesse anche una scuola al suo interno.
La costruzione della Mole Antonelliana inizia quindi ufficialmente nel 1863, a seguito dell’autorizzazione del Regio Decreto. A distanza di dieci anni però, a causa di alcuni problemi strutturali, del terreno instabile e dei costi aggiuntivi (necessari per adempiere alle modifiche proposte da Antonelli), la comunità israelita decide di barattare la Mole con il Comune di Torino, ricevendo in cambio il terreno su cui sorge l’attuale Sinagoga. Antonelli riprende i lavori lo stesso anno, aggiungendo il tempietto che fu completato solo agli inizi del 1885. Questa parte della Mole si può raggiungere ancora oggi tramite un ascensore e permette di vedere l’intera città dall’alto. Nel 1887 viene portata a termine la costruzione della lanterna, il basamento della lunga guglia che si può scorgere da diverse vie di Torino e che al momento è inaccessibile ai turisti. Nell’ottobre del 1888 muore Antonelli, lasciando il completamento della guglia in mano al figlio Costanzo e all’allievo Crescentino Caselli.
Al momento della conclusione dei lavori, avvenuto nel 1889, la Mole costituiva l’edificio in muratura più alto d’Europa. Primato perso successivamente, in seguito all’aggiunta di alcune componenti in cemento armato e in acciaio, dovute alle diverse ristrutturazioni.
Oltre alle difficoltà intraprese durante la costruzione e ai lavori rallentati a causa di un terremoto, una serie di sfortunati eventi colpirono il monumento negli anni successivi al suo completamento. Tra questi vi fu nubifragio che abbattè la statua del Genio Alato, allora collocata sulla punta dell’edificio, un altro nubifragio che spezzò e fece precipitare 47 metri della guglia e una bomba incendiaria che attraversò la cupola, provocando alcuni danni. Tuttavia, l’edificio riuscì a scampare ai grossi bombardamenti che durante la Seconda Guerra Mondiale colpirono le zone circostanti (anche se lo spostamento d’aria dovuto agli attacchi creò dei danni ai serramenti).
Curiosità
Diverse leggende vedono la città di Torino contemporaneamente vertice del triangolo della Magia Bianca e di quello della Magia Nera. In questo contesto, insieme alla Gran Madre di Torino, Piazza Castello, il Museo Egizio e la fontana Angelica di Piazza Solferino, la Mole Antonelliana rappresenta uno dei cinque luoghi della Magia Bianca.
Un’altra leggenda, vede l’edificio come un “nemico” degli universitari, si dice infatti che chiunque salga sul tempietto, non otterrà il diploma di laurea. Un ulteriore fatto curioso è quello che lega la Mole Antonelliana al filosofo Nietzsche, che profondamente innamorato della città, vedeva nell’edificio una rappresentazione di Zarathustra. Inoltre, è ad appena ad un chilometro di distanza, che si manifestò il suo primo famoso episodio di crollo mentale.
Amante della scrittura e del cibo. Scrivo da quando ho memoria, mangio più o meno da sempre. Giornalista Pubblicista dal 2017, con la nascita di Hermes Magazine ho realizzato un mio piccolo, grande sogno. Oggi, oltre a dedicarmi a ciò che amo, lavoro in un’agenzia di comunicazione come Social Media Manager.