Napoli Horror: tour nella città di Pulcinella in un’atmosfera da Brivido

“Scrutando nel profondo delle tenebre, rimasi lì a lungo, stupito, impaurito, sospettoso, sognando sogni che nessun mortale ha mai osato sognare prima.”

Cit. Edgar Allan Poe

I più bei monumenti della città di Pulcinella con le sue piazze e palazzi del centro storico formano una cornice incantevole per quello che seguirà in queste righe, che ci (e vi) porterà a circa duemila anni indietro nel tempo. Una passeggiata narrata attraversando i “Decumani”, dove tutto, di notte sembra diventare più coinvolgente, affascinante e misterioso. Pare, infatti, che anche le pietre raccontino in ogni anfratto, da ogni angolo così come ogni facciata dei palazzi e delle case storiche rechino e portino con sé storie di passati nascosti. Questa è Napoli, un museo a cielo aperto fatto di risate potenti durante le giornate soleggiate ai piedi del Vesuvio e dalla fervida storia dell’occulto nelle sue notti di luna piena. Per scoprire i suoi tanti misteri bisogna scrostare e scavare, nelle tracce rimaste tra sedimenti del tempo della storia. Quelli di una città in cui i millenni passati convivono con l’oggi tra una via e l’altra e nei racconti popolari dei suoi “vecchi”. Oppure semplicemente, leggere questo articolo.

Il Demone e la guglia (l’Obelisco di Piazza del Gesù: la leggenda dell’Immacolata dal doppio)

Questo monumento sorge al centro di Piazza del Gesù di fronte al bugnato. Il monumento, sulla sua cima presenta una guglia guglia che rappresenta la Madonna. Esso è tra i maggiori esempi dell’arte e della scultura barocca di questa meravigliosa città. Su questo obelisco però pare aleggi un’inquietante leggenda. Si narra infatti, che specialmente con la luce del tramonto o dell’alba, l’aspetto della statua della Madonna cambi. Se si fissa attentamente di spalle, dopo qualche giro intorno alla guglia, si ha l’impressione di essere minacciosamente osservati. Tanto da volersi quasi allontanare di qualche metro per non sentire più questa spiacevole sensazione. Il velo che avvolge il capo della Vergine, visto da dietro, pare abbia le fattezze macabre di un volto stilizzato con lo sguardo fisso verso la terra della piazza. Voci di popolo e leggende metropolitane dicono che raffigurerebbe la Morte in persona con tanto di gobba e scettro in mano.

Lo Spettro della Basilica

Ogni 22 Maggio, nel Chiostro di Santa Chiara pare si affacci e vaghi la regina Giovanna I D’Angiò. Ella fu assassinata mentre dormiva da quattro sicari che la soffocarono nel sonno. Si narra che non essendo comunicata, le sue spoglie furono gettate in fossa comune vicino alla Basilica, e da allora, qualcuno dice di averne incontrato il fantasma che vagava per cercare sollievo passeggiando tra i giardini e la basilica. Molti dicono che abbia il capo chino, ed è meglio che non lo alzi, altrimenti si pensa che in un attimo ci si ritrovi nell’oltretomba.

Il palazzo delle teste tagliate

All’epoca delle congiure questo palazzo divenne il luogo d’incontro dei congiurati che si vedevano nottetempo a casa di Antonello Petrucci, divenuto uno dei personaggi di riferimento dell’attacco al potere del 1300 nella cittadina Campana. La leggenda vuole che fra le colonne del palazzo che porta ad oggi ancora il nome della famiglia Petrucci si conservino alcune delle teste mozzate di tutti i baroni congiurati e che ogni tanto Antonello ed i suoi compari ancora si diano nottetempo convegno e appuntamenti in quelle stanze per continuare ad preparare le loro trame contro i ricchi ed i baroni del tempo.

La Basilica di San Domenico e il quadro del fantasma

A Napoli, nel 500 D.C. tutti sapevano della tresca fugace ed amorosa tra Maria d’Avalos e Fabrizio Caràfa, perché la nobiltà sussurrava e il popolo commentava l’audacia dei due amanti clandestini senza ritegno. Fino a che le voci trovarono evidenza quando la passione tra i due amanti crebbe ogni giorno di più, tanto che pure la prudenza dei primi incontri venne messa ogni di sempre più da parte, tanto che tra una spettegolata e l’altra anche Don Carlo, marito legittimo di Maria venne messo a conoscenza delle corna che gli faceva la moglie durante serate danzanti e pomeriggi a bere teina con le amiche.

Il 17 ottobre del 1590 Don Carlo avverte Maria che si allontanerà di casa per alcuni giorni per andare a caccia, senza però dirle che era un barbatrucco per coglierla in flagrante tre le braccia del Fabry. Maria che era più tonta del ragionier Filini manda un messaggio (con un piccione viaggiatore) al suo amante invitandolo nelle sue stanze per quella stessa notte e mentre i due amanti stanno consumando la loro notte di passione, Don Carlo spalanca la porta e trova la moglie a letto con il suo amante. Qui parte la follia omicida che vede finirà questa tragedia in sangue e in fantasmi, che ad oggi, si aggirano nelle chiese e sono raffigurati su quadri per mettere paura ai turisti. Tranquilli si risolve tutto con una pizza.

“O’ Munaciello” anima dannata

O’ Munaciello sarebbe un personaggio realmente esistito. L’origine della sua comparsa tra le storie di questa Napoli da brividi risale al 1445, durante il regno di Alfonso V d’Aragona, quando venne raccontata e vissuta la storia dei tanti amori impossibili decantati dalla tradizione poetica e musicale napoletana, tra Caterinella Frezza, figlia di un ricco mercante di panni, ed il garzone Stefano Mariconda.

Fortemente contrastata soprattutto dalla famiglia di lei, la giovane coppia ricorreva ad incontri clandestini durante la notte, cui il giovane garzone si recava percorrendo un pericoloso sentiero sui tetti di Napoli. Fu proprio nel corso di una di queste camminate che Stefano fu assalito e gettato nel vuoto, sotto gli occhi della fidanzata. Dopo che la salma del giovane fu inumata, Caterinella, in stato interessante, chiese ed ottenne di rinchiudersi in un convento della zona, dove diede alla luce un bambino piccolo e deforme. Nonostante la ragazza chiedesse alla madonna una grazia e chiedesse al cielo un miracolo, il bimbo continuava a restare tale, e venne additato dalla tradizione come uno di quei bimbi dalla faccia d’angelo ma dispettosi come la peste. Da giovinetto il Munaciello si sarebbe pure divertito a toccare il popo delle signore dell’epoca. Insomma, un vero e proprio diavoletto, di natura deforme, che probabilmente aveva anche qualche perversione non specificata. Niente di cui avere poi cosi paura, in fondo. per i più piccoli (e non).

Nella notte di Halloween l’associazione De rebus neapolis, organizza per la ricorrenza di Ognissanti una speciale edizione del tour tra i misteri della città in un itinerario da brivido nel centro antico di Napoli, per scoprire la Storia “oscura” che aleggia sulla festa di Halloween dalla nascita degli antichi culti celtici ad oggi. Un percorso “speciale” per tutti, che potranno indossare qualsiasi tipo di maschera (e macherina obbligatoria) se lo vorranno, in una Napoli magica e tenebrosa, in un tour dedicato alle leggende sanguinolente del passato, nei vicoli del centro antico. Il tour prende vita attraverso il mistero dalla Tomba del Vampiro più famoso al mondo “Dracula”, il tenebroso “Palazzo del Diavolo”, la “Lupa Mannara” proprio a Napoli, ed ancora gli incubi neri di Mary Shelley che (anche se molti non lo sanno) collocò proprio nella città di Napoli la nascita di Victor Von Frankenstein.

Se sei un amante dell’horror -e di Napulè- , non puoi mancare a questo evento (e nemmeno non arrivare in fondo a questo articolo).