Palmanova è un piccolo borgo del Friuli-Venezia-Giulia, sorto come fortezza veneziana nel 1593.
La città, infatti, vista dall’alto ha una particolare forma di stella a 9 punte, tipica delle strutture fortificate, e da cui deriva il nome di “città stellata”.
In origine il suo nome era “Palma”, simbolo della vittoria, in ricordo della Battaglia di Lepanto, in cui la Repubblica di Venezia fu protagonista. Il “nova” fu aggiunto in epoca napoleonica, quando fu aggiunta una terza cerchia fortificata alle due già esistenti.
Nel 2017 la Fortezza di Palmanova è entrata a far parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
La storia
Palmanova venne fondata ufficialmente il 7 ottobre 1593 per volere della Repubblica di Venezia che volle creare una fortezza in grado di arginare le invasioni turche e difendere la Cristianità.
Il dominio veneziano durò due secoli, fino all’arrivo di Napoleone Bonaparte che nel 1799 dichiarò guerra alla Serenissima e occuparono la città stellata. Fu in questo periodo che fu realizzata la terza cinta muraria con lunette napoleoniche.
Nel 1814 Palmanova andò nelle mani negli Asburgo che avevano già tentato di conquistarla nel 1797, conservando il potere solo per qualche anno, fino all’arrivo dei francesi.
Durante il dominio austriaco cominceranno a farsi strada i valori risorgimentali che porteranno all’annessione al Regno d’Italia nel 1866.
Durante la prima guerra mondiale la fortezza fu utilizzata come centro di rifornimento e smistamento delle truppe sull’Isonzo e come ospedale da campo. Subì un bombardamento da parte degli austro-ungarici nel 1916 e fu incendiata dalle truppe italiane in ritirata dopo Caporetto.
Con la seconda guerra mondiale, poi, rischiò di essere rasa al suolo dai tedeschi che decisero di far brillare lì munizioni ed esplosivi, ma grazie all’arciprete Giuseppe Merlino, i tedeschi batterono in ritirata.
Cosa vedere a Palmanova
Ammirare la città dall’alto è molto suggestivo, ma è piacevole visitare e scoprire Palmanova anche attraversandola a piedi.
Alla città si accede attraverso tre porte monumentali: Porta Udine, Porta Civitale e Porta Aquileia. Delle tre, Porta Udine conserva ancora le ruote del ponte levatoio. Da qui, in pochi minuti a piedi, si raggiunge Piazza Grande, la scenografica piazza esagonale da cui partono le sei strade prevalentemente residenziali che la circondano a raggio e le tre che la tagliano.
Fonte Foto: Udine Today
La piazza abbraccia armoniosamente tutto il centro e ospita palazzi storici, negozi, bar e trattorie che la sera si animano grazie ai tavolini disposti all’aperto, sempre affollati e vivaci.
Su Piazza Grande si affaccia il Duomo (1636), in stile barocco e pietra bianca. Qui è custodita Pala delle Milizie di Alessandro Varotari detto il Padovanino.
A sinistra del Duomo, troviamo la Loggia dei Mercanti che si sviluppa attraverso una fila di portici in pietra. Accanto alla loggia c’è il Palazzo del Provveditore Generale costruito nel 1598. Nei secoli è sempre stata la casa del rappresentante di Venezia, oggi ospita gli uffici municipali della città di Palmanova.
Se si vuole davvero conoscere il passato di Palmanova e, in particolare, la sua vocazione guerriera, va visitato il Museo Storico Militare, o meglio Museo della Grande Guerra e della Fortezza di Palmanova.
L’esposizione si sviluppa su tre sedi: il Palazzo del governatore delle armi, il percorso scoperto lungo le fortificazioni e Porta Cividale. Qui sono esposti cimeli, armi, documenti e divise militari che raccontano le vicende storiche e bellicose dal 1593 al 1917.
La rievocazione storica
Il momento migliore per visitare Palmanova è il primo weekend di settembre, quando la città organizza la manifestazione “A.D. 1615. Palmanova alle armi”. Si tratta di una rievocazione storica con più di 200 figuranti in costumi del ‘600 che ricorda la Guerra degli Usocchi, episodio storico avvenuto durante la guerra tra Venezia e l’Austria. Il conflitto precipitò a causa delle scorribande degli Usocchi, rifugiati slavi a servizio degli Asburgo.
Fonte Foto: Udine Today
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Classe ’84, laureata in lingue straniere e discipline dello spettacolo. Ama il cinema, le serie tv, il teatro, l’arte e la scrittura. Indossa spesso gli occhiali da sole “per avere più carisma e sintomatico mistero”.
Ha scritto due fumetti (“I Voccapierto’s – Le Origini” e “I Voccapierto’s – Back to the Vocca”) e ogni tanto insegna quel poco che ha imparato in giro. Il resto del tempo aspetta che suo figlio si addormenti per leggere un libro.