Alla scoperta di Treia, un borgo medievale

Treia, questo luogo per me ha un valore affettivo, ci passavo una settimana ogni estate con i miei nonni durante le nostre visite ai parenti. All’epoca lo guardavo con occhi diversi questo straordinario borgo, ma oggi, Treia ha una bellezza che non avevo mai visto prima, mi sono resa conto guardandola con gli occhi di un adulto che questo luogo ha un qualcosa di magico.

 

È uno dei “Borghi più belli d’Italia”, in provincia di Macerata che vi offrirà tanta storia, arte, cultura e un paesaggio mozzafiato, questo borgo è adagiata sul crinale di un colle, è abbracciata da uno scenario naturale suggestivo e da una cinta imponente di mura medievali. In questo articolo voglio consigliarvi 10 cose da fare e da vedere, per scoprire Treia.

 

 

Passeggiata nel centro storico medievale fino a piazza della Repubblica

 

 

Iniziamo questo viaggio alla scoperta di Treia, partendo dal suo centro storico medievale, circondato da mura. Entrando da una delle 7 antiche porte vi consiglio di lasciarvi trasportare dall’atmosfera senza tempo dei suoi vicoli fino ad arrivare alla scenografica piazza della Repubblica, una fra le più belle e caratteristiche delle Marche. A forma di ferro di cavallo, si apre su un ampio balcone panoramico. Da dove si potrà ammirare un panorama mozzafiato che si perde in un orizzonte vasto di campi coltivati e dolci colline. E nelle giornate limpide potrete scorgere anche il Monte Conero e il mare.

 

 

I reperti egizi di Treia

 

 

Se non lo sapete, i romani erano molto attratti dalla cultura egizia, ed in particolar modo dalla Dea Iside. Ed è proprio qui, in questa splendida cittadina immersa fra le colline, che potrete fare un tuffo indietro nel tempo ammirando reperti egizi di epoca tolemaica conservati oggi al Museo Archeologico (allestito presso il Convento di San Francesco) e rinvenuti all’inizio del secolo, presso il Santuario del Santissimo Crocifisso dove sorgeva l’antica Trea, a circa 1,5 km dal centro abitato odierno.

 

 

Assaggiare i calcioni

 

 

Se siete a Treia dovete assolutamente fare una pausa super gustosa, assaporando una delle specialità della zona, il calcione, un prodotto unico della tradizione culinaria treiese dal caratteristico sapore dolce-salato.

 

Si tratta di un disco di pasta sfoglia, leggermente dolcificata, al centro del quale si colloca un impasto formato da uova, pecorino, zucchero ed olio. Si può mangiare come spuntino, ma anche come dolce. Personalmente lo mangerei ad ogni ora, infatti, chiedo spesso a mia mamma di farmeli, (potrei imparare a farli, ma quelli della mamma mi ricordano troppo quelli di Treia). Non potete assolutamente adare via da Treia senza averli assaggiati.

 

Attraversare la storia a Porta Vallesacco

 

 

Si riparte alla scoperta di Treia, passando nella storica Porta Vallesacco, la più celebre fra le 7 porte cittadine divenuta monumento nazionale perché fu teatro di una celebre battaglia combattuta nel 1263 dai Montecchiesi contro Corrado d’Antiochia. Se siete appasionati di storia e volete saperne di più, nel teatro di Treia, troverete un bellissimo sipario che la rappresenta.

 

 

Il Teatro condominiale di Treia e il suo sipario

 

 

Il grazioso teatro cittadino, costruito nel 1801 su disegno dell’architetto Lucatelli, costituisce un bell’esempio di teatro con la struttura portante dei palchi completamente in legno. Il teatro è definito “condominiale” perché realizzato grazie al contributo di famiglie treiesi che hanno costituito una Società di Condomini per promuoverne la costruzione.

 

 

Uno sport antico e l’arena del gioco del bracciale

 

 

Treia è la città simbolo del gioco del Pallone col Bracciale, uno sport antico, praticato dai nobili, ma, seguito con grande entusiasmo dal popolo. Qui a Treia visse il personaggio più rappresentativo di questo sport, il celebre Carlo Didimi, immortalato anche da Leopardi che nel 1821 gli dedicò la canzone “A un vincitore nel pallone”. A lui è infatti, intitolata l’arena dove avviene ogni anno, la prima domenica di agosto, una tra le più rilevanti ed originali rievocazioni storiche italiane, la Disfida del Bracciale: un torneo nazionale che vede impegnate le squadre dei quattro quartieri cittadini per la conquista di un palio e di un trofeo da custodire per un intero anno. Questo evento è preceduto da dieci giorni di festeggiamenti che iniziano l’ultimo venerdì di luglio.

 

La Torre Onglavina: un balcone sulle Marche silenziose

 

 

La Torre Onglavina, eretta nel XII secolo, parte dell’antico sistema fortificato, è un balcone sulle Marche silenziose, che abbraccia in lontananza il mare e i monti Sibillini. Qui potrete assistere, durante il periodo natalizio, alla rappresentazione del presepe vivente.

 

 

Scoprire la Treia di Dolores Prato

 

 

Su Treia c’è anche un libro, scritto da una delle più grandi scrittrici e poetesse del 900 italiano, Dolores Prato, vissuta qui fino all’età di 18 anni, cresciuta da lontani zii materni dopo essere stata abbandonata dai suoi genitori. Il libro si intitola “Giù la piazza non c’è nessuno”, ed è stato scritto quanto lei aveva ottant’anni e subito divenne un caso letterario. Treia riemerge nei pensieri della scrittrice anche dopo il trasferimento a Roma e finisce per coprire col suo nome tutta la città eterna.

 

 

Le case di terra e la riscoperta della vita contadina di un tempo

 

 

Alle porte del centro abitato, in contrada Fontevannazza, è possibile rivivere le condizioni di vita contadina della campagna del maceratese tra l’800 e l’inizio del ‘900 visitando la casa-museo in terra. Dovete sapere, che le case di terra (gli “atterrati”) sono antiche abitazioni tipiche delle Marche, realizzate con terra solitamente mista a paglia molto diffuse nella fascia medio-collinare della provincia di Macerata. All’interno della casa museo potrete ammirare utensili ed oggetti rigorosamente d’epoca, un magnifico telaio, il tradizionale caminetto e fra le altre cose il cosiddetto “prete”, il celebre scaldino da letto.

 

 

Ammirare la quercia monumentale

 

 

A pochi km da Treia, nella frazione di Passo di Treia potrete incontrare la monumentale roverella, che ombreggia la corte di una casa colonica in Contrada San Marco Vecchio. Con il suo fusto possente e l’ampia chioma è senza dubbio una delle più belle querce d’Italia, per circonferenza del tronco la maggiore della regione: 30 metri di altezza, 6,5 metri di circonferenza del fusto e un’età stimata di circa 450 anni. Questo albero è talmente famoso, che nel 2000 è stato dichiarato monumento nazionale, ha avuto l’onore di essere più volte ritratto in pubblicazioni e filmati televisivi e il Comune ha fatto realizzare un piccolo anfiteatro nell’area adiacente per consentire ai visitatori di osservarla ed ammirarla.

 

“Se Giacomo Leopardi fosse stato di Treia avrebbe sentito lì il mistero dell’infinito”.  Dolores Prato.

 

Come dare torto a Dolores, questo luogo è straordinario e merita d’essere visto e scoperto almeno una volta nella vita. Intanto io mi preparo, perché non so voi ma ora voglio proprio partire.