Il fico bianco del Cilento è uno dei fiori all’occhiello della regione Campania, in quanto dal 2006 gode della Denominazione di Origine Protetta (DOP).
La storia
L’introduzione del fico nel Cilento sembra avere origini antichissime, infatti risalirebbe al VI secolo a.C. Essa è attribuibile ai coloni greci, che fondarono diverse città in quest’area e per secoli hanno decantato le caratteristiche di questo frutto così dolce.
Fonte foto: Regione Campania
Il fico del Cilento è molto digeribile ed è più piccolo rispetto al comune fico rosso. Durante la maturazione la buccia non cambia il suo colore: all’interno è marroncino che tende al bianco ed è un prodotto ricco di zuccheri e fibre. Quando si parla di Fico Bianco del Cilento, solitamente si intente il frutto essiccato. La polpa è tipicamente pastosa, molto dolce e con acheni prevalentemente vuoti. Queste caratteristiche fanno del Fico Bianco cilentano un prodotto di eccellenza per la categoria dei fichi commerciali. Ci sono diversi tipi di fico, infatti possono esser farciti con mandorle, noci e qualche seme di finocchio o ricoperti di cioccolato. Per ampliare il commercio, soprattutto nel periodo natalizio, vengono immersi anche nel rum. Una preparazione tradizionale molto antica è quella che vede i fichi “steccati”, infilati in due stecche di legno parallele, che formano delle spatole. Quelli più ricercati sono i fichi essiccati e poi dorati al forno ed i fichi mondo, senza buccia e dal colore chiarissimo.
La produzione dei fichi in Cilento è possibile grazie alle ottime condizioni climatiche, all’azione mitigatrice del mare e la barriera posta dalla catena degli Appennini alle fredde correnti invernali provenienti da nord-est. Oltre alla coltivazione, importanti sono le fasi di essiccazione e lavorazione del prodotto, che si svolgono interamente in Cilento, presso alcune strutture agricole.
Un prodotto unico, di cui la Campania va fiera e del quale si può godere soprattutto durante le feste di Natale.
Amante della scrittura e del cibo. Scrivo da quando ho memoria, mangio più o meno da sempre. Giornalista Pubblicista dal 2017, con la nascita di Hermes Magazine ho realizzato un mio piccolo, grande sogno. Oggi, oltre a dedicarmi a ciò che amo, lavoro in un’agenzia di comunicazione come Social Media Manager.