Fonte foto: cookist
Non c’è niente da fare, quando si parla di enogastronomia in Italia abbiamo la possibilità di attingere a un tesoro davvero ampio e variegato. Ne sono un esempio i cosiddetti soffioni, un dolce tipico della tradizione gastronomica abruzzese.
A Pescara invece il soffione viene chiamato “Lettera d’amore“, per via dei lembi di pasta che sigillano la crema all’interno come una lettera che custodisce parole d’amore dolci, proprio come il ripieno di questo dolce. Il nome fiadone deriva da flan che significa cosa gonfia e le sue origini sono antichissime; della versione dolce ne parlava già Cristoforo da Messisbugo, scalco rinascimentale alla Corte Estense di Ferrara. Il termine tuttavia, descrive anche la versione salata di questo piatto tipico, perciò spesso si crea confusione tra i commensali, che non sanno se stanno per assaggiare la versione dolce (i soffioni appunto!) o quella salata.
La preparazione dei soffioni abruzzesi è molto semplice, ma richiede un bel po’ di tempo. Occorre almeno un’ora per la realizzazione dell’impasto e un’altra ora abbondante per la cottura, senza dimenticare le due ore richieste per scolare la ricotta.
Morbidi ma dal gusto deciso, i soffioni abruzzesi sono un trionfo di equilibrio. E’ bene sapere che il suddetto equilibrio non ne risentirà se, invece della ricotta di capra, utilizzerete quella di bufala o quella vaccina; né se sceglierete di aggiungere al ripieno qualche goccia di cioccolato.