Genitori contro insegnanti, chi ci rimette?

Genitori contro insegnanti, chi ci rimette?

Troppo spesso la cronaca riporta casi di intolleranza tra genitori e insegnanti, con questi ultimi che aggrediscono il corpo docente dei figli per presunte ingiustizie subite.  

Brutti voti, note, rimproveri, mancate giustificazioni, bocciature, tutto ormai scatena l’ira delle persone nei confronti di maestri e professori, spesso colpevoli di fare il loro lavoro e provare ad educare i ragazzi proprio dove la figura genitoriale risulta carente. 

Perché il genitore difende il figlio a prescindere? 

Molte volte ci si è posti la domanda del perché molti genitori difendono il figlio a prescindere, senza preoccuparsi delle conseguenze che questo può avere sulla loro crescita emotiva. 

Ho provato ad analizzare l’andamento di questi effetti nel tempo e, se fino a 10 anni fa questi episodi erano praticamente nulli e non se ne parlava, ora invece sono all’ordine del giorno.  

Notizie enfatizzate da giornalisti che non riportano esclusivamente i fatti ma sottolineando ciò che fa più notizia, la caccia all’uomo nei confronti di una categoria per cui è sempre più difficile fare il proprio lavoro. 

Ragazzi segnati da un’infanzia e una giovinezza vissuta accanto ad un professore non all’altezza di tale nomea, ora si trovano a difendere i propri figli a prescindere, memori della loro esperienza, senza rendersi conto che non tutte le esperienze sono uguali. 

Senza capire che con questo comportamento non riscatterà ciò che loro è stato rovinato, ma non farà altro che far crescere i ragazzi come adulti irresponsabili in una campana di vetro che prima o poi si romperà lasciandoli in balia di una vita che non sono in grado di affrontare. 

Come poter contrastare questo fenomeno? 

Dobbiamo comportarci da genitori e non cercare a tutti i costi di vendicare il “noi” bambino che ha avuto una brutta esperienza, perché probabilmente proprio quello ci ha aiutato a crescere e, a loro volta, i nostri genitori lo sapevano. 

Subire ingiustizie aiuta a crescere, e possiamo star vicino ai ragazzi aiutando ad affrontare quei momenti e non risolvendoli per loro. 

Come porci nei confronti degli insegnanti? 

Partiamo dal presupposto che sono figure che devono aiutare i genitori a crescere i ragazzi come persone responsabili e viceversa i genitori dovrebbero aiutare loro nel dare una cultura. 

La scuola non è altro che il primo lavoro che tutti ci troviamo ad affrontare, e dubito che a 30 anni la mamma possa andare dal direttore della fabbrica a girare la scrivania perché ha rimproberato il suo “bambino”. 

Quindi lasciamoli crescere, affianchiamo queste figure lavorando in sinergia per il bene delle generazioni che avranno in mano il mondo nei prossimi anni, perché stiamo innescando una serie di avvenimenti che, a cascata, renderanno sempre meno autonomi e adeguati i ragazzi che diventeranno a loro volta genitori e che dovranno formare altri futuri genitori.  

Collaborare, crescere e formare, queste sono le parole chiave che devono unire famiglia e docenti. 

Poi le mele marce esistono ovunque, in ogni settore e in ogni famiglia, ma questo non deve influenzare la nostra capacità di giudizio e l’autocontrollo, ogni azienda ha un organigramma, ogni professionista ha un superiore e se le cose dovessero diventare insostenibili è a lui che dobbiamo rivolgerci, scalando la piramide passo dopo passo finché non troviamo chi può risolvere la situazione. 

Insegniamo ai ragazzi che le situazioni si possono risolvere con intelletto, educazione e ragionamento, e non con istinto, violenza e stupidità.