Quando chi fa dell’arte non solo un lavoro ma anche una grande passione, succede che accadono cose davvero bellissime. Se poi quest’arte si rifà alla musica, allora, il mondo, anche quando è in silenzio, anche quando fatica a rialzarsi riesce comunque ad esprimersi nel suo modo migliore. Ovvero, grazie alla capacità, allo studio e alla forza d’animo di persone davvero speciali. E in questo articolo è proprio di loro (e con loro) che voglio parlarvi.
Vi presento i Noiskin: un gruppo alternative metal bergamasco, con un unico grande obiettivo: dare emozione alle persone. Che sia in live di fronte ad un pubblico esorbitante, in acustico in un ambiente più intimo o dietro ad uno schermo, perché il Covid-19 non ci permette assembramenti, questi ragazzi fanno del loro meglio, per regalare a chi li ascolta, tante vibrazioni ed emozioni positive.
Si sono esibiti in tanti festival della zona come “Rock’in Park”, “Clamore Festival” “Emergenza Festival”, hanno duettato con i Dual Project per il Remembering Chester (evento in memoria di Chester Bennigton) all’Arco della Pace a Milano, ed in seguito in altre due date, fra cui una in occasione della Festa della Musica a Romano di Lombardia. Ultimamente sono tornati sul palco per celebrare l’ultima FDM al “Bergamo Strange Music Fest” in un concerto a porte chiuse andato in onda in streaming.
Dietro al nome Noiskin ci sono quattro musicisti che hanno una grande preparazione artistica: Marco Depriori (Chitarra solista e cori) Simone Tarenghi (Basso) Federico Bombardieri (Batteria) e Luca Taverna (cantante e chitarra elettrica). Quest’ultimo ha dato voce ad ognuno di loro, concedendomi un’intervista, a trecentosessanta gradi sulla loro musica, sui loro obiettivi, sul loro primo album e sulle emozioni che imprimono dentro le loro canzoni.
Marco (Mark) Depriori
Federico Bombardieri (Bomba)
Simone Tarenghi (Tare)
Luca Taverna (Tave)
Ecco l’intervista:
Ciao Luca! Come nascono i Noiskin?
“I Noiskin nascono nel 2016, quattro anni fa. Tutti i componenti del gruppo avevano un background di esperienze con altre band ovvero altri percorsi musicali. Io (Luca) avevo una band, e da poco avevo anche cominciato a suonare in acustico con Marco. Però ho sempre sentito l’esigenza di tornare a fare qualcosa in elettrico, qualcosa che rappresentasse la mia personalità musicale al cento per cento. Così abbiamo deciso di cercare altri due componenti: che sono Tare (Simone) e Bomba (Federico), iniziando così questo percorso con i Noiskin. Da subito abbiamo cominciato a scrivere pezzi nostri, perché quella era l’idea di base. Poi ovviamente a volte, suoniamo anche cover.”
Spiegaci qualcosa di più sul vostro nome. Qual è il suo significato?
“Il nome Noiskin è l’unione di due termini inglesi, abbastanza intuibili: “Noise” e “Skin” traducibili in italiano come “rumore” e “pelle”. Ci sono due significati che hanno determinato questa scelta: uno che riguarda un discorso metaforico, che spiega l’impatto emotivo della vibrazione positiva che da la musica a chi la ascolta: il brivido di un emozione provocato da un rumore “musicale”. L’altro significato invece si ricollega a qualcosa di più dialettico. L’idea iniziale infatti era “New Skin” ovvero “pelle nuova”. Una sorta di nuovo inizio dopo le esperienze passate. Ed in tedesco il dittongo “eu” si legge “oi”. Da qui lo slang è diventato quello che tutti conosciamo: NOISKIN”
Chi è che scrive i testi? E chi si occupa della musica?
“Per quanto riguarda la scrittura delle canzoni scriviamo un po’ tutti. Partiamo dall’idea delle produzioni che ognuno di noi fa a casa, e poi da lì, sviluppiamo il pezzo in studio (che sicuramente è la parte più interessante).”
Il vostro primo live, dove è stato? Che cosa vi ricordate? Un live invece che vi è rimasto nel cuore?
“Il primissimo live che abbiamo suonato insieme è stato al “Druso”. Un locale di di Bergamo. E’ stato molto bello, perché è un locale a cui sono molto legato. Il live che però ho nel cuore è quello che abbiamo fatto a Romano di Lombardia (che è il mio paese) suonando le canzoni dei Linkin Park per il “Remembering Chester”. L’evento che abbiamo organizzato insieme. Per me, infatti, esprimermi con la mia band, con la mia musica, nel mio paese, con la mia gente e con tutti quelli che sono venuti da fuori, suonando anche le canzoni dei Linkin Park, che è una delle band che amo di più, è stato davvero qualcosa d’indescrivibile.”
Nel campo musicale, ma della discografia in generale, bisogna essere dinamici. Che cosa fate oltre ad essere Noiskin? Progetti paralleli?
“Cosa facciamo oltre ai Noiskin? Dunque io faccio proprio il musicista a tempo pieno. Insegno canto moderno a scuola, che è la mia professione principale insieme alla didattica musicale. Ho un duo acustico con Mark (Marco), gli Atipica e da un paio d’anni a sta parte ho iniziato a suonare in una tribute band dei Foo Fighters, senza contare tutte quelle serate che faccio come solista. Mark oltre ai Noiskin e agli Atipica suona in un’altra band pop-rock che si chiamano Shabby Monroe.”
Marco Depriori (Mark) e Luca Taverna formano gli Atipica
Chi vi ispira a livello musicale? C’è qualcuno che vi da l’input per scrivere le vostre canzoni?
“E’ una domanda complessa, perché la musica secondo me è tutta bella e veramente varia, c’è veramente un sacco di qualità in qualsiasi genere e artista che fondamentalmente un po’ tutto è fonte d’ispirazione, no? Io ascolto davvero di tutto e, come capita a tutti, c’è quello che mi piace di più e quello che mi piace di meno, ma sono totalmente dell’idea che l’ispirazione arrivi un po’ ovunque. Adoro i Linkin Park, i Bring Me The Horizon, adoro Billie Eilish (che non c’entra nulla con i due che ho citato prima), adoro Freddie Mercury e i Queen e Hans Zimmer. Tutti cantanti che non hanno quasi nulla in comune tra di loro, ma dove c’è qualità, c’è sempre ispirazione. Per quanto concerne i testi nello specifico ho un approccio metaforico dei significati: ovvero rendere un’ idea attraverso un’ immagine. E questo lo facevano molto bene Freddie Mercury , Mice kennedy, Corey Taylor e molti altri. Per citare qualche italiano ti direi Fabrizio Moro, Ermal Meta e Gabbani che mi piacciono molto.”
Una canzone alla quale siete molto legati a livello affettivo? E se ti va di dirlo perché?
“Una canzone alla quale sono molto legato a livello affettivo dei Noiskin è “As I lay dying”. Ma ti dico in anteprima che stiamo lavorando a due brani che tra poco registreremo in studio. Questi due brani mi hanno permesso di esprimermi al cento per cento, nel senso che ho cercato di catturare dei momenti della mia vita e fissarli in quei testi e in quelle parole. Presi, fissati e bon, VOLTARE PAGINA E ANDARE AVANTI. Per me non è stato facile ma sono estremamente contento di esserci riuscito.”
Avete lanciato anche due singoli molto belli e molto diversi in questi anni, oltre alla versione casalinga di “As I lay Dyng”, ovvero “Haze” e “One By One” vero? Che ci dici di queste due canzoni?
“Haze è il primissimo singolo che abbiamo lanciato, quindi una canzone alla quale siamo davvero molto legati ed è un po’ l’inizio della storia che raccontiamo nel disco. Una sorta di incipit in cui si analizza l’approccio con il quale ci si prepara a prendere una decisione. Ci sarà sempre una rivalità tra cuore e cervello, razionalità e sentimento, cosa è giusto e cosa e sbagliato e fondamentalmente in questo brano ci si chiede per quale motivo non ci può essere una sfumatura grigia all’interno del bianco o del nero. All’interno delle due controparti.”
“One by One, invece è l’ultimissimo singolo che abbiamo lanciato, quindi sono due brani agli antipodi e non è contenuto all’interno dell’album, infatti la tematica che tratta è leggermente differente. E’ un brano molto arrabbiato, che ha un epilogo e parla fondamentalmente del condizionamento della società e delle altre persone. Ed è una cosa che io stesso non sopporto di me stesso. Il fatto di farmi condizionare da chi mi sta intorno nel bene o nel male, da un atteggiamento di un’altra persona, da una cosa che viene detta o comunque da un’ idea altrui.”
Una canzone di un altro artista al quale sei molto legato?
“Un altro brano a cui sono davvero legato (ma anche qui è difficile perché ogni canzone esprime sensazioni e situazioni diverse che comunque fanno parte della nostra storia e sono tutte importanti) è “Money for nothing” dei “Dire Straits”, che è una canzone che ascoltava mio papà da giovane e che fece ascoltare anche a me quando decisi di iniziare a prendere lezioni di chitarra. Quando mi capitava di ascoltare quella canzone mi ripetevo che anche io volevo fare quella cosa li… fa niente se lui era Mark Knopfler e io non sono nessuno.”
Che cosa ci dici del vostro primo album “Old Sway Over”?
“Old Sway Over? è Concept Album. Per chi non sapesse che cosa è un concept album, è semplicemente un disco che ha un insieme di tracce e di canzoni che sono tutte collegate tra loro da un filo comune che è appunto l’argomento del disco. Il nostro disco suona e parla delle “decisioni” e tutto ciò che comporta fare una determinata scelta nelle nostre vite sia per noi stessi che per gli altri. Principalmente quello che proviamo noi. Sicuramente prendere una decisione porta comunque per causa – effetto e ridondanza a mettere in discussione anche chi ci sta intorno. Quindi analizza un percorso emotivo e psicologico di una persona che fa scelte giuste o sbagliate. Inizia con l’immagine di questa persona che si trova davanti ad un bivio che tenta di valutare i pro e i contro delle sue scelte, prende una decisione, che però si rivela sbagliata, almeno per ora con tutto ciò che ne consegue.
Tutti noi nella vita, chi più chi meno abbiamo preso decisioni sbagliate o un po’ avventante, ma analizzando meglio il tutto, quello che succede a fronte di una decisione può essere sì giusto o sbagliato, ma in questo giusto o sbagliato esistono delle sfumature. E di per sé la vera scelta corretta è quella di rendere giusta la scelta che si è fatta. Senza farsi condizionare, in base agli stereotipi che ci vengono dati dalla società dalle norme di consuetudine.
Il senso vero dell’album è arrivare a questa consapevolezza: la scelta giusta, fondamentalmente, è ciò che si sceglie e che determina tutto il resto.
Scrivere questo disco mi ha aiutato molto ad avere una visione diversa di quello che mi accade, più completa e sicuramente migliore.
Che mi dici dell’artwork che avete come copertina dell’album? E’ una piramide, giusto?
Copertina dell’album
“L’ artwork rappresenta proprio il progredire verso una decisione. Gli scalini di questa sorta di piramide rappresentano i passi e gli step verso una scelta. Se si guarda meglio nella piramide si vedono delle porte aperte, dalle quali esce luce oppure non esce assolutamente niente. Quelle porte rappresentano le infinite possibilità che una persona ha. La piramide è anche rovesciata e speculare e rappresenta le due parti del giusto o dello sbagliato ma che alla fine si riflettono. Alla fine se giri la piramide resta tutto uguale, il vero motore di tutto è quello che metti per prendere una decisione quindi la motivazione, la voglia, il cuore . La piramide ha come sfondo un cielo “poco tranquillo” perché quando si fanno delle scelte, si è sempre un po’ agitati. Quando devi salire un gradino devi alzare i piedi e staccarli da terra restando in bilico: è esattamente quella situazione di poco equilibrio e di disagio che ci crea paura, incertezza ma è l’unico modo che ci fa crescere e fare un salto di qualità”.
Durante il lockdown causato dal Covid-19 avete fatto qualcosa di particolare? Oltre alla versione casalinga di “As I Lay Dyng”?
“La versione a casa di questa canzone ovviamente ci è stata quasi obbligata, visto l’evolversi della situazione della quarantena. E’ stato un periodo abbastanza difficile, perché a fine febbraio saremmo dovuti partire per un tour in est Europa e, per forza di cose, abbiamo dovuto rinunciarvi. Per noi, è stata davvero una brutta perdita.
Dopo qualche settimana in cui siamo stati davvero male, abbiamo deciso che dovevamo fare qualcosa; ognuno, da casa propria, ha contribuito con i proprio strumenti a registrare questo video “home edition” della canzone. Brano inserito nel disco verso la fine. Parla dei sentimenti contrastanti, che avvengono nell’animo quando si prende una scelta sbagliata ma che essenzialmente ti portano anche a capire quanto puoi fare per rendere quella decisione la più giusta possibile.”
L’intervista finisce qui, ma spero che queste parole, che i Noiskin hanno donato alla musica, possano davvero far bene a qualcuno, come l’hanno fatto a me.
Fortuna che la musica ha scelto i Noiskin e fortuna che i Noiskin hanno scelto la muscica.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.