Storia del vinile, il supporto musicale più amato degli ultimi anni

Il vinile ha segnato la storia della musica, ha lasciato un segno indelebile che ancora oggi possiamo vedere.

 

Gli appassionati oggi comprano i dischi in vinile e ne odono il suono, a distanza di tanti anni; ci sono persone che ancora preferiscono li al CD (o a versioni più moderne o in digitale). A differenza di molti oggetti che con il tempo sono stati messi da parte per lasciare spazio ad altri supporti (prendiamo come esempio le musicassette o il VHS, che dopo l’enorme successo sono stati accantonati), il vinile non è mai stato dimenticato né cancellato.

 

Infatti, il vinile ha ben 76 anni di storia, il 10 gennaio 1945 usciva il primo disco a 45 giri.Il vinile, prima di diventare quello che conosciamo oggi, era un semplice disco in metallo ricoperto di cera, che veniva poi inciso con una puntina, sfruttando la vibrazione delle onde sonore prodotte dagli strumenti musicali. Per riprodurli, venivano messi su dei dispositivi meccanici azionati a manovella chiamati grammofoni, che, attraverso il processo inverso, rendevano udibile il suono attraverso una campana metallica che fungeva da amplificatore.

 

Così, agli inizi del ‘900, iniziarono a comparire i primi grammofoni in luoghi pubblici per permettere l’ascolto collettivo della musica. Ebbero però diversi problemi, uno tra tutti il fatto che dovendo girare manualmente la manovella, la velocità usata non permetteva di riprodurre in modo corretto i brani. Ma negli anni ’20, iniziarono a comparire i primi grammofoni motorizzati, con una velocità standard di 78 giri al minuto, aprendo così la strada della diffusione al grande pubblico. I generi musicali per cui venivano utilizzati erano differenti, si decise, inoltre, di inciderlo su entrambi i lati, così da avere più spazio di registrazione. (anche se la durata era pur sempre di pochi minuti). Successivamente venne sostituito anche il materiale, così da renderlo più duraturo, passando quindi, dal metallo alla gommalacca.

 

Il primo cambiamento significativo ci fu negli anni ’30, quando fece la sua comparsa un materiale ancora più resistente, il vinile. Ma nel ’48 si assistette alla vera e propria svolta, la Columbia Records presenta il primo Long Play (LP), un disco di circa 30cm la cui velocità di riproduzione era fissata a 33 giri (più precisamente 33 giri e 1/3). Un nuovo modo di incidere che consentiva più minuti di registrazione ed una qualità dell’audio decisamente migliore.

 

La RCA Victor rispose con il primo 45 giri, un disco molto più piccolo del 33 giri destinato principalmente ai brani singoli. Ma i 45 giri si trasformeranno ben presto in Extended Play (EP) dove, scarseggiava la qualità, ma era possibile inserire due tracce per facciata. Il vero vincitore era lui, il 33 giri, tanto che anche la RCA iniziò a produrli. Tra gli anni ’50 e gli anni ’70 ci fu un’ enorme crescita delle vendite dei vinili, si trovarono nuove tecniche, tanto da far arrivare un LP a 30 minuti per lato, con una qualità di riproduzione sempre migliore. Negli anni ’80 nacque il suo sostituto, il Compact Disc (CD), che ancora oggi permette di promuovere la musica e gli artisti di tutto il mondo. Con un ingombro decisamente minore, con una lunga durata ed una qualità di riproduzione che il vinile non sarebbe riuscito a raggiungere, il CD ha preso in pochissimo tempo il suo posto, anche se negli ultimi anni, si sta vivendo un vero e proprio ritorno al Long Play.

 

Il disco in vinile è ormai un oggetto da collezione, qualcosa per appassionati. Personalmente è una coccola, un modo per tornare al passato, una passato che non ho vissuto. Ascoltare i dischi in vinile è come avere una macchina del tempo che ti fa vedere cose e vivere emozioni che non hai mai vissuto.