Fonte immagine in evidenza: foto storica
Nella cornice del Postdamer Platz, nell’area che all’epoca e per molto tempo fu definita “terra di nessuno” accanto alla porta di Brandeburgo si contavano quasi 250.000 persone la notte del 21 luglio 1990, anche se per quello che sarebbe successo il numero di teste in musica sarebbe in seguito salito a più di 350.000. Il motivo di tutto ciò non è stato solo un concerto, ma un evento unico nella musica rock di tutti i tempi. Roger Waters, leader dei Pink Floyd si è esibito con un turnover di artisti di fama mondiale per celebrar,e dopo quasi un anno, l’anniversario della caduta del muro di Berlino che divideva la Germania Est con la Germania Ovest e di conseguenza l’ Occidente e l’ Oriente del mondo.
Il muro di Berlino, costruito nel 1961 e abbattuto nell’agosto del 1989 contava circa 156 km di cinta muraria costruita dalla Germania dell’est per impedire la libera circolazione dei suoi cittadini nella parte Ovest del paese. Quasi un anno dopo a ridosso della data a ricordo della sua caduta, Waters insieme a molti altri artisti di fama mondiale, come Bryan Adams, Sinèad O Connor, Scorpions, Van Morrison e molti altri hanno voluto celebrare il tutto attraverso la musica ed i brani di “The wall” con una variazione del tour dedicato all’omonimo disco che era già stato fatto, con i Pink Floyd tra il 1980-1981. Ovvero gli anni della sua uscita.
“The wall” significa letteralmente “Il muro”. Musiche e testi sono stati scritti e cantati da Roger Waters ed è un disco che tratta il tema dell’assenza di comunicazione tra le persone a cause delle mille barriere che si trovano anche nell’odierna società. Questo ha dato ancora più valore e significato all’evento che è stato trasmesso in diretta in cinquantadue paesi fra cui l’italia, a partire dalle ore 22.00 in uno speciale condotto da Red Ronnie in leggera differita.
L’allestimento del parco, Postdamer Platz, ha portato alla luce la storia e gli orrori degli anni precedenti. Infatti, dopo essere stato centro commerciale di Berlino prima della seconda guerra mondiale, durante i bombardamenti venne raso al suolo dagli alleati perchè era molto vicino ai bunker nazisti. Infatti quando si avviò la pulizia del posto, il terreno riportò alla luce bombe, proiettili e scavi che riconducevano a trincee e nascondigli sotteranei usati dalle SS prima della caduta del Reich.
“The wall- Live in Berlin” riportò alla memoria dei fan i concerti che si erano svolti durante il tour negli anni 1980 e 1981. La scaletta del concerto ridipinge la storia di Pink, personaggio creato da Gerard Scarfe nonchè il filo conduttore dell’album e di tutto l’evento. Per questo concerto furono apportate tante modifiche a livello di grandezza del palco e per una capienza di pubblico maggiore dei precedenti concerti. The Wall- Live in Berlin non è stato solo un concerto, ma uno spettacolo che declamava la libertà di poter essere liberi di sentirsi diversi e riconoscersi comunque simili. La simbologia di “The Wall” venne ripercorsa in tutto e per tutto, anche ricreando le atmosfere della storia a fumetti (ad esempio Waters cantava le parti più intime delle canzoni con una scenografia dove veniva riprodotta una stanza d’albergo).
In un’intervista, rilasciata prima del concerto, Roger Waters ha esclamato che “The Wall” racconta soprattutto frammenti della sua vita, e che quel “muro” di cui si parla, spesso viene costruito proprio dalle nostre stesse mani, al fine di proteggerci e di creare una sorta di barriera di protezione dal mondo esterno. Un muro che in realtà non sempre ci protegge. Alle volte ci danneggia ed è neccessario creare dei varchi per darci una possibilità di aprirci agli altri e comunicare con chi ci può aiutare.
La scenografia finale così come quella iniziale ha lasciato i presenti, venuti da ogni angolo della terra per riunirsi sotto quello che per anni è stato simbolo di divisione e massacri, sbalorditi. Diede il via allo spettaccolo uno dei pensatori insieme a Waters dell’evento, tale Leonard Cheschire che iniziò il concerto soffiando dentro ad un fischietto della seconda guerra mondiale. Davanti all’immensa struttura fu costruito un muro enorme di poliestere che sul finale sarebbe crollato simulando l’abbattimento dei mattoni di ciò che divideva la libertà delle persone, spesso a costo della vita.
Waters fece richiesta di avere una grande orchestra a seguito, dopo aver cercato di coinvolgere cantati come Eric Clapton, Bruce Springsteen, Red Stewart e Peter Gabriel senza successo ed in seguito all’abbandono totale degli altri membri del gruppo. Ma la Rundfunk Orchestra arrivò dando al concerto la ricercata solennità
The wall – Live in Berlin, è anche un cofanetto con DVD e CD, ed ancora oggi a trent’anni di distanza risuona sempre più forte, in un’ epoca dove a stare divisi c’è stato imposto non dai muri, ma dalle mascherine e dal Covid-19.
Tracklist
Disc 1
Disc 2
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.