Immagini concesse da Bimota
Il suo nome è Tesi H2 e rappresenta il primo esempio di rilancio della casa motociclistica riminese Bimota. Svelata in anteprima al Salone di Milano Eicma 2019, la Tesi H2, motorizzata Kawasaki, è distribuita sul mercato europeo dal 1° ottobre di quest’anno.
Costruita all’interno della fabbrica romagnola – marchio tra i più riconosciuti ed apprezzati a livello internazionale – il nuovo gioiello a due ruote firmato Bimota verrà prodotto, questa la previsione, in soli 250 esemplari; ognuno dei quali con una targhetta unica comprendente il numero di telaio.
“Finalmente il mio sogno è realtà – scrive Pierluigi Marconi, progettista della Tesi H2 – la filosofia innovativa Tesi della Bimota è stata incredibilmente migliorata con l’alta qualità Kawasaki. Le prestazioni e la leggendaria qualità Kawasaki accoppiata alla possibilità di usare tutti i controlli elettronici fornita dalla stessa azienda completano il progetto Tesi H2. Progetto che ha come caratteristica essenziale quella di possedere un telaio composto da parti in lega d’alluminio che si sviluppano intorno al motore contribuendo così a centralizzare le masse attorno al 4 cilindri sovralimentato della Ninja capace di sprigionare un’incredibile potenza (4 cilindri in linea, 998 centimetri cubici)”.
La monoscocca e la carenatura della Bimota Tesi H2 sono state concepite in fibra di carbonio; allo stesso modo il ponte d’irrigidimento del forcellone anteriore che garantisce solidità alla sospensione davanti, anch’essa in lega d’alluminio, ricavata dal pieno ed incollata con materiali aeronautici. L’alta qualità della Tesi H2 – 207 chilogrammi a secco, 17 litri la capacità del serbatoio benzina, 140 millimetri l’altezza da terra – si esprime inoltre in ruote forgiate e verniciatura e colori realizzati a mano. Ogni singola vite o piccolo componente rispetta in modo rigoroso un unico disegno estetico, ben apprezzabile già a prima vista: una Bimota si riconosce immediatamente.
Ad onore del vero, la storia del modello Bimota Tesi appare oggi, davanti all’esperienza di guida offerta dall’H2, piuttosto “antica”. Affonda le sue radici – definizione che male si adatta alla sempre immutata e mantenuta contemporaneità delle forme – nell’ormai lontano 1984. Quando si portò a termine il primo step, studiato con un motore Kavasaki di soli 550 centimetri cubici in linea.
Il prezzo al pubblico in Italia evidenzia ancora una volta l’esclusività della Tesi H2, moto senza paragoni sul mercato: 64mila euro tondi tondi.