“Una buona idea” – La call contro l’odio Online ideata da WMF e “Chi Odia Paga”

In occasione del Safer Internet Day, il Web Marketing Festival, il più grande Festival sull’Innovazione Digitale e Sociale, e la start-up legaltech “Chi odia paga” lanciano una iniziativa per sostenere le associazioni italiane che propongono progetti di educazione, sensibilizzazione o contrasto all’odio online. I migliori progetti saranno premiati il prossimo giugno sul palco del WMF e potranno avviare una propria campagna di crowdfunding.

 

Anno dopo anno, sempre più persone sono vittime di reati quali revenge porn, stalking, diffamazione online, cyberbullismo e hate speech, che durante la pandemia Covid19 sono aumentati drammaticamente e spesso colpiscono duramente le minoranze più deboli. Inoltre, sul web ogni messaggio pubblicato o condiviso gode della persistenza nel tempo: l’espressione d’odio in rete, come le altre informazioni, rimane per sempre. A differenza dell’offesa nel mondo fisico, che, consumata in pochi minuti e in presenza della vittima, potrebbe essere ritirata dal provocatore se mosso da pietà e compassione, le espressioni violente veicolate via web permangono: lo schermo del pc o dello smartphone, inoltre, costituisce un filtro attraverso cui non traspaiono gli effetti sulla vittima. L’educazione e la formazione innanzitutto istruendo le nuove generazioni circa l’odio, abbassando la tolleranza nei confronti di determinate espressioni, stimolando l’uso della “controparola”, ossia il dialogo pacato pensato per contrastare espressioni violente o per smascherare bufale o notizie imprecise.

 

“L’iniziativa nata in sinergia con Chi Odia Paga è l’espressione naturale della nostra mission che, da anni, portiamo avanti con gli eventi e le attività del WMF: promuovere la formazione e la conoscenza del mondo dell’innovazione per comprendere come possiamo impiegare il digitale e la tecnologia per generare un impatto sociale positivo” spiega Cosmano Lombardo, ideatore del WMF. “Il fenomeno dilagante dell’odio online è il segnale inequivocabile che esistono pericolose distorsioni nell’utilizzo del web e dei social che dobbiamo debellare creando un fronte comune e coeso, perché ci troviamo davanti a una questione sociale che riguarda tutti”.