Con gli occhi di un performer: ecco a voi Nicholas Gelati

Cosa sta realmente accadendo nel mondo dello spettacolo in questo periodo? L’artista, performer, cantante, ballerino e aerialist Nicholas Gelati ci dà una visione più da vicino di quanto è accaduto e sta accadendo. Ma prima parliamo un po’ di lui. Chi è Nicholas Gelati? Vi racconto la sua storia.

 

Nicholas ha iniziato la sua carriera da attore quando aveva solo sei anni e non aveva mai pensato di fare tutto quello che ha fatto e sta facendo. Fu un inizio per caso, un giorno si trovava a vedere uno spettacolo di teatro con la scuola, quando a fine spettacolo lo notarono, un bimbo biondo con gli occhi azzurri, il personaggio perfetto che stavano cercando. E da quel momento iniziò la sua avventura. All’inizio studiò recitazione, niente di più, quindi era un bimbo piccolino che recitava Shakespeare e Pirandello come i grandi.

 

Poi, piano piano, guidato anche dalle sue altre passioni, si è avvicinato al canto, alla danza e alla musica, in particolare alla musica classica grazie al conservatorio.  Iniziò il suo percorso con una scuola media ad indirizzo musicale, per poi proseguire con il conservatorio studiando clarinetto. Successivamente si è avvicinato al mondo del musical, recitando in “Il mio primo e vero amore”. Che guarda caso (anche se il caso non esiste) unisce tutte le sue passioni. Si è diplomato nel 2013 in un’accademia come Musical Performer, ed ha seguito corsi anche all’estero di Musical Theater. Oggi si occupa solo di musical.

 

Sei anni fa, parlando con una sua amica ballerina, ci fu un’illuminazione. Così decisero insieme di aprire una sua scuola di musical a Cremona.  In cui lui si occupa della direzione con lei, ma segue anche diversi percorsi, quali: recitazione, storia del musical, canto, trucco teatrale, dizione e molto altro. Della danza invece, se ne occupa la sua collega. “Ho creato la mia scuola “The OSB Accademy” perché volevo rendere accessibile lo studio anche a chi non può permettersi le accademie. Voglio rendere il Musical accessibile a tutti.”

 

“Ho lavorato prettamente nel teatro, perché è quello che più mi piace, hai il contatto diretto con il pubblico e vada come vada una volta che inizia lo spettacolo devi arrivare alla fine con tutti gli imprevisti del caso. Nel tempo ha deciso di abbandonare la musica, perché seguivo i corsi, e facevo gli spettacoli come clarinista. E se pur mi avrebbe dato una carriera più “sicura” e retribuita dello spettacolo, è quello il luogo che mi fa stare bene e che ha dato il via a tutto. Mi ha anche dato tante delusioni, ma fanno parte della vita e a me piace così.”

 

Ci sono state due esperienze non teatrali che lo hanno divertito molto, una è stata quando Disney Channel Italia, con cui aveva già lavorato in passato, qualche anno fa lo chiamarono per interpretare un personaggio nella terza stagione della serie Alex & Co. L’altra è stata quando è entrato a far parte del corpo di ballo per il programma Furore 20 years, fu una cosa che lo stupì molto perché fu scelto dai coreografi pur lui non essendo un ballerino puro. La sua bravura però colpì nel segno. “Ero sempre centrale quanto ballavamo, ma non capisco ancora oggi come mai proprio io. Fu un’esperienza fantastica.”   

 

“Da circa 7/8 anni, collaboro anche con una produzione di Milano che produce mini-show a tema Disney, e quest’anno, il 15 agosto, ci hanno chiamato in tre per fare una rivisitazione di Frozen a Reggio Emilia in un centro commerciale, io solitamente faccio il principe Hans, che è il mio ruolo. Il cattivo con gli occhi azzurri solitamente sono sempre io. Questa volta invece avrei dovuto fare Holaf. Un personaggio molto lontano da me a livello canoro e che non avevo mai interpretato. Siamo fermi dal 24 febbraio, quindi fu qualcosa di entusiasmante. Nonostante fosse agosto, sotto al sole, con un costume gigante di Holaf, senza ventolina, interpretando una parte non mia, con una canzone dai toni altissimi e il tutto ballando, era contentissimo. Perché finalmente potevo tornare a fare quello che amo.”

 

Nel periodo tra dicembre e gennaio, mentre Nicholas era a cena con i suoi genitori, ricevette una mail da parte di Disney Theater, all’inizio non gli diede importanza, pensava fosse una pubblicità così la ignorò. Mentre stava per eliminarla fu attratto dalla parola Broadway nell’oggetto della mail, così decise di leggerla per scoprire che al Disney Theater avevano visto del suo vecchio materiale, ed erano alla ricerca di persone da inserire nello spettacolo Alladin, e che quindi erano interessati alla sua figura come performer. “Ero scioccato, sono saltato dalla sedia, e mia mamma pensava fosse successo chi sa cosa, e in realtà ero al settimo cielo!”

 

“Da quel momento partirono un susseguirsi di audizioni online, che si sarebbero concluse con un’ultima parte che si sarebbe svolta o a New York o a Dallas, in cui loro mi avevano già spiegato, ci saremmo più che altro conosciuti di persona, ma praticamente sarei stato preso. Io le passai tutte, poi arrivati all’ultimo step, eravamo a marzo, ed è arrivato il lockdown a causa del Covid. Spero davvero che l’anno prossimo mi richiamino, perché era un’audizione dell’anno 2021, ma in America i teatri sono chiusi fino a marzo 2021 e molti spettacoli non ripartiranno, molti sono già stati cancellati dalle programmazioni. Spero Alladin rimanga, così posso riprovarci l’anno prossimo. È stato un’ anno difficile, ma essere chiamato da Broadway, cosa davvero difficile che accada, solitamente devi andare tu da loro, è stata una conferma e una grande soddisfazione. Il fatto che mi abbiano ricercato da un mio vecchio provino che avevo fatto con loro anni prima, per me è stato tanto anche a livello personale, a livello anche di come credi in te e di cosa credi di riuscire a fare. Anche perché quest’inverno stavo un po’ rivalutando le cose, arrivato a 31 anni pensavo di dover cambiare strada, e mi ero un po’ abbattuto. Ma questa cosa di Broadway e della Disney mi ha fatto ricredere, mi ha fatto capire che qualcosa di buono sto facendo e ho fatto negli anni, se mi chiamano loro direttamente da Broadway!  Per un performer è il massimo che puoi raggiungere è l’Olimpo.”

 

Com’è la situazione nel mondo dello spettacolo vista dall’interno?

 

“Vista dall’interno questa situazione è un completo disastro, siamo allo sbando non sappiamo niente e non ci stanno dicendo niente. Non ci danno certezze dal 24 febbraio, da quando ci hanno chiuso. Noi siamo stati i primi come settore ad essere stati chiusi. Il 15 giugno, in teoria, il governo aveva riaperto i teatri. Peccato che tra dire aprite i teatri e aprire effettivamente un teatro c’è di mezzo un oceano di cose. Anche perché la maggior parte dei teatri in Italia sono privati e non avendo lavorato da fine febbraio fino a metà giugno, molti teatri non hanno riaperto. L’80% dei teatri è rimasto chiuso ed è chiuso tutt’ora dal 24 febbraio. Lo stesso Teatro Ponchiali di Cremona, che è comunale, ha provato a riaprire un paio di settimana ma poi ha richiuso perché i costi sono tanti e le compagnie come la mia sono andate avanti con le prove, con gli allestimenti, ed anche le produzioni sono andate avanti, quindi hanno speso soldi, perché si pensava di non a tornare alla normalità, ma ad una pseudo normalità almeno dopo l’estate, ma così non è stato, hanno chiuso di nuovo i teatri e quindi i soldi investiti sono andati persi come quelli del primo lockdown. Quindi molte compagnie non vedranno più la luce del sole, e così anche molti teatri.”

 

“Io ti parlo da interno come performer e anche come direttore artistico di una scuola di musical. Le due cose sono molto collegate, io per fortuna ho potuto riaprire la scuola ad agosto ed ho fatto un mini workshop, poi ho potuto riaprire a regime da settembre, comunque seguendo tutte e norme stabilite. Penso che sia il luogo più sicuro una scuola di danza o di Musical, così come un teatro o un cinema, perché se tu pensi al cinema o al teatro tu entri con la tua mascherina ti siedi e non parli con nessuno, stai lì seduto per due tre ore e poi vai via. Quindi non capiamo perché siamo stati i primi che hanno chiuso, ci hanno riaperto e ci hanno poi richiuso in uno schiocco di dita e non stiamo capendo.”

 

“Il fulcro di tutto questo, secondo il mio pensiero, ma anche quello di tutti i miei colleghi è che l’Italia è stata la culla della cultura mondiale, e lo è tutt’ora anche se sempre meno. L’intera nostra storia è stata basata sulla cultura, dal rinascimento al medioevo, è stata basata sulla musica, sulla cultura sul teatro. Basti pensare a Monteverdi, Puccini, Rossini, i primi compositori, i primi scrittori, i primi teatranti, l’opera lirica, lo spettacolo tutto nasce in Italia, e noi siamo i primi ad “ammazzare” la cultura appena ne abbiamo occasione.”

 

“Ma soprattutto, del mondo dello spettacolo, le persone vedono solo noi, quelli che sono sul palco e dicono: “ah bhè gli attori i cantanti, poverini speriamo ci saranno tempi migliori.” Ma noi siamo la punta dell’iceberg, dietro di noi c’è un mondo, ci sono tantissime persone che lavorano, c’è un settore enorme, registi, macchinisti, fonici, così come le semplici maschere del teatro, che fondamentalmente non sono del mondo dello spettacolo, ma ci lavorano in questo settore. Un teatro chiuso non lavora e con lui non lavorano le persone che ne fanno parte, quindi come fanno a portare a casa uno stipendio? Come vivono? Quindi anche se noi a livello mediatico siamo più esposti c’è un interno mondo dietro che non sta soffrendo ma sta morendo. Ci stanno uccidendo e non capiamo il perché.”

 

 “Siamo la patria del bel canto e stiamo mandando tutto all’aria. Adesso vedendo come sta andando dovremmo imparare a convivere con il virus e se continuiamo a chiudere penalizzano tutti noi. Con le giuste precauzioni seguite da tutti non avremmo bisogno di chiudere tutto.”

 

 

Hai progetti per il futuro in ottica di non mollare e portare avanti il tuo sogno e quello che ami fare?

 

“Ho dei progetti e per il momento ci vado molto cauto, pochi progetti ma realizzabili, anche in un futuro più lontano. Mi sto concentrando molto sulla mia scuola, infatti da Milano dove ho vissuto negli ultimi 6 anni, mi sono trasferito a Cremona per dedicarmi di più alla mia accademia. Poi ho conosciuto Desine, dell’emporio stregato (negozio a tema Harry Potter) tramite una conoscenza che postò una foto taggando l’emporio, così io da bravo Potterhead sono andato e ho comprato un po’ di cose, tornato a casa mi è venuto un momento da influencer e ho fatto un unborsing. Così feci una volta al mese, il nostro rapporto cominciò a stringersi e siamo diventati amici e ad un certo punto abbiamo iniziato a collaborare in negozio e per diversi progetti inerenti al mondo di Harry Potter. E anche qui una passione come quella per Harry Potter sta diventando un lavoro.”

 

Nicholas mette passione e amore in tutto quello che fa, e lo dimostra in ogni gesto e in ogni parola trasmettendolo agli alunni della sua scuola. Lui porta avanti la cultura dello spettacolo in tempi difficili e duri, lui e quelli come lui sono quelli che tengono viva la nostra cultura, la nostra arte.